19 novembre 2017

La Domenica Scrivo - Hotel (di stanze da ricordare, altre da dimenticare, di tappe e percorsi)

Lo scorso anno Chiara Gamberale decise di ricordare il suo anno attraverso i bagni frequentati.
[se n'è parlato QUI]
Idea curiosa, un po' folle, ma capace di capire come quell'anno fosse stato, quali passaggi -dai più anonimi dell'autogrill ai più intimi di amici che inauguravano o vendevano casa- fossero avvenuti.
Io, la mia vita, potrei definirla attraverso gli Hotel in cui sono stata.
Mi rendo conto che no, non è un percorso in salita, dall'ostello in cui io e le mie amiche siamo addirittura riuscite a contrattare il prezzo in mezzo alla strada, sul punto di andarcene, all'ultimo ostello rumoroso come pochi altri, il cambiamento sembra quasi non esserci. Anche perchè della stessa città -Praga- si tratta.
Non sono ancora arrivata a soggiornare in suite principesche, in camere dalla vista mozzafiato, all inclusive, con tanto di portiere e portantino. No, proprio no.
Anzi. Questo resta il mio sogno, come una piccola Macaulay Culkin aspetto il giorno di trovare una carta di credito senza limiti, ma un Trump ad indicarmi la strada anche no.
Quello che conta in questo percorso, sono però le tappe di mezzo.



Perché sì, si parte con gli ostelli, con le camerate economiche, non certo pulite, non certo pratiche tra la sopracitata Praga, Parigi (dove la colazione compresa era quella delle macchinette del caffè) e Londra (con doccia in stanza, senza però nessun divisorio, nessun piccolo corridoio dove spogliarsi). Londra, poi, una delle città in cui sono stata di più, mi ha vista passare da quell'ostello all'albergo più costoso ma non per questo più rinomato, complice un amico più dispendioso di me, che ha comunque voluto igienizzare e pulire da sé la nostra camera, poi un appartamento convertito ad hotel, e infine un hotel come forse sono tutti quelli di Londra: vecchio, piuttosto squallido con la sua moquette, i muri scrostati, le scale ripide e i bagni in cui ci si sta a malapena.
Meglio è andata a Berlino, altra città in cui soggiornare più volte è obbligatorio se hai una sorella che ci vive e non sempre può ospitare, e allora qui abbiamo una stanza enorme, per quanto fredda nei suoi arredi essenziali e con ogni probabilità solitamente adibita a persone diversamente abili, abbiamo appartamenti interi, e bellissimi, e infine pure un bungalow in riva ad un lago. Che ricordi.
Non mancano le esperienze AirBnb, tra una Parigi mai così bella e pulita se vissuta in un appartamento come si deve, e una Torino in cui ci si sente a casa, e non manca pure il campeggio, in giro per la Corsica, con le sue scomodità di bagni in comune, ma con la libertà di muoversi e -cosa non da poco- spendere pochissimo.

Restano nel cuore e nella mente due opposti: il più bello come il più brutto.
Partiamo da Barcellona, da una stanza affittata forse abusivamente -anche se Booking dice di no- senza indicazioni, senza sapere a chi suonare, una stanza che puzza come non mai, piccola e ancora più piccola se la carta da parati che la ricopre mostra in continuo accostamento il traffico di New York. A Barcellona.
E arriviamo a Monaco, nel primo viaggio con il giovine, in cui l'hotel è forse il più hotel mai frequentato, quello con una reception elegante, con tavoli eleganti, in cui la camera ha il suo bagno, ha pure il suo piccolo salottino, e da quella camera -che tanto Monaco è piccola- si è usciti poco.
In mezzo tanti non luoghi, tanti piccoli porti in cui nemmeno si disfa la valigia, dove riposare e lavar via le visite e i chilometri percorsi, con l'idea che meno si spende meglio è, più resta per divertirsi fuori, tra ristoranti e pub, con l'idea che non è l'hotel malandato, non è il letto scomodo e nemmeno il bagno minuscolo a fare una vacanza, è tutto il resto.
Come a dire, sì sono un po' spilorcia, viaggio in economia, e la mia vita preferisco viverla fuori da quelle quattro mura che non sono casa, preferisco la scomodità momentanea alla comodità di ricordi, ritenendo superfluo spendere troppo per un letto dove semplicemente dormire, cercando di arrivarci il più tardi possibile la sera, di lasciarlo al più presto al mattino.
Così, in questa carrellata, mi rendo conto proprio come la Gamberale, che anche se ricordo solo le più significative, lasciando indietro le stanze più anonime, quelle meno vissute, quelle meno degne di nota e di trovare qui il loro spazio, pure quelle son servite, per farmi conoscere musei, artisti, città, spazi, per farmi vivere avventure e sogni. Non luoghi, non case, non niente, che però a prezzo contenuto, possono pure cambiare una vita.

4 commenti:

  1. Interessante punto di vista, d'altronde quasi tutti hanno avuto esperienze belle e brutte in un hotel, anch'io se per questo, fortunatamente però è quasi sempre andata bene, nonostante non ho mai varcato i confini ;)

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    1. I commentatori di booking sono un ottimo esempio, per lo stesso hotel puoi trovare chi lo ritiene l'inferno in terra, e chi c'ha soggiornato magnificamente. Punti di vista, ovvio, che mandano in crisi me durante la prenotazione :)

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  2. Non sono un gran frequentatore di hotel. Più che altro qualche ostello o bettolaccia di terza categoria. :)
    Quindi su questo siamo abbastanza sulla stessa lunghezza d'onda.

    Anche se, avessi i miliardi, forse un fan degli hotel di lusso potrei pure diventarlo...

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    1. Se avessi i miliardi non dico hotel di lusso estremo, ma qualche stella me la concederei che certe bettole sono entrate nei miei incubi :)

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