18 novembre 2017

La Signora dello Zoo di Varsavia

Andiamo al Cinema

Dici film sull'Olocausto e subito pensi al solito film sull'Olocausto.
Al buonismo, a quelli che di fatto sono diventati cliché, all'eroe coraggioso, ai tedeschi cattivi e senza pietà, ai sotterfugi, all'ansia che questi creano, al lieto fine -nonostante tutto- finale.
Ed è un peccato.
Perché in tempi in cui davvero non si dovrebbe dimenticare, in cui ricordare dovrebbe continuare a fare male, che il cinema proponga sempre la stessa formula per una storia che è vera, non aiuta di certo.
Sembra poi quasi un obbligo sfornare almeno un paio -o più- di titoli a tema all'anno, ottimi da presentare a fine gennaio quando ricorre la Giornata della Memoria, ottimi da presentare alle scuole, non sapendo però risvegliare a dovere gli alunni chiamati ad aprire gli occhi.
A ben guardare, tra pigiami a righe e quant'altro, solo Il figlio di Saul -nella sua estrema crudezza- o il tarantiniano Bastardi senza Gloria -per quanto tarantiniano, ovviamente, e derivativo e non propriamente storico- hanno saputo emergere dalla massa negli ultimi anni.
E purtroppo La signora dello zoo di Varsavia non fa eccezione.



Il purtroppo è più per la presenza di Jessica Chastain nella produzione, che per altro.
Perché, diciamolo subito, la carta buonismo era ovvia e già in tavola, dovendo parlare non solo di ebrei ghettizzati, perseguitati, alla ricerca di una speranza, di una fuga o di un rifugio, ma anche degli animali dello zoo di Varsavia, che lo popolano, e che la guerra come la cattiveria tedesca, di certo non risparmiano.
La nostra Jessica -che sa spingere chiunque alla visione- di certo fa la sua parte. Si cala nel personaggio di moglie sensibile e semplice del guardiano dello zoo, che coccola gli animali, anche i più pericolosi, che instaura con loro un rapporto speciale. È una donna forte, Antonina, che allo scoppiare della guerra, a Polonia ormai invasa, non ci sta, e per quanto possibile, cerca di opporsi. Lo fa con un marito altrettanto coraggioso e dissidente, lo fa ospitando nelle gabbie ormai vuote dello zoo, famiglie, soldati e semplici bambini ebrei, che dal ghetto scappano.
La storia -vera- sa ovviamente come instillare speranza in un'umanità che sembra sparita dalla faccia della Terra, sa come mostrare i buoni, irrimediabilmente buoni, i cattivi, cattivi con la loro ferocia che si scarica anche su un innocente cammello, figurarsi su una ragazzina ebrea.
Il film, però, si incaglia presto.


Si incaglia nel mostrarci ancora e ancora gli espedienti di fuga da quel ghetto, si incaglia nel mostrarci il rapporto teso e falso tra Antonina e il dottor Lutz -un Daniel Bruhl sempre inquietante in uniforme tedesca-, che va avanti un po' paradossalmente per anni. Ma si incaglia soprattutto nel suo finale. Sospendendo l'incredulità per quel marito molto più vecchio e che accanto alla Chastain sfigura, si capisce che per mettere un po' di pepe al film, si inventano stratagemmi che non reggono.
SPOILER
Per dire, Antonina va da Lutz, proprio ora che i tedeschi stanno abbandonando Varsavia. Instilla dubbi, dice la verità, così da mettere a rischio anni di sotterfugi e fughe. Il figlio, poi, quel figlio che in tempo di guerra cresce e aumenta di peso, non si sa perchè ma non se ne vuole andare, e pure lui, mette a rischio vite, compresa la sua, in una girandola senza senso di soluzioni che hanno il solo scopo di creare tensioni, da sciogliere poi in qualche lacrima.
FINE SPOILER
La Chastain ha dichiarato che voleva fare un film con gli animali, e il suo agente ha trovato questo copione, questo progetto, probabilmente partito proprio grazie al suo coinvolgimento.
E se la Chastain ripaga del biglietto, e se quegli animali che lei ama bucano lo schermo a dovere, il resto dello zoo non lo fa, anzi, finisce in quel girone fin troppo affollato di film sull'Olocausto così uguali tra loro che si finisce per confonderli e, cosa più pericolosa, per dimenticarli e dimenticare il dolore di una pagina di Storia.


Regia Niki Caro
Sceneggiatura Angela Workman
Musiche Harry Gregson-Williams
Cast Jessica Chastain, Daniel Bruhl, Johan Heldenbergh

4 commenti:

  1. Scanso film e romanzi sul tema, furbi e preconfezionati, ma questa volta il cast (diciamolo, Jessica Chastain) e la regia della Caro mi hanno attirato. E il film non mi è dispiaciuto, no, ma sull'argomento c'è senz'altro di meglio. L'ho visto in estate e ricordo il pressappochismo del montaggio, soprattutto nella parte conclusiva. Per fortuna, almeno in lingua originale, lei brilla con poco.

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    1. Lei si spende anche troppo per un film più televisivo che altro, e quel finale pasticiattissimo in cui le scelte dei personaggi continuo a non capirle, non aiuta.
      Jessica, hai avuto i tuoi animali, ora torna in te.

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  2. Purtroppo confermi i miei timori.
    Certo che perdermi un film con Jessica Chastain mi fa girare le scatole, e pure parecchio, però un giro in questo zoo mi sa che me lo posso pure risparmiare...

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    1. Di fronte ad un film così buonista e così poco solido nel finale, potresti anche vedere la Chastain con occhi diversi. Lei rimane brava e bella come non mai, ma puoi evitarti questa delusione.

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