19 ottobre 2016

Swiss Army Man

Andiamo al Cinema

Sorridi perplessa.
Alzi il sopracciglio.
Resti basita.
Resti a bocca aperta.
Sorridi malinconicamente.
Ti si stringe il cuore.
A volte il disgusto fa capolino.
A volte lo fanno gli applausi, o le risate.
Così, in questa gamma di emozioni tra le più sfaccettate, si reagisce a Swiss Army Man, film che già nella sua presentazione al Sundance ha conquistato, e diviso.
Normale, se uno dei protagonisti del film è uno zombie. Normale se lo zombie in questione scoreggia senza ritegno, se quelle scoregge sono usate in modo folle -e geniale- all'interno della sceneggiatura come espediente d'azione da una parte, come grande metafora dall'altra.
Sì. Si parla di scoregge. Si parla di morti. Ma soprattutto si parla di vita, di sopravvivere, di amore e di amicizia.
In un film che è sì folle -e geniale- nel mettere tutto assieme, in un survivor movie su un'isola deserta prima, in mezzo al bosco poi, dove a dover davvero sopravvivere, o tornare in vita, è l'umanità, con la sua gamma di emozioni tra le più sfaccettate.



Per farlo, i The Daniels, si affidano a due soli attori: al Paul Dano che è ormai una garanzia e non sbaglia davvero mai un colpo, e a un Daniel Radcliffe che prende le distanze ancor più dal maghetto che era -e sono la prima ad odiarmi per dover sempre fare riferimento ad Harry nei suoi confronti- e si trasforma in un walking dead, o un farting man, che impara poco a poco cosa significa vivere, provare emozioni, innamorarsi.
Manny è però prima di tutto uno strumento, un swiss army man, un coltellino svizzero dalle mille capacità: sa solcare le onde, sa rompere rami, sa procurare acqua, sa indicare la strada nel modo più folle -e geniale- che ci sia. Hank trova in lui un mezzo per cavarsela in quell'isola e in quel bosco, ma trova anche un amico, e forse un amore, con cui condividere ricordi e speranze, con cui vivere.
Nel poco tempo che i due trascorrono isolati, si creano un vero e proprio mondo, fatto di autobus e di cinema, di feste e party, dimenticando quasi il perchè sono lì, il motivo per cui dovrebbero andarsene. C'è più vita tra i morti, che tra i vivi. C'è più sentimento.


E la malinconia, con tutto questo materiale, con quelle folli -e geniali- installazioni che Hank crea, non può che far capolino, sussultando di fronte a una sceneggiatura che parla di scoregge per dire altro, che racchiude tutte le paure dei solitari.
E i sorrisi, non possono che far capolino di fronte a quelle scoregge che significano altro, di fronte a una colonna sonora che rivisita in chiave nuova, folle -e geniale- canzoni come il tema portante di Jurassic Park, per dire, di fronte a una regia che lavora soprattutto di montaggio, veloce, bellissimo.
Si arriva al finale non troppo in fretta, è vero, un po' a sorpresa, anche, illuminati dai fari di un auto e dagli artigli di un orso, e la paura di aver immaginato tutto, di esserci illusi ancora e ancora una volta, fa capolino assieme all'ansia.
Così, in quel finale che ancora parla di e usa le scoregge, in quel finale che mette dubbi e incertezze, c'è tutta la genialità -e la follia- di un film che sarà difficile da dimenticare.


Regia Dan Kwan, Daniel Scheinert
Sceneggiatura Dan Kwan, Daniel Scheinert
Musiche Andy Hull, Robert McDowell
Cast Paul Dano, Daniel Radcliffe, Mary Elizabeth Winstead
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12 commenti:

  1. Confermo la follia e la genialità di questo film, in grado di elevare la scoreggia a poesia. Mica un'impresa semplice... :)

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    1. Esatto, far ridere con una scoreggia è facile, commuovere è tutt'altro.

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  2. Come sai già, l'ho adorato.
    Emozionantissimo - anche se non profuma proprio di rose, eh. :)

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    1. Ed è quello il suo bello, puzza ma con grande dignità ed emozione :)

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  3. Sto per recuperarlo.
    E considerato come mi pare l'abbia preso Cannibal, spero proprio di stroncarlo. ;)

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    1. A naso, per collegarmi al commento sopra, il film è tanto cannibale quanto pane e salame. Aspetto il tuo parere ;)

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  4. Via, ne parlate tutti molto bene... pensavo di stroncarlo perché a pelle mi sta antipatico, ma lo guarderò senza pregiudizi :)

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    1. È decisamente in stile Sundance, ma ha tanto cuore oltre che stile. Guardalo senza pregiudizi e abbandonatici!

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  5. Ci voloeva una scorreggia per spazzare via Harry Potter! XD
    Se c'è ancora nel mio cinema di fiducia magari lo vedo!

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    1. Brava! Altro che bacchetta magica, vedrai cosa usa qui Harry per orientarsi ;)

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  6. Io sul finale ho pianto.E lo so che sono una vecchia frignona e non faccio testo,ma proprio quel parlare di cosa vuol dire sentirsi talmente soli da stringere amicizia con un cadavere,mi ha smosso dentro qualcosa.

    E no,non sto parlando del gas XD XD XD

    Delirante eppure poetico e bellissimo.Geniale.

    E bravo Radcliffe che si sta reinventando in vari film indie e particolari(a noi era piaciuto anche Horns)!!!!

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    1. Horns ancora mi manca, ma sì, Radcliffe è da ammirare per le sue scelte mai banali e sempre "strane".

      Qui non sono arrivata a piangere, ma a commuovermi sì, quella solitudine e quel senso di diversità lo hanno comunicato bene, a suon di scoregge e non solo :)

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