31 gennaio 2015

American Sniper

Andiamo al Cinema

Si potrebbe tranquillamente fare copia/incolla di quanto scritto ieri su Unbroken.
Ancora biopic, ancora la vita di una persona messa su grande schermo, e ancora la guerra a fare da sfondo.
Clint Eastwood ci racconta Chris Kyle, aitante texano che alla veneranda età di 30 anni decide di lasciare una poco promettente carriera da cowboy per difendere il suo Paese, per difendere la patria e la sua famiglia dai terroristi iracheni.
Si arruolerà così nei Navy SEALS dimostrando tutta la sua bravura in fase di allenamento negli spari a lunga distanza, merito di un padre che lo ha iniziato alla caccia fin dalla tenera età, diventando il cecchino di riferimento.
Prima di partire per la sua prima missione, ha la lungimiranza di sposarsi e di mettere incinta la bella Taya, che paziente e sola, lo aspetterà.
Kyle in guerra diventa un altro uomo, i cui principi patriottici si innalzano ancor più, in cui soprattutto diventa una leggenda, uccidendo a sangue freddo, senza mai esser visto, il maggior numero di nemici, e con il minor numero di colpi. Per la precisione, nella maggior parte dei casi, uno solo.


La domanda fondamentale quando ci si appresta a produrre e poi a vedere una biografia è: "interesserà davvero a qualcuno il personaggio che si andrà a raccontare/a vedere? Il pubblico imparerà qualcosa, si arricchirà per quanto visto?".
Basandosi su queste premesse, vien da chiedersi quindi perchè Clint abbia voluto mostrarci e glorificare Chris. Cosa ce ne viene a noi, pubblico, in questa celebrazione eroica di un cecchino?
Niente, se non irritazione. Se non disinteresse, visto che, a ben guardare, un film simile potrebbero farlo anche - tenendo per protagonista la nemesi di Kyle, quello sniper che in fin dei conti, fa esattamente il suo stesso, sporco, lavoro: uccide silenziosamente i nemici.
Questo discorso cambia se si mette in prospettiva quanto detto dal regista, che American Sniper sia un film contro la guerra, che mostra gli incubi peggiori di un uomo, il suo inevitabile cambiamento, e le condizioni in cui l'esercito si è trovato e si trova ad operare.
Senza soffermarci troppo su quanto sia difficile sostenere questa tesi all'interno di un film che celebra (bastano le immagini finali) un eroe di guerra, credo che Clint dovrebbe rivedersi l'ancora attuale The Hurt Locker, dove si era in guerra, si era sul filo del rasoio, si capiva cosa passassero i protagonisti, i soldati, e quanto fosse difficile per loro tornare alla normalità.


Ma lasciamo da parte le polemiche che han fatto del film il  campione d'incassi di questo inizio anno -in America come qui da noi.
Parliamo di film, parliamo di regia, di livelli tecnici e di recitazione.
E in queste categorie, no, American Sniper non è difendibile.
Bradley Cooper per quanto abbia modificato il suo fisico, il suo accento, ancora una volta non è riuscito a convincermi, con quell'espressione imbambolata, con quegli occhi tanto belli quanto vuoti. Molto meglio Sienna Miller (che non imparerò mai a riconoscere), più emotiva e sentita nella sua interpretazione di una moglie già vedova, a ben guardare, una madre single per 11 mesi l'anno.
Ad aiutare gli attori non è certo una sceneggiatura esaltante, che racconta una vita dove cliffhanger e cambiamenti sono studiati, dove i dialoghi sono infiochettati con discorsi patriottici e frasi ad effetto pronunciate al momento giusto.
E finiamo con la regia, che è sempre quella solida e senza sbavature di Eastwood, quella che rispetta i canoni. Ma che sbaglia, oh se sbaglia, proprio nel momento clou, nello scontro a distanza tra i due nemici, dove al pathos che un semplice silenzio, una visione neutra dei fatti come la dava Kathryn Bigelow, Clint decide di andare di rallenty e di effetti speciali neanche fossimo in Matrix, sbagliando, innervosendo ulteriormente.
Se già la storia in partenza era di quelle che si potevano anche non raccontare, il modo in cui questa ci viene raccontata -in due lunghe ore di film- portano, senza riserve, American Sniper alla bocciatura.
E le sue nominations agli Oscar (miglior film, attore protagonista e sceneggiatura non originale), qualcosa di veramente discutibile.


