28 aprile 2015

1992

Quando i film si fanno ad episodi.

Qualcosa si sta muovendo in Italia.
Non tanto al cinema, dove ci vengono propinate in continuazione le solite commedie nostrane, con le solite facce che vogliono strappare risate neanche fossimo a Zelig o a Colorado.
Qualcosa si sta muovendo in Italia, nella TV italiana.
Non tanto in quella in chiaro, in cui fioccano le solite fiction biografiche o le solite soap opera di dubbio gusto, con le solite facce alla ricerca di un'espressione.
Qualcosa si sta muovendo in Italia, nella TV italiana, su Sky.
La TV a pagamento, quella satellitare ha capito prima di tutti che i prodotti su cui puntare sono quelli seriali, e siglando accordi oltreoceano per avere le puntate il giorno dopo la messa in onda americana in modo da combattere la pirateria, continuando questa marcia con la creazione di una canale apposito (Sky Atlantic) a quelle serie granitiche dedicato, ha finito per produrre una serie, e che serie, che nulla avrebbe da perdere nel confronto di quelle internazionali.
Gomorra è stata un fulmine a ciel sereno, diretto, fotografato, interpretato in modo ottimo.
Ora si va avanti, ora Sky ha deciso di mostrare dell'altro marcio del nostro Paese, andando indietro di 23 anni.


Poco è cambiato però dal 1992 ad oggi: politici corrotti, partiti nati sull'onda del populismo, tangenti e raggiri, inquirenti allo scandaglio e starlette che per emergere si concedono senza troppa remore al potente di turno.
Ma qualcosa sembrava cambiare in quell'anno, quando Antonio Di Pietro iniziò ad indagare, a fare i nomi, a tallonare quei potenti: Tangentopoli prendeva piede, mostrava lo sporco e lo ripuliva.
Nel frattempo, però, un nuovo sporco stava per emergere, quello dell'allora solo imprenditore Silvio Berlusconi, la cui aurea affascinava la Milano da bere, il cui successo si voleva esportare proprio nella politica.
Su questo scenario si muove 1992, partito #DaUnIdeaDiStefanoAccorsi e poi sviluppato al suo meglio, mescolando reale e fittizio, inventando personaggi come inserendone di veri.
Accorsi stesso è Leonardo Notte, pubblicitario dal piglio sicuro, dal passato di combattente, la cui anima sembra essersi venduta a Publitalia, le cui idee sono però vincenti.
Miriam Leone, sorprendente e bellissima, è Veronica Castello, escort (eufemismo) che vuole essere la nuova Lorella Cuccarini, incontrando nel suo percorso, nei letti da cui passa, più problemi del dovuto, fino ad approdare nell'apparente porto sicuro di Pietro Bosco, deputato della Lega capace di evolvere, stranamente.
Domenico Diele è il sensibile e vendicativo Luca Pastore, all'interno del pool di Di Pietro, pronto a scagliarsi contro l'imprenditore Mainaghi, facendo innamorare di sé la figlia Bibi, interpretata da quella biascicante Tea Falco che nel calcare i modi di fare dei viziati milanesi regala risate più che applausi.


Questo il cast principale di una serie corale, che passa da Milano a Roma, da Montecarlo alla Sardegna, facendo incrociare il destino di queste pedine, facendole crescere man mano che i mesi passano, che i fatti reali (dalle morti di Falcone e Borsellino al caso dell'Uranio impoverito) si succedono agli eventi cardine delle loro vite in quel 1992.
Ci si appassiona, quindi, pur non arrivando ad avere lo stesso stile gomorriano che faceva venire i brividi, qui si sente la carne, si sente il marcio, si sente una storia che non ha smesso di ripetersi.
Sky ha vinto nuovamente la sua scommessa, appassionando e inorgogliendo quel pubblico italiano che può anche imparare, che può vedere quali e quanti errori sono stati commessi.
In un solo anno, di 10 puntate, tanto si è raccontato, e ora non resta che aspettare i botti del 1993 per continuare questa avventura.


8 commenti:

  1. Lo sto finendo di recuperare...
    Finalmente stiamo andando in una bella direzione anche sui telefilm.

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  2. Tra i prossimi recuperi, se n'è parlato così così, la tua recensione invece invoglia ;)

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  3. ma non ho capito Lisa, a te è piaciuto?
    no perché per me è stato molto mal recitato, e un po' storicamente scadente, con molte buone occasioni per ricordare, perdute nei meandri delle eiaculazioni di Accorsi

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    1. A me è piaciuto molto, la rotta non è quella di una serie semplicemente storica, ma più ambientale, e seguendo i personaggi fittizi come quello di Accorsi e i suoi intrallazzi si ha bene la visione di com'era quell'anno, com'erano quei tipi della Milano da bere che non avevano paura di sporcarsi le mani, anzi.
      La recitazione non è nemmeno così scadente, soprattutto in confronto ad altri prodotti seriali italiani, certo, devo ancora capire se la Falco ci è o ci fa, ma tutto mi ha convinto, e soprattutto appassionato.

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    2. un'analisi la tua, che mi fa guardare da un punto di vista meno critico l'intero serial, eppure ancora qualcosa non mi torna... aspetto il 1993, ci sarà senz'altro e forse mi chiarirà le idee

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  4. Devo vederlo, anche se trovo Accorsi un cane e quella tipa bionda con la voce indefinita ancora peggio.
    Meno male che c'è la Miss Italia, che è pure brava :P

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  5. Pure a me ha convinto in pieno.
    Una gran serie, molto coraggiosa, più di molte serie oltreoceano...
    E' proprio il caso di dire: forza Italia eheheh :)

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  6. Mi piacerebbe vederlo, anche se ne hanno dette peste e corna, soprattutto riguardante le inesattezze storiche/sociali - che dovrei vagamente ricordare avendo cominciato a vedere i TG al posto dei cartoni. Non ho avuto una pubertà facile -.-

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