15 luglio 2016

A Girl Walks Home Alone at Night

Andiamo al Cinema

Un film in arrivo dall'Iran.
Un film horror in arrivo dall'Iran.
Un film in arrivo dall'Iran diretto da una donna.
Un film horror diretto da una donna.
Un film horror in arrivo dall'Iran diretto da una donna.
È con queste curiosità che si susseguono che A girl walks home alone at night si è fatto strada al Sundance prima, dove è stato presentato due anni fa, nella rete poi, ricevendo voti altissimi, elogi infiniti.
Ma non è ovviamente solo per questi motivi di "genere", è anche per come ci racconta una storia di per sé banale, che vede un vampiro, donna, protagonista, un amore che può nascere, una buia notte in una cattiva città da cui scappare.


Quel come è un bianco e nero per cui la definizione "poetico" è perfetta.
La macchina da presa con i suoi movimenti fluidi, ci porta sulle strade di Bad City, una città senza nome, quasi un città del vecchio west se non fossimo invece in un Iran che ricorda l'America degli anni '50 con i primi scampoli di libertà e modernità.
Fra queste strade si muove lei, con una maglia a righe che fa molto rock & roll e fa molto contrasto con il velo che porta.
Si muove, segue, incontra.
Fra queste strade c'è Arash, gran lavoratore, gran sognatore, un James Dean affascinante che si porta a casa un gatto, che deve fare i conti con un padre che annega i dolori della vedovanza nella droga fornita da uno spacciatore con cui i debiti crescono sempre di più, che a sua volta annega le sue frustrazioni con la prostituta della città, che di notte vive e lavora pure lei, e con cui anche quel padre tossicodipendente va volentieri.
La ragazza, tutto vede, tutto segue, alla ricerca di una vittima, del sangue.
Arash finisce per innamorarsene, per vedere nella sua ombra, nel suo buio, la possibilità di scappare.


Lo si è detto, la storia di per sé non è nulla di così originale e in realtà non è nemmeno così horror, con pochissime scene davvero spaventose, ma con quell'atmosfera, tesa e resa ancora più inquietante dal bianco e nero, che di brividi sa suscitarne.
Quel che conta, è come questa storia ci viene raccontata, con evidenti esercizi di stile, ma anche con scelte di fotografie, di scene allo specchio, di inquadrature diverse, che lasciano il segno.
Non ci si aspetta poi così tanta modernità di linguaggio, nel mostrare sangue e sesso, nel farci sentire quella musica così malinconica pur nel suo essere rock come quella dei White Lies.
Calibrato, trattenuto, a tratti forse un po' troppo lento, come quella camminata con cui quella ragazza percorre le buie strade di Bad City, il film di Ana Lily Amirpour sa essere una sorpresa, non del tutto riuscita, ma comunque capace di attirare su di sé un'attenzione che sa andare al di là della sua provenienza.
E tra le bravure di attori inquietanti e affascinanti, vorrei un plauso per quel gatto, sempre in parte, davvero espressivo.


Regia Ana Lily Amirpour
Sceneggiatura Ana Lily Amirpour
Cast Sheila Vand, Arash Marandi, 
Marshall Manesh, Mozhan Marnò
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Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
2 Leoni su 5

4 commenti:

  1. Film strano e straniante...elegantissimo...se mi è piaciuto?A dir la verità non lo so...comunque una visione la merita sicuramente...

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    1. Horror ma prima di tutto film molto particolare. A tratti sembra quasi più un esercizio di stile quello della regista, ma se ne rimane comunque affascinati. Come te, non è ben capito se mi ha conquistato, gli manca qualcosa -velocità? guizzo?- per convincermi del tutto purtroppo...

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  2. Devo ancora vederlo, anche se so che non farebbe breccia.
    Tanta forma, poca sostanza. Basta?

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    1. La forma è davvero notevole, se ne resta affascinati, ma sì, la sostanza non è altrettanto all'altezza purtroppo...

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