27 commenti:

  1. Concordo pienamente. Nominations che non si spiegano e un Eastwood davvero spento.
    E io, come dicevo, di politica capisco poco, quindi tutte le accuse mosse al registe - valide, per carità - non sono cosa per me e quindi non scendo nel dettaglio, sotto quel punto di vista. Il problema è che è un biopic senza sguardo e che il personaggio mi è rimasto del tutto estraneo. Cooper mi è sempre piaciuto, ma qui no. Un po' meglio delle altre volte la Miller, anche se il suo perosnaggio è un tantino ridicolo a volte... Okay che i telefoni prendevano anche sotto i bombardamenti, ma nemmeno una moglie col marito impiegato in Fiat lo chiamo ogni due minuti in questo modo. :P

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    1. Anch'io vorrei non scenderne, e ne ho fatto solo un breve riferimento gisto per.. ma dai commenti che seguono non si è capito.
      Rimaniamo sul film va', che non mi ha trasmesso nulla, solo un po' di irritazione qua e là che riaccese le luci sono già svanite.
      La Miller (che forse vedo per la prima volta recitare) molto meglio di un imbambolato Cooper, anche se sì, quelle chiamate soprattutto nel mezzo dell'azione proprio non si spiegano. C'erano mica altri momenti per sentirsi?

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  2. assolutissimamente in disaccordo.
    prima di tutto il film è stato tratto dalla vita di un personaggio che in america, e non solo, è visto come un eroe...
    ho amici militari che guardano a lui come un vero mito, un idolo.
    la sienna io l'ho trovata totalmente banale, poteva esserci lei, come una qualsiasi altra attrice, nessuno avrebbe visto la differenza e ne avrebbe sentito la mancanza... stesso non si può dire di cooper, che ha una bella energia ed anche una carica assolutamente macha.
    la regia non è messa particolarmente alla prova, ma supera la sufficienza, questo è un fatto.
    in toto il film a me è piaciuto, non è da oscar probabilmente, ma la nomination ci sta

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    1. Sugli attori ci troviamo in disaccordo, certo, la Miller non fa la differenza e son la prima a non averla né riconosciuta né ammirata, ma l'ho trovata più vera e sentita di un Cooper che sembra un po' smarrito un po' troppo fisico, e per l'ennesima volta non mi ha convinto.
      La regia è classica e solida, come sempre, ma non crea particolare tensione, e con quel colpo giovanile Clint ha perso tutti i punti guadagnati, mi spiace.

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  3. Cara Lisa, poche volte mi capita di essere in totale disaccordo con te come in questo caso...
    Eastwood, per me, non ha alcun bisogno di rivedersi 'The Hurt Locker'. Per fortuna, direi. 'The Hurt Locker' è un film tutt'altro che neutro, in quanto mai una sola volta la Bigelow mostra di condannare la guerra irachena: lei ci dice solo che la guerra crea dipendenza in chi la pratica, ma in nessun caso si ha la sensazione che il protagonista combatta una guerra ingiusta. In American Sniper invece... pure! Ma solo fino a 5 minuti dalla fine.
    Perchè quel finale beffardo, tragico, assurdo, riassume tutto il cinema di Clint: l'eroe di guerra, cui il suo paese non ha fatto nulla per garantirgli un futuro sereno, muore per mano di uno come lui, e tutto quello che accade dopo (funerali di stato, celebrazioni, commozione) non basta ad evitare la fine del Sogno. Eastwood non glorifica Kyle, semplicemente mostra l'ingenuità (e l'ottusità, seppur in buona fede) di un popolo che non si rassegna a non essere più la sentinella del mondo... Kyle è un bisteccone di provincia, cresciuto a birra e hot-god, decerebrato e ignorante: Clint ce lo mostra esattamente così (vedi le sequenze nel pub e quelle in famiglia) ma quello che i nostri occhi vedono è la sua immagine pubblica, quella di eroe appunto, che l'America (quella sì!) è pronta a glorificare infischiandosene altamente della sua intimità.
    La scena in cui Kyle è seduto in poltrona e fissa il televisore spento fa più male di mille pallottole. E' l'immagine della resa, altro che gloria. E Cooper secondo me è straordinario ad entrare così in parte.

    A soli due film in questa stagione ho dato il massimo dei voti. Uno è Boyhood, l'altro American Sniper.
    Boyhood è il film che mi ha emozionato di più.
    Ma American Sniper è un film talmente 'solido', raggelante, ineccepibile, da far tremare i polsi. Una sola volta Clint 'esagera'... è vero, il ralenti del proiettile sparato a due chilometri poteva risparmiarcelo. Ma è l'unica sbavatura in 133 minuti di film che rasentano la perfezione.

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    1. Caro Sauro, sapevo che non potevano non nascere disaccordi, e ho tentato con la recensione di mettere da parte tutte le polemiche e gli orientamenti politici che son nati nelle settimane in cui il film è uscito.
      Ti dirò, il film per me non cambia registro con quei 5 minuti di filmati di repertorio in cui si glorifica Kyle, cosa che per me viene fatta sempre nel film, pur alternando la sua difficoltà a reintegrarsi, ad arrendersi a una vita di famiglia dove la sua bravura non sembra essere d'aiuto.

