29 aprile 2018

La Domenica Scrivo - New York (il Prima)

Fa ancora un po' paura a dirlo: ma sono a New York.
O meglio, quando questo post si pubblicherà in modo automatico, sarò a New York.
Per il momento sono ancora qui, davanti a questa tastiera, in preda all'ansia e all'eccitazione per un viaggio improvviso, inizialmente non previsto, ma che si sta realizzando.
Non è mai stata la mia meta da sogno, se devo essere onesta. E lo dico nonostante l'idea che a breve In Central Perk sarà in Central Park mi manda in visibilio.
È sempre stata una meta che temevo, ma su cui negli ultimi tempi mi sono trovata a fantasticare più del dovuto.
Poi un'offerta aerea, poi gli amici che quell'offerta l'han presa letteralmente al volo, qualche discussione e qualche senso di colpa economico, e quel volo lo abbiamo preso anche noi, io e il giovine, con loro.
E poi, come sempre, non la leggerezza di avere un viaggio da sogno da vivere, ma una certa pesantezza che un'ansiosa come me non può evitare, per controlli diversi, per burocrazia diversa e complicata, per durata diversa, per Paese, continente, valuta e usanze, diverse.
Che ci posso fare, sono fatta così.
E già ne ho scritto QUI



Ma ho combattuto l'ansia a suon di entusiasmo, a suon di musei da vedere, palazzi da ammirare, skyline da