14 novembre 2017

Room 104

Mondo Serial

Quante cose possono succedere in una camera d'albergo?
Quante avventure, quanti ospiti diversi, storie diverse, si porta appresso una semplice stanza?
L'idea, le domande, saranno sorte ad ognuno di noi, ma solo i fratelli Duplass hanno deciso di farci una serie TV.
12 episodi, 12 storie diverse, stessa stanza d'albergo, pardon, di motel.
La numero 104.
Non siamo certo in un posto lussuoso, anzi, siamo in una camera piuttosto triste e desolata, con quell'alone di vecchiaia che impolvera i suoi angoli.
Ma importa poco la stanza in sé, importa quello che ci succede, cosa ci succede, quanto la fantasia di sceneggiatori (anche se la maggior parte degli episodi sono scritti dallo stesso Mark Duplass) si possa divertire e ingegnare.
Meglio dirlo subito, però.
Non tutto fila liscio, non tutte le storie reggono.
Anzi.



L'idea splendida va a scontrarsi il più delle volte in storie che poco prendono, poco interessano.
In altre in cui si sperimenta fin troppo.
Prendere Voyeurs (1x06) come esempio, dove la danza si sostituisce alle parole, dove più che a un episodio di una serie TV sembra di assistere ad un corto sperimentale o un'installazione artistica.
E non me ne voglia la bella e brava Sarah Hay per questa sua seconda bocciatura dopo il non brillante Flesh and Bone.
O prendere Phoenix (1x08) dove anche qui si sperimenta, si mescolano le carte con l'aldilà, e la sopravvissuta di un incidente aereo che si rifugia nella 104 lascia così confusi da non soddisfare nemmeno un po'.
A sorpresa, poi, boccio pure quel finale (My Love, 1x12) che gioca la carta facile dei vecchietti di ritorno nella stanza protagonista della loro prima notte di nozze. I fazzoletti, però, restano ben chiusi, e ci si irrita un po' per urla e risate eccessive, per voler fin troppo tirare la corda ai condotti lacrimali.


Fortuna allora che in questi 12 episodi ci sono delle vere e proprie gemme.
A partire dall'1x01 Ralphie, un bel condensato horror, dove i brividi e gli spaventi non mancano, ma altri due piccoli capolavori che il cuore batte davvero.
In Red Tent (1x10) ritroviamo la bella conoscenza di Keir Gilchrist già apprezzato in Atypical impegnato qui a "salvare il mondo" con una bomba casereccia costruita all'interno di una tenda rossa. Quello che resta impresso, non è tanto la sua impresa, sono i discorsi, le riflessioni, la filosofia in agguato. La sceneggiatura che non sbava, gli sguardi e i riferimenti alla politica così come al cinema più pop, rendono il tutto perfetto.
Prima, però, c'è The Internet (1x05). E noi figli ci ritroviamo in questo guidare senza perdere troppo la pazienza i genitori nell'intricato mondo dei computer, anche se siamo nel 1997 e si parla di un Mac. Ma si resta sorpresi quando questa ansia, questo stress psicologico, questo sapere che il lavoro di una vita andrà perduto, prende un altro corso, e finirà davvero per cambiare la vita del protagonista, con verità rivelate che lasciano senza fiato.
La lezione allora è semplice: data una camera di motel poco importa se la si fa occupare da un Dawson Leery scambista, da ex mariti complessati, da vecchie glorie del tennis, da lottatrici di MMA o da una coppia di mormoni, quel che importa è la storia, la sceneggiatura che ci sta dietro.
Perché in una camera d'albergo non tutte le storie possono finire bene, ma ci saranno sempre quelle per cui quella camera d'albergo sarà un luogo speciale.


6 commenti:

  1. Mi attira moltissimo, ma purtroppo non ho visto neanche una puntata. Perché?
    Speriamo, tra pregi e difetti, tra stanze accoglienti e stanze meno accoglienti, che si presti al binge watching. ;)

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    1. E io che pensavo facesse parte dei tuoi consigli! Tra pregi e difetti, qualche puntata peserà parecchio, qualche altra saprà stupire e di sicuro far battere il tuo cuore, si parla di esercizi di scrittura, in fondo ;)

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  2. Dal trailer e dalla recensione sembra parecchio attraente come serie TV. Ma come fai a raccattare tutte queste cose interessanti???

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    1. Spulciando di qua e di là, affidandomi ai siti di sottotitoli, riesco a stare al passo. La serie attrae, soprattutto per l'idea geniale e per il fatto che alla fine, si tratta di cortometraggi più che di veri e propri episodi, alcuni davvero splendidi.

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  3. Ho visto i primi due episodi e mi sono pure piaciuti, però a queste serie a episodi singoli indipendenti non riesco a star dietro...
    Però la puntata con Sarah Hay, benché da te bocciata, me la voglio recuperare. :)

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    1. Io uso la tecnica: uno a cena, così per poco più di una settimana ho avuto il mio cortometraggio da vedere. Non tutti convincono, o entusiasmano, ma hanno il loro perchè.
      Vediamo se Sarah ti convincerà anche questa volta, il suo è l'episodio di certo più sperimentale e "artistico".

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