18 aprile 2016

Lost - Stagione 2

Lo ritenevo uno degli inizi di stagione più folgoranti di sempre.
A distanza di anni, la sensazione non è cambiata.
Lo sbigottimento, la sorpresa di trovare Desmond, l'uomo da tre anni chiuso in quella botola, la cui routine viene scossa da una vera e propria esplosione, è davvero un qualcosa di inaspettato, e vedere il tutto attraverso gli occhi di un giovine che qualcosa dice di aver intuito, è stato altrettanto bello, come allora.
Questa stagione inizia così con il botto, ma bisogna ammettere che la forza di un inizio pieno di misteri un po' si perde, abituati alla struttura degli episodi, a quanto ogni protagonista di sé nasconde.
Anche per questo si accetta l'arrivo di nuove entrate nel cast, a rimpolpare attraverso le loro vicende quanto vediamo: gli altri, che non sono gli Altri, ma semplicemente i sopravvissuti della coda dell'aereo non hanno lo stesso peso di Jack e soci, e se Mr. Eko è entrato di diritto con la sua saggezza serafica nel cuore del giovine, a sostituzione di Locke, l'invasato Locke, Ana Lucia continua a detenere la palma per il personaggio più odioso della serie, e no, non mi commuoverò mai per la sua dipartita, cara facciadasberle di una Michelle Rodriguez.




Il fulcro della stagione, almeno nella prima parte, resta però quella botola misteriosa, che dà conforto e cibo ma che chiede anche tanto, con la lotta cervellotica ogni 108 minuti se premere o meno quel pulsante.
Io, personalmente, non lo premerei.
In questo modo si delineano ancor più i due leader: la scienza e il pragmatismo di Jack, la fede cieca di Locke, che vacilla, nel finale, e se ne gode. Se ne gode neanche fossimo Charlie.
Se la botola divide la coppia Jack/Kate, la botola fa conoscere non solo Desmond e la sua importanza, ma anche qualcosa di più su Hugo, sul suo passato, sulla sua stazza.
Il suo flashback è sicuramente quello con più cuore (a pari merito con quello dei pucciosi Bernard e Rose), anche per come il cuore si spezza, proprio quando si era aperto, alla bella Lizzie.
Ed è qui che entra in gioco colui che al momento si conosce con il falso nome di Henry, quel Ben che a distanza di anni continua ad incutere un'inquietudine non da poco, la cui prigionia comporta molti momenti choc.


Vista a rilento, e già questo è un segnale, patita nella sua fase centrale, con flashback che illuminano ancora il passato di ognuno, senza però l'effetto sorpresa, la sensazione che Lost qui si sia stabilizzato per poter raccogliere le idee si insinua.
Certo, i finali a sorpresa, gli scontri, le truffe di Sawyer, le sue battute che restano tra i dialoghi più divertenti della serie, tengono in piedi comunque la baracca. E la tengono in piedi più che bene,
E mentre il numero dei morti si accumula, con fuori uscite importanti, mentre il destino rimane sospeso per i protagonisti più stretti, ad interessare davvero, ora, è l'identità di questi Altri, l'identità, vera, di Henry.
E si corre subito al cofanetto della stagione 3.

1 commento:

  1. Per me, forse, la stagione migliore insieme alla terza.
    Un cult assoluto, e Sawyer numero uno. ;)

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