      Tralasciando tutti questi discorsi, resta un film che non dice nulla di nuovo, lo fa con la solidità a cui ci ha abituato Eastwood, ma non toccando alcuna mia corda emotiva. E sai quanto questa serva per un giudizio positivo da queste parti.

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    2. Lo so benissimo, è lo stesso metro di giudizio che adotto anch'io quindi ti capisco bene: se un film non 'scalda' il cuore c'è poco da fare ;) la differenza, per quanto mi riguarda, è che questa pellicola mi ha lasciato sensazioni forti (oltre al fatto che, sempre a mio parere, anche tecnicamente è magistrale: le scene dei combattimenti, con le riprese dall'alto e la telecamera a spalla che segue passo passo i soldati, sono strepitose). Aldilà di questo, e aldilà dei gusti personali, concordo con te sul fatto che il film non dice niente di nuovo. Ma questo non è necessariamente un difetto, dipende 'cosa' e 'come' si racconta... d'altronde, aspettarsi un film innovativo da un repubblicano burbero e brontolone come Clint, alla soglia degli 85 anni, onestamente era difficile ;)

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  4. Ciao Lisa, ma che irruenza stavolta! Non potevo esimermi da commentare, specie dopo l'intervento del buon Sauro; Fermo restando che il film possa piacere o non piacere (a me, non molto fan di Clint, è stranamente piaciuto, ma poco importa), e che il discorso "a me è piaciuto, a te no" lascia il tempo che trova e anzi finisce lì dove comincia, più che sul giudizio del film non mi trovi proprio quando dici: "interesserà davvero a qualcuno il personaggio che si andrà a raccontare/a vedere?" e "Se già la storia in partenza era di quelle che si potevano anche non raccontare"...cioè: ma è davvero quello lo scopo di un film? Essere bravi a rendere una storia e un personaggio interessante? E quali sono le storie che "si possono raccontare" e quelle che "si possono anche non raccontare"? E' proprio qui che dal mio punto di vista cadi in errore. E poi: il film non sostiene tesi, Eastwood non sostiene proprio nessuna tesi: un film non è un'arringa giudiziaria (grazie al cielo). Una cosa è l'opinione politica di Eastwood, un'altra è il suo film. Rappresentare un uomo che dice "l'America è il miglior paese del mondo" non significa necessariamente celebrarlo, significa mostrare che ci sono persone che pensano che l'America sia il miglior paese del mondo. Eastwood è d'accordo? Non lo so, e se è così, pazienza.

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    1. Ciao Stefano, parto dalla tesi di Eastwood che rimanda ad un articolo letto dove è lui stesso a dire che il suo film è contro la guerra e vuole mostrare gli effetti devastanti di questa su un semplice uomo.
      Va da sé che per me non è riuscito a rendere il tutto così chiaro nello sviluppo della sceneggiatura, che sembra invece andare dalla parte completamente opposta.
      Sulla storia, e sul fatto di essere utile raccontarla, ti basti sapere che no, non sarei mani andata a vedere American Sniper, e ero felice di evitarlo perchè proprio per la trama (visto che Clint non mi fa impazzire,e Cooper tanto meno) non suscitava alcun interesse, anzi. Poi sono arrivate le nominations e mi son trovata a cedere, purtroppo.
      Ma se fossi stata tra i produttori del film non lo avrei finanziato: non mi racconta nulla di nuovo o che non sia già stato affrontato.
      Certo, con questa scelta avrei perso milioni e milioni di dollari, e questo non fa di me la persona più attendibile.
      In ogni caso, che ci siano i nomi, i tecnicismi o altro, io vado al cinema per veder raccontate delle storie, e per farmi emozionare da queste. E come volevasi dimostrare, la storia di Kyle, non mi ha dato niente.

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  5. Davvero discutibili le nomination all'oscar, concordo... io del film salvo leggermente solo Bradley più che altro per l'impegno... il messaggio di Clint, se c'è, è completamente sommerso dalla propaganda...

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    1. Posso ancora ancora capire quella della regia, che seppur sbanda, è la solita di Clint. ma se mi lasci fuori un Fincher, qualche dubbio, e qualche irritazione, me la dai, mia cara Academy.

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  6. potrei scrivere quello che penso ma faccio prima a riportare una recensione con la quale concordo al 100%
    https://ilgiornodeglizombi.wordpress.com/2015/01/16/5938/

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    1. Recensione splendida. Sì, anch'io concordo totalmente!

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    2. Sembra sia inevitabile finire di parlare del messaggio che vuole o non vuole dare Clint con il film.
      Io voglio ancora una volta sottolineare che tolte tutte queste discussioni, tolte le polemiche, American Sniper resta un film che non mi ha convinto proprio a livello tecnico, e che quindi non posso salvare.

