9 gennaio 2015

Lo Hobbit - La Battaglia delle Cinque Armate

Andiamo al Cinema

Arrivati alla fine di questa trilogia, arriva anche il momento di fare un po' di conti.
Eran davvero necessari tre capitoli, per raccontarcela?
E' la prima domanda che ci assale, seguita dall'inevitabile paragone con Il signore degli Anelli, che vede questa nuova impresa, rischiosa, di Peter Jackson inabissarsi.
Non che siano mancati i momenti di pathos, le scene in cui davanti alle azioni, davanti agli effetti speciali si rimaneva a bocca aperta, ma è la storia in sé ad essere più debole, appoggiandosi più volte sul futuro per far battere il cuore degli affezionati.
Tralasciate queste inevitabili riflessioni, prendiamo questo capitolo finale nel suo singolo.


Si inizia male, con l'uscita di scena del mitico drago Smaug dopo la distruzione totale di Pontelagolungo.
I sopravvissuti agli incendi e alle devastazioni si ritrovano alla rinfusa in una costa, senza più un regno in cui tornare, senza una casa in cui proteggersi dall'inverno imminente.
La soluzione?
Una sola, rifugiarsi alle porte della Montagna Solitaria e riscattare la parte del denaro promessa dai nani.
Ma come sempre, non tutto va secondo i piani, e il buon Scudodiquercia all'interno di quelle mura sofisticate, ricolme di gemme, ori e preziosi inizia ad essere contagiato dalla smania avara di Smaug, a perdere la testa, il senno e la sua morale, di fronte a richieste non solo logiche ma anche promesse.
Con la follia che avanza, che mette in allarme gli altri nani e il prode Bilbo Baggins, non solo Pontelagolungo, ma anche gli Elfi arrivano per chiedere parte del tesoro custodito.
Si prospetta una battaglia sanguinolenta, per prendere possesso anche di un territorio così strategico, a cui si uniranno orchi e i temibili mannari.


Cinque armate, riunite e armate fino ai denti, per una montagna.
Già la base non sembra reggere, facendo di quest'ultimo capitolo un capitolo non del tutto convincente.
Certo, l'azione, le battaglie dei singoli, i colpi di scena e gli impossibili colpi e contraccolpi sferrati tengono desta l'attenzione ed esaltano come non mai.
E sì, anche di fronte a effetti fin troppo speciali, in cui si storce un po' il naso (qualcuno ha detto le prodezze di Legolas?) si finisce per osannare i protagonisti, sapendo che all'ultimo qualcuno arriverà a salvarli, che quando tutto sembra essere finito in realtà non lo è mai.
Non tutto funziona, però, non tutto ha l'atmosfera epica che ci si aspetta, e anche se a livello tecnico con quella fotografia calda e satura che da sola vale il prezzo del biglietto, il fatto che questo sia l'ultimo capitolo fa gioire.
Non ci saranno più  scampagnate nella Terra di Mezzo, non ci saranno più orridi piedi di Hobbit a tracciare il percorso, né la bonaria risata di un Gandalf a cui si vuole sempre un gran bene. E forse è meglio così, anche se la malinconia sulle note di The last goodbye di Billy Boyd prende il sopravvento.


6 commenti:

  1. Il capitolo più debole dell'intera "saga", ed un peccato.
    Inizio pessimo, molto meglio la parte finale.

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    1. Una conclusione che mostra davvero tutta la sua debolezza, gran poca cosa in confronto al viaggio della Compagnia.

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  2. Erano anni che non vedevo un film così brutto...

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    1. Purtroppo di peggio ce ne sono. Questo è tristemente insipido.

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  3. Penso di essere l'unico che ci ha trovato "del bello".... se si può chiamare con questo aggettivo l'amarezza.
    Ho provato anche a scriverci al riguardo. Purtroppo non posso difendere l'indifendibile.

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    1. Un po' di belo, complice la nostalgia che scatta nel finale, l'ho trovato... ma solo perchè sono una che si lascia commuovere, non per altro, ahime.

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