3 maggio 2017

The Most Beautiful Day

Andiamo al Cinema

L'idea, non è certo delle più originali, diciamolo subito.
Di malati terminali che decidono di togliersi ogni freno, di realizzare ogni desiderio, prima di andarsene, tra cinema e serie TV se ne sono visti tanti, forse troppi.
Lo sviluppo, pure, non è dei più originali: con l'iniziale diffidenza che cede il passo alla complicità, con piccoli e grandi colpi di scena, con piccoli e grandi imprevisti da affrontare e infine, tra qualche risata stiracchiata e sincera, arrivano le lacrime, pure loro a volte stiracchiate, a volte sincere.
Cosa differenzia allora, il tedesco The most beautiful day dai cugini americani Non è mai troppo tardi o The Big C?



Come sempre, a fare la differenza, sono gli attori protagonisti, la loro alchimia, e poi, il cuore, che il film di Florian David Fitz (ance sceneggiatore, e anche e soprattutto protagonista) dimostra di avere, cercando di non prendersi mai troppo sul serio, di non essere troppo zuccheroso e per questo scivolando qua e là in una comicità piuttosto prevedibile.
Ma tant'è, The most beautiful day ha dalla sua una buona dose di sincerità.
Lo spunto, è sempre quello:
in scena ci sono Andi e Benno, il primo malato di fibrosi polmonare, in attesa ormai vana di un trapianto, al secondo che sviene, si addormenta, ad ogni forte emozione, è stato diagnosticato un cancro incurabile e ovviamente all'ultimo stadio.
Condividono forzatamente la stanza in una clinica per malati terminali, e tanto è ligio, serio, in riga il primo, tanto è scalmanato, irrequieto, coraggioso il secondo.
L'idea, è quella di partire, andarsene come vogliono, cercando il loro giorno perfetto dopo il quale suicidarsi, e condividendo il tutto in un blog. L'idea, per realizzarlo, è chiedere un mutuo, o trovare una valanga di soldi, per realizzarla. In realtà, il piano nascosto, è raggiungere Città del Capo, dove l'ex compagna di Benno si sta per sposare, e poter vedere almeno una volta la figlia mai conosciuta.


E sì, ovviamente ci sono gag, ci sono incomprensioni, ci sono litigi, prime volte, viaggi assurdi e improbabili, e no, non c'è il lieto fine, o forse, l'accettazione della morte, in fondo lo è.
Perché anche se The most beautiful day niente di nuovo racconta, nel perpetrare questo schema di racconto ci vuole insegnare che la morte, fa parte della vita, che come andarsene, si può scegliere, o almeno, non come, non quando, ma con chi.
I bei Florian David Fitz e Matthias Schweighöfer, sono così compagni di viaggio e di vita che sanno divertire ed emozionare, aiutati da una regia piuttosto patinata che ci fa perdere in paesaggi mozzafiato e in musiche pop e orecchiabili scelte a puntino.
Non sarà il film più bello, né il meno bello, ma il suo lavoro lo fa bene, e qualche lacrima, qualche risata, la porta a casa senza pensieri, anzi, facendo pensare, che è meglio.


Regia Florian David Fitz
Sceneggiatura Florian David Fitz
Musiche Egon Riedel, Siggi Mueller
Cast Florian David Fitz, Matthias Schweighöfer, Alexandra Maria Lara
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6 commenti:

  1. ...cioè io non so se ce la posso fare...
    mi sono commossa solo nel leggere la recensione

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    1. Ce la puoi fare, anche perchè fortunatamente le risate sono al pari delle lacrime, in un bell'equilibrio che aiuta la visione ;)

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  2. I film in bilico tra divertimento ed emozione negli ultimi tempi stanno tirando un casino, soprattutto nel cinema europeo. Effetto Quasi amici?

    In genere è un genere di film che mi piace e questo pare abbastanza beautiful, quindi comincio a segnarmelo. ;)

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    1. Beautiful lo è, ma non riesce a lasciare lo stesso segno di Quasi Amici, anche se i protagonisti hanno il loro perchè ;)

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  3. Mi ispira molto. Lo aspetto.

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    1. Visione leggera ma non troppo, a tratti manca mordente, ma nella penuria primaverile si lascia guardare sisi!

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