26 gennaio 2015

Transparent

Quando i film si fanno ad episodi.

Transparent.
Come trasparente, come bisogno di chiarezza dopo anni di segreti, dopo una vita vissuta in panni che fanno sentire diverso, come bisogno di chiarezza in ambito amoroso, tra un matrimonio in crisi e il focoso ricordo di un passato più libero, chiarezza nella vita, che non ha ancora preso una strada o l'ha trovata ma è dettata dalla superficialità e dall'egoismo.
Transparent.
Come trans-parent, come genitore che si scopre trans, o meglio, i figli scoprono trans, perchè lui, il padre, si è sempre sentito nei panni sbagliati, ha sempre trovato quei completi, quei pantaloni, una maschera, mentre in tacchi, in vestiti sgargianti, con trucco e parrucco al seguito, si sente se stesso.
E forse, quella se stessa è finalmente pronto ad abbracciarla del tutto, ma non sembrano esserlo i figli, fin troppo presi dai loro problemi personali per rendersi conto della crisi, del supporto che la loro nuova mapa sta passando.
A stargli vicino, quasi incredibilmente, è quella moglie che ha trovato un altro marito, che lo accoglie come sostegno e la sostiene.


Transparent è stata una piccola rivelazione e una rivoluzione: 10 episodi formato comedy prodotti da Amazon, della durata di 30 minuti l'uno, ma che di comedy hanno gran poco. Si ride, certo, ma è il dramma, interiore, a prevalere sui toni.
La transazione di Mort in Maura non è però la sola storyline da seguire, perchè la sua non è certo la situazione più "strana" se strana si può definire. Perchè la famiglia Pfefferman tutto può essere (unita, ricca, con un casa da favola,  egoista ed egocentrica) ma normale, no, non lo è.
C'è Sarah che lascia il marito per la sua vecchia fidanzata, ricominciando una vita da lesbica senza più timori.
C'è Josh che si fa le sue protette musicali, si fa la sua vecchia babysitter (che si faceva già  a 14 anni) e che ha bisogno di amore, anche se lo cerca nei modi sbagliati.
C'è Ali che un'identità, come un lavoro o una passione, non c'è l'ha, all'apparenza classica lesbica, in realtà indecisa, insicura, irrequieta.
Tutti viziati, tutti insopportabili e allo stesso tempo quasi teneri nel loro dibattersi senza senso.
Il faro è quindi lei, Maura, che tutto vede e tutto capisce, non sentendosi per nulla capita.


L'interpretazione intensa di Jeffrey Tambor gli è valsa il Golden Globe, così come il racconto di una storia tanto intensa e tanto reale è valsa il Globo all'intera serie, dedicato alla comunità transgender e alle loro battaglie.
Perchè per quanto faccia ridere, per quanto sia paradossale (con scene e frasi cult), dal sapore indipendente, Transparent non lascia indifferenti, e non lascia soprattutto senza nulla su cui riflettere.
In attesa di altre disavventure, di flashback che tolgono il fiato sottolineati poi da una fantastica colonna sonora, lasciamo decantare questi 10 episodi, che come nelle famiglie all'apparenza più perfette, nascondono segreti, piccole crepe, da analizzare.


4 commenti:

  1. Mi tocca recuperare. Ho visto un po' del pilot, ma almeno all'inizio non mi piaceva. Comunque Amazon fa belle cosette.
    Bellissima la tua scomposizione del titolo, non poi così lampante, a ripensarci. Io non ci avevo fatto caso :)

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    1. Abbi fiducia in Amazon, questa serie ha davvero tanto cuore e tanta malinconia da condividere :)

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  2. Maura rules!
    Gli altri personaggi invece hanno del potenziale ancora non del tutto espresso. Secondo me la seconda stagione potrebbe essere ancora più convincente di questo ottimo antipasto.

    Pure io non avevo colto tutta l'efficacia del titolo... mi sento stupido! :)

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    1. Lo ammetto: l'intuizione del titolo è del giovine, che al suo primo episodio visto (ovvero uno degli ultimi) si è messo a ridere per la genialità del titolo, lasciandomi con uno sguardo stupido e perplesso.

      Con tutto quello che c'è ancora da sviluppare, ho fiducia nella seconda stagione, quegli ingrati dei figli possono riservare altre belle sorprese.

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