30 maggio 2012

Chronicle

Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).



Prendi tre giovani americani, ancora studenti, che rappresentano i cliché più classici della filmografia: il leader carismatico pronto a conquistare il titolo di rappresentate d'istituto, il bravo ragazzo che cerca di far colpo con la cultura, l'asociale, o lo sfigato, preso di mira da tutti i compagni con una famiglia disastrata alle spalle. Prendi questi tre e dagli dei superpoteri -la possibilità di spostare gli oggetti con la mente e di volare- e vedi cosa ne fanno. Non cercheranno di salvare il mondo, no, come farebbe un qualunque eroe Marvel, né dovranno affrontare avventure al limite del normale come i disadattati di Misfits ma, semplicemente, inizieranno a goderseli, a sperimentare e a sfruttarli per migliorare la loro posizione. Ma se non si è stabili emotivamente prima, come poterlo essere dopo? Così Andrew, con un padre alcolizzato e la madre morente, si ritrova sì inaspettatamente popolare, ma anche incapace di avere un reale controllo sui suoi poteri e soprattutto sulla sua ira creando conseguenze devastanti.
Con una trama simile, semplice ed efficace ci voleva però un'idea per renderlo ancora più d'impatto. C'ha pensato Max Landis, figlio del grande John, sceneggiatore di Chronicle in cui tutto viene visto dalla telecamera che manovra Andrew stesso, fin dall'inizio, per documentare le sue giornate e con l'arrivo dei poteri gli esperimenti e le buffonate che ne seguono. Ma a differenza di altri film creati con lo stesso metodo del found footage (vedi The Blair witch Project o i vari Paranormal Activity) qui non c'è il genere horror a rendere più adrenalinica la visione, sono l'azione e l'uso degli effetti speciali a renderla più affascinante, facendo delle mancanze dei fuori campo le curiosità che muovono lo spettatore. E con l'avanzare delle capacità di governare i propri poteri Andrew riuscirà a riprendersi da più punti di vista, muovendo la telecamera con il pensiero ed integrando, nel finale, i vari punti di vista con filmati a circuito chiuso o con i telefonini dei passanti.
Semplici ma efficaci scelte quindi, sia a livello di trama che di tecnica, fanno di Chronicle un film fresco e nuovo, che nonostante il disperdersi nel finale, è segno di un cinema indipendente e di giovani volenterosi (il regista Josh Trank e Landis) che alla loro prima opera sanno già lasciare il segno!

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