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  7. Mah io credo che sia interessante la trasposizione reale di un essere umano che ha vissuto ,anche se noi possiamo non capirlo o essere distanti da questo modo di vivere la Nazione, in maniera coerente con se stesso con i suoi valori e la sua educazione. Fermo restando che Eastwood seppur repubblicanio si sia dichiarato contro la guerra in Iraq non sposta il discorso di una virgola. Questo è un film sull'uomo e sulle conseguenza della guerra in generale, che sia Corea Vietnam o Iraq. Io l'ho percepito come una fotografia disillusa, desaturata di quello che rimane ai reduci al loro ritorno. Se poi alla fine del film ci siano le immagini dei funerali beh...e' un biopic e quelle sono immagini di repertorio e quindi non "farina del sacco " di eastwood. E per concludere io l'ho visto tre volte..quindi ma risposta alla tua domanda se ci sia qualcuno a cui interessa il soggetto mostrato è ovviamente si si è ancora si.

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  8. Mi scuso per gli errori di battitura...soprattutto l'ultima e...

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    1. La mia domanda si fa retorica anche solo guardando gli incassi che qui in America ha fatto il film.
      In ogni caso, di film sulle conseguenze della guerra ce ne sono già stati parecchi, e a Clint preferisco di gran lunga la Bigelow, che almeno mi ha dato emozioni e tensioni.

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  9. Concordo assolutamente con Kelvin ed Echse.
    Un film che continua a non apparirmi propagandistico, anzi, una pellicola pronta a mostrare la realtà e l'assurdità della guerra.
    In fondo, anche soltanto nelle recensioni di un titolo così discusso, ognuno di noi crede di essere nel "giusto".
    Ingigantendo le cose, si potrebbe dire che siamo tutti Chris Kyle. E tutti il suo avversario.
    Perchè siamo Uomini.

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    1. Ripeto, di film sull'assurdità della guerra ce ne sono tanti, e molti molto meglio di questo.
      Non dico di essere nel giusto, dico che American Sniper non mi ha dato nulla, né emozioni, né irritazioni che si siano prolungate oltre l'uscita dalla sala.

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  10. Come potrai già immaginare dalla mia recensione-tiro al bersaglio, sono assolutamente d'accordo.
    Un film storicamente vergognoso, perché le guerre saranno tutte insensate ma quella in Iraq in particolare non ha avuto motivo alcuno di esistere, e ciò Clint si dimentica di dirlo. Inoltre è un lavoro emotivamente inesistente, a meno che non si voglia proprio provare empatia per un bovaro assassino, e anche registicamente parecchio mediocre.
    Eastwood nelle sue intenzioni avrà anche voluto fare una pellicola contro la guerra, però questo invece di raccontarlo nelle conferenze stampa avrebbe dovuto mostrarlo nel suo film, che tra l'altro, al di là dei suoi discutibili contenuti, a livello di scrittura ha una delle sceneggiature più superficiali, ripetitive e inconsistenti degli ultimi tempi. Altroché Oscar...

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    1. Il tuo tiro al bersaglio ha fatto centro, si salva poco, gran poco, di un film che fortunatamente sto già dimenticando per quanto poco -anche in irritazione- mi ha lasciato.
      Il periodo scorpacciata preOscar serve anche a questo!

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  11. i film inzuppati di patriottismo non m'ispirano, in genere, granchè. questo confesso che l'avrei visto solo perchè avevo letto delle recensioni decisamente positive su Bradley Cooper, ma probabilmente ho fatto bene a temporeggiare. leggendoti, ho capito che le mie sensazioni di diffidenza "epidermiche" erano fondate!

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    1. E' un film che divide, se a pelle non lo senti tuo, però, fidati delle tue sensazioni. Avrei voluto farlo anch'io, che per settimane ho evitato la visione, poi quelle nominations mi hanno costretto al recupero..

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  12. Lo scontro finale è uno scivolone non da poco, il resto è eccelso, come sempre nei film di Clint.
    Io, come ho detto, il patriottismo ce l'ho visto ma sicuramente non la celebrazione della guerra...

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    1. Celebrazione no, ma esaltazione, quella sì. L'intento di Clint per lo meno non è affatto chiaro.
      Tolto questo, resta un film su un personaggio che non suscita interesse né empatia, e se la regia è solida e classica (tranne lì), questo è il vero scivolone.

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  13. Sei stata come sempre delicata ma hai colpito nel segno. Insomma American Sniper non si può davvero guardare XD O meglio sì ma poi il commento non può che essere pessimo u.U Clint, ti aspettiamo in qualcosa di meglio eh!

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    1. Con Clint ho capito di non avere affatto un buon rapporto, per questo lascio stazionare ancora un po' quei Jersey Boys in attesa dall'anno scorso :)

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