27 agosto 2014

Rectify - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi.

In attesa di sbarcare in quel di Venezia per seguire per voi -ma soprattutto per me- la Mostra del cinema, c'è ancora tempo da dedicare al mondo serial dopo i premi consegnati la scorsa notte.
E che serie.
Una serie ingiustamente snobbata dagli Emmy, che i suoi protagonisti meriterebbero senza esitazione.
Già lo scorso anno Rectify aveva ricevuto fior fior di critiche entusiastiche, di complimenti elargiti a Aden Young, capace di calarsi nei panni dello scarcerato Daniel Holden in modo incredibile.
Con questa stagione, il livello di intensità delle interpretazioni e degli episodi stessi non cambia, anzi, si fa se possibile ancor più profondo.


A una settimana dall'uscita dal braccio della morte, Daniel si trova in coma, pestato a sangue da Bobby Dean, portando la famiglia ad un nuovo dramma da affrontare.
La calma, la rabbia che scorre inevitabile, sono condensate in momenti, mentre i pensieri, i dubbi e la difficile mente di Daniel ci è mostrata in flashback e sogni, che lo riportano nuovamente alla vita, nuovamente a una libertà da saper gestire.
Negli episodi successivi ci si concentra ancor più sulla questione giudiziaria della sua scarcerazione e dell'omicidio di Hanna, infittendo il mistero attorno ad essa e aggiungendo tasselli importanti per andare a capire cosa successe quella notte.
Daniel stesso cerca di fare chiarezza, e inviato suo malgrado in esperienze ad alto tasso lisergico, troverà almeno alcune delle risposte che cerca.
Ma basteranno? Non secondo procuratori e senatori, che nella sua vicenda, nella sua vita e nei 20 anni già trascorsi, vedono solo la questione politica, e propongono un patteggiamento che potrebbe, o forse no, mettere la parola fine al tutto.
Ma Rectify non è solo Daniel, è l'approfondimento di tutte le vite inevitabilmente coinvolte e cambiate per sempre nel giro di una notte, di 20 anni.
E così anche la sorella Amantha, rimasta bloccata nella sua di vita, pian piano si smuove, allontanandosi anche dal fratello che forse lei sola non ha mai abbandonato.
Anche il rapporto tra la madre e il patrigno ha il suo peso nei 10 episodi, ma a catturare l'attenzione è soprattutto il matrimonio in crisi, l'instabilità emotiva tra Ted Junior e Tawney, che lo stesso Daniel mette in discussione.



Il finale intenso e ad alto tasso di ansie, è solo la ciliegina sulla torta di una serie, e una stagione, che coinvolge come poche, che fa trattenere il fiato e immerge in un mood di rarefazione, di calma e di profondità.
La riprova è nei dialoghi, secchi, ironici, con parole che non girano attorno ma vanno subito al cuore.
La riprova e in una fotografia luminosa e quasi celestiale, che incornicia il volto di tutti.
La riprova è nel piccolo capolavoro dell'episodio Donald the normal, dove la lacrime scorrono spontanee.
La riprova, è in ogni situazione, in ogni momento, di una serie che fortunatamente ha ancora da dire, e che il prossimo anno scioglierà, lentamente, a suo modo, nuovi nodi.


1 commento:

  1. una serie che mi piace, ma allo stesso tempo mi deprime parecchio...
    i ritmi a tratti latitato un po', però le interpretazioni sono a livelli strepitosi e in effetti è uno scandalo che nessuno degli attori sia stato preso in considerazione dagli emmy.

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