31 luglio 2015

Adam

E' già Ieri. -2009-

Mentalmente instabile siamo già abituati a vederlo in Hannibal, assistendo a crolli, visioni e allucinazioni assieme a lui.
La parte del matto casca bene a Hugh Dancy, che con quel suo faccino tenero da bravo ragazzo inglese, sembra sempre un po' troppo in disparte, un po' troppo ammodo. Non parliamo di matto, però, perchè la malattia, o meglio sindrome, di cui è affetto in questo film del 2009 consigliato come sempre dal buon Mr. Ink, è ancora quella di Asperger.
Dissociazione emotiva, fobia sociale, capacità cognitive più sviluppate sebbene sttoriali, questi i sintomi più comuni, questi i sintomi che si riscontrano in Adam, giovane ingegnere, addetto alla costruzione di giocattoli, appassionato di stelle e cosmologia, che si ritrova solo, in un grande appartamento, dopo aver perso il padre.


La sua routine rischia di sbandare, i cibi precofenzionati finiscono, i vestiti puliti pure, e sarà proprio nella lavanderia del condominio che la sua vita cambierà, incontrando la nuova vicina, Beth, che ne rimane subito affascinata, per quei modi diversi, per quel suo essere apparente stralunato.
Non ci vorrà molto prima che la verità venga a galla, spiattellata dallo stesso Adam che non sapendo cosa Beth possa provare in sua compagnia, glielo chiede, candidamente, come il suo psicologo gli ha insegnato a fare.
Un ostacolo riesce sempre a rendere più forte un amore, soprattutto se questo sta appena nascendo, e così Beth inizialmente restia, si trova a trovare in questo amore che ha bisogno di tante parole, di tante attenzioni, l'uomo giusto, a cui insegnare tutto, come un bambino, a cui dire tutto, come un amico, da cui farsi proteggere, come un amante.
Di mezzo però ci si mette la famiglia, che non vede in Adam l'uomo che da sempre ha voluto al fianco della loro unica figlia, troppi problemi, troppe stranezze.
Di mezzo ci si mette pure la giustizia, con quel padre contrario che rischia la prigione per via di affari loschi.
Di mezzo ci si mette anche la perdita del lavoro, che sovrasta l'instabilità emotiva di Adam di nuove preoccupazioni.


La dolcezza del film, e la bravura di Dancy riescono a far dimenticare di trovarci di fronte ad una classica commedia romantica, che nasce da un incontro casuale, si sviluppa nel romanticismo per poi approdare laddove si sono accumulati i problemi perdendosi un po'.
Non aiutano troppo il doppiaggio italiano, che rende Rose Byrne una finta bionda fin troppo languida e melensa, il ruolo odioso di Peter Gallagher e la regia piuttosto anonima di Max Mayer che fa sì il suo dovere, ma si dimentica in fretta, pur essendo contornata da una bella colonna sonora
La fortuna di Adam è che nella sua ultima parte mette da parte l'amore, accantona il romanticismo, mostrando invece le sue conseguenze: una crescita che ha sì un lato malinconico, ma anche uno straordinario, che ha portato lontano, che ha portato avanti.
Come tutte le storie più importanti della nostra vita.


2 commenti:

  1. Il doppiaggio non lo ricordo, anche se una volta l'ho mezzo intravisto - pensa un po' - su MTV in versione italiana, ma quel protagonista fuori dal mondo e quei toni da Sundance già al tempo mi avevano un po' conquistato, a modo loro. Dovrei rivederlo. Per il Dancy post Hannibal e per una Byrne, adesso, giustamente lanciata. Mi piaceva molto, lei, con la Kruger e un Hartnett meno cane del solito, in Wicker Park. :)

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    1. Lei non la conoscevo proprio, ma googolando ho capito che questa non è forse il suo miglior momento, al contrario di Dancy, sempre tanto bello e tanto bravo!

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