14 marzo 2017

Comedy: Man Seeking Woman s03 - Bojack Horseman s01-03

Man Seeking Woman - Stagione 3 


Non perde un colpo, Man Seeking Woman.
Siamo ormai a 30 puntate, e non ce n'è una che non sia geniale, assurda, divertente e fantastica.
Il rischio ripetizione, dopo la seconda stagione, c'era, ma viene ampiamente arginato inserendo una new entry: Josh non cerca più ragazze, ma una ragazza la trova, la ragazza perfetta per lui, Lucy.
Così facendo, quella mente fervida di Simon Rich che da ogni situazione da cliché della vita di coppia, la ribalta per nostro sommo piacere: dall'occupazione da parte del partner dell'appartamento dell'altro, al fatidico incontro-scontro con la suocera, dalla diffidenza e la gelosia del migliore amico accantonato (perchè sì, purtroppo Mike viene messo un po' in disparte) al rischio abitudine, e quell'avventura che tenta... sì, le più classiche situazioni del rapporto di coppia, si diceva, vengono usate come canovaccio in cui divertire citando film cult come Il sesto senso, Nel paese delle creature selvagge o Space Jam, o creando episodi dalla narrazione diversa, con speciali del telegiornale, conferenze stampa e ambientazioni medievali in cui pure la politica e la religione, anzi Dio in persona, vengono presi di mira.

Tra questi nuovi 10 episodi, quindi, non si sa davvero quale scegliere come il migliore, e non manca nemmeno quello più profondo dedicato come da tradizione alla sorella di Josh, Liz.
Jay Baruchel conferma la sua vena comica, ma pure Katie Findlay, sì, la Rosie Larsen di The Killing e la Rebecca di How to get away with murder, si dimostra un'ottima partner spigliata e bella al punto giusto.
Di più, per non rovinare sorprese e visioni, non si può dire, e lo so che poco si capisce, ma se non lo avete ancora fatto, andate di binge watching con questa serie dalla durata brevissima ma davvero folgorante.
Ora che il Man e la Woman del titolo si sono trovati, non si sa se si andrà avanti. Un rinnovo ancora non è stato confermato, ma sarebbe un peccato non proseguire questa fantastica avventura ora evolutasi, perchè di sorprese, di idee da sviluppare così genialmente, se ne vorrebbe ancora.


Bojack Horseman Stagione 1-3


Le serie animate mi spaventavano.
I Simpson li ho abbandonati da tempo, i Griffin, mi hanno stancata da parecchio.
Da Netflix, però, arriva il ciclone Bojack, e il consenso unanime.
Con quel mese di prova che sono poi diventati due, mi metto alla prova pure io e inizio questa serie dalle premesse assurde, di un mondo popolato anche da animali antropomorfi, protagonista un cavallo, attore all'apice del successo negli anni '80 con la sitcom Horsin' Around, ora attore fallito, ubriacone e autodistruttivo.
Ed è amore.
Non dal primo episodio, ma basta dire che la prima stagione con le vacanze natalizie a favore, è stato bruciata in una settimana. Poi i tempi si sono dilungati, ma l'universo di Bojack è entrato di peso nella mia quotidianità, impazzendo per il tonto Todd, per la cinica Diane, per l'ingenuo Mister Peanutbutter e pure per la workaholic Princess Carolyne.
Il bello, poi, di questa serie animata, è che non per questo ci propina episodi a sé stanti, anzi, si evolve, si prosegue, in una trama orizzontale sempre più densa in cui andando avanti con le stagioni, la vena comica lascia lo spazio a quella più dolceamara e malinconica.
La nostalgia canaglia di Bojack per i tempi d'oro del suo successo, il suo sabotarsi in memoria di chi ha lasciato per strada, non lascia indifferenti.
Non si contano i riferimenti e le citazioni alla Hollywood più famosa, guest stars d'eccezione comprese, non si contano nemmeno le risate per quelle spalle comiche che sono Todd e Peanutbutter, soprattutto quando insieme, e non si contano anche in questo caso gli episodi geniali, uno su tutti, Fish out of water in cui non servono letteralmente le parole.
Bojack Horseman si è così rivelato una sorpresa e una droga, un appuntamento fisso a cena negli ultimi mesi, e un compagno di viaggio verso la serietà dell'ultima stagione.
A fare la differenza, poi, le voci, quelle voci che per me fanno sempre la differenza, e se Aaron Paul è sempre un piacere da risentire, se Alison Brie si conferma ottima comica a discapito del ruolo in Mad Men con cui l'abbiamo conosciuta, è Will Arnett, la sua voce profonda e cavernosa che non si può non adorare.
Punto in più, infine, la colonna sonora, a partire dal tema della sigla fino al tema dei titoli di coda che si canta ad ogni singolo episodio.
Insomma, se come me si è titubanti di fronte a una serie animata, come me si può lasciar andare ogni dubbio, e amare Bojack e il suo universo.

6 commenti:

  1. La penso come te, Bojack Horseman è una delle migliori serie in circolazione, in certi momenti sa essere amarissima malgrado i disegni animati. Cheers

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    1. Non credevo, colpa mia, ma felice di essermi ricreduta. Sì, sintonizzatami nel mondo di Bojack non se ne può più fare a meno.

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  2. Perché non le inizio?
    Misteri della vita. Ora mi so attrezzando con l'Ipad di mio padre, per i viavai tra casa e università. Almeno ottimizziamo i tempi. :)

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    1. Già, perchè non le inizi? La durata brevissima è perfetta per un pendolare, e soprattutto, le adorerai per quanto bene sono scritte, credimi ;)

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  3. Spassosissima la terza stagione di Man Seeking Woman. Non ci sarà più l'effetto sorpresa dell'inizio, però anche per me continua a tenere botta più che bene!

    Grande che hai recuperato BoJack Horseman!
    E felice che ti sia piaciuto. A me è piaciuto fin dal primo episodio, fin dalla sua splendida sigla. Una volta che uno ci si affeziona, poi, si prosegue divorando le puntate.

    Fish out of water, da te giustamente citato, è un capolavoro.

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    1. Mi ci sono voluti un paio di Bojack per entrare nel suo humour, ma poi è stato amore e ora sono in crisi di astinenza.
      Pure le avventure di Josh sono volate, e ogni settimana garantendo una genialata unica... queste sì che sono le comedy che piacciono a me!

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