10 settembre 2015

Venezia 72 - Remember


Dimenticare se stessi, dimenticare la propria vita e il presente, è una delle cose più terribili.
Soffrire di demenza senile, o di Alzheimer, ti porta via una vita intera.
E' quello che succede a Zed, ad ogni risveglio, in cui automaticamente, chiama il nome di Ruth, della moglie, senza più trovare risposta.
Se n'è andata da un paio di settimane, lasciandolo solo nell'ospizio in cui si erano rifugiati, ma lo ha lasciato con una missione da compiere, una missione che l'amico Max ha per lui pianificato nei minimi dettagli: ritrovare il comandante nazista che ha sterminato le loro famiglie ad Auschwitz, e farlo fuori.

Per farlo, visto la mente ballerina dell'uomo, una lunga lettera lo accompagnerà passo dopo passo, portandolo a stanare l'uomo, che si nasconde negli Stati Uniti: sono quattro gli omonimi da ricercare ed interrogare, cercando di capire e di ricordare la voce e il viso dell'aguzzino.
Partiamo così in un viaggio on the road in cui per primi siamo in pena per il tenero Zed, in cui ogni suo gesto, potrebbe essergli fatale: dimenticare la lettera? Dimenticare la pistola al confine con il Canada? Perdersi senza più ritrovarsi?
Le tappe lo portano a conoscere ebrei che, come lui, hanno sofferto, nazisti che non hanno mai accettato la soluzione finale di Hitler, e giovani nazisti ancora esaltati, ancora antisemiti, ancora legati a una mentalità e a una storia che andrebbe abbattuta.
I passi incerti di Zed, che hanno messo in allarme l'ospizio prima, il figlio poi, proseguono senza grossi ostacoli, riuscendo ad aggirarli e ad andare avanti, fino alla sua ultima tappa, quella della verità, quella che richiede il confronto con questa.
Christopher Plummer lascia nuovamente basiti: splendido interprete, capace di calarsi in panni non facili, bravissimo e commovente, nella sua solitaria maratona ben diversa, per forma e stile da quella di Sorrentino in This Must be the Place.
Atom Egoyan lo dirige sapientemente, con una regia piuttosto didascalica che trova la sua forza più che nelle immagini, nei dettagli, nella costruzione di una storia che arrivata al suo epilogo, è tutta di rivedere.
Quel ricordare, esortativo del titolo, può anche annientare.
E la ricerca di vendetta si può fare espiazione.
Si resta basiti, anche di fronte ad un piccolo spiegone che poteva essere tralasciato, si resta davanti ad una verità amara e difficile da accettare, con un film, e un protagonista, che continuano a pulsare dentro.

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