5 febbraio 2014

Dallas Buyers Club

Andiamo al Cinema

Ron Woodroof è uno di quegli uomini puri e duri del Texas.
Amante delle corse dei tori, dedito indissolubilmente a droga e a alcool, amante promiscuo che passa senza grossi problemi da una donna (a pagamento?) a un'altra.
La sua vita cambia radicalmente quando gli diagnosticano l'HVI.
E non solo perchè i dottori gli hanno pronosticato 30 giorni di vita, ma anche perchè con questo, la sua mascolinità viene tacciata, la sua fama cola a picco, e tutti gli amici gli voltano le spalle spaventati dal contagio ma ancor più dalla sua presunta omosessualità, la cui comunità negli anni '80 era la più colpita dal virus.
E a questo punto Ron che fa?
Non cerca i piaceri della vita come in una delle classiche commedie moraleggianti, no, si aggrappa alla sua di vita con le unghie e con i denti, cercando in tutti i modi un farmaco che lo curi, che arresti il suo declino.
Perchè se è vero che per l'AIDS una cura ancora non c'era (e ancora non c'è), per mitigare i sintomi qualcosa si trovava, ma non in America, no, dove l'AZT tossico per la cura al cancro veniva girato ai terminali, ma in Messico e in altri Paesi cure palliative erano possibili.
Ecco quindi che Ron si reinventa una vita e un lavoro, prolungando in modo impensabile i suoi ultimi giorni -che si fanno anni-, importando illegalmente i suddetti farmaci e creando un club con cui smerciarli ad altri malati, trovando proprio in un transessuale da cui prima si sarebbe tenuto alla larga, un socio e un amico.


Jean-Marc Vallée tiene sì le distanze dai toni della facile commedia con morale, ma non per questo non spinge il suo film verso confini rischiosi dove la polvere del deserto e le camicie in flanella vanno a scontrarsi con gay bar e icone omo.
In questo ambiente si collocano due personaggi agli antipodi: il duro e pratico Ron e il sognante e fragile Rayon, interpretati in modo magistrale da due attori che hanno saputo loro stessi reinventarsi, visto che Matthew McConaughey con Mud, Killer Joe e pure in The Wolf of Wall Street ha ormai sdoganato il suo passato e il ritorno alla grande (un Golden Globe già in tasca) di Jared Leto dopo 4 anni distante dal cinema per la musica.
I due qui danno i brividi non solo per la trasformazione fisica (impressionante) ma anche e soprattutto per la bravura che entrambi immettono nel conferire anima a due moribondi. E non va dimenticata l'altrettanto toccante dottoressa Eve Saks, a cui Jennifer Garner, come al suo solito, dà dolcezza e umanità.


Elogiati gli attori e il tema spinoso affrontato, c'è però qualche ma da affrontare.
Il ritmo, così come il montaggio, si fanno fin troppo lenti e discontinui in alcuni parti, incespicando nel mezzo dopo un esordio veloce tra droga e sesso, e riprendendosi da una lunga pausa solo verso il finale dove bellezza e commozione si ritrovano tra le farfalle.
Inutile nascondere che da questo film ci si aspettava qualcosa di più che attori in stato di grazia, e che la passione, così come un vero tocco al cuore, sono mancati durante la visione. Ma è anche vero che un personaggio spinoso e rude come Ron si innesta pian piano, e con l'aiuto del tenero Rayon danno una nuova prospettiva alla battaglia di un uomo comune contro le leggi e contro le grandi case farmaceutiche, alla lotta di un uomo semplice alla morte.


16 commenti:

  1. Un buon prodotto reso prezioso da due interpretazioni pazzesche, ma comunque non un filmone clamoroso.
    Di sicuro, comunque, da vedere.

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    1. Pienamente d'accordo! Ci si aspettava di più, ma non per questo si rimane delusi.

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  2. Allora, sulla lentezza e su alcune scelte di montaggio concordo davvero con te. Non è un film eccelso, ma è comunque un bel film. Di sicuro, come dice Ford, su, da vedere. Leto e McConaughey sono stati splendidi. Come sai, tifo per loro! :)

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    1. Per Leto pure io, per Matthew sarà dura, il mio cuoricino ancora adolescenziale vorrebbe tanto vedere Leo con la statuetta!

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  3. forse un altro regista avrebbe fatto la differenza tra un film buonissimo, quale comunque è, è il capolavoro che poteva essere.
    però rimangono una gran storia e un jared leto immenso ancor più del bravissimo mccoso

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    1. mccoso è spigoloso quanto basta, ma Leto ci mette davvero l'anima e per questo conquista... e poi, non solo a 40 anni è così, ma pure da travestito fa la sua figura!

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  4. Mi hanno detto che Leto è splendido, che vale la pena di vederlo

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  5. Hai ragione, la parte centrale è un po' "moscia". Peccato, perché viste le performance dei protagonisti, poteva venire fuori un capolavoro!
    (Abbiamo pubblicato in tandem, oggi? :) )

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  6. Io devo aspettare fino a venerdì... Uffi!!!

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    1. Se aspettavo le sale della zona sarei ancora qui ad aspettare, e ne avrei ancora per molto!

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  7. altro che pubblicazione in stereo, con te e la Bolla siamo proprio al dolby surround...bel film , abbastanza settantiano nello spirito e nobiltato da due prove attoriali straordinarie...

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    1. Ritrovarci nel F.I.C.A. ci fa male, o forse ci rende tutti sullo stesso livello d'onda :)

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  8. Difficile dare un giudizio su questo film... non sai mai bene dove finisce l'emotività sprigionata dall'argomento trattato e dove inizia il valore artistico. E non sai mai quanto c'è di vero e quanto di romanzato in questa che, in ogni caso, rimane una tipica storia americana. Però sincera.
    L'ho visto due giorni fa e non riesco ancora a fare mente locale, domani proverò a buttar giù due righe. L'unica certezza a ogni modo sono le interpretazioni dei due protagonisti principali (McCounaughey e Leto)

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    1. Aspetto le tue due righe, sento già che saranno appassionate! Comunque hai ragione, tipica storia di "redenzione" americana ma comunque molto atipica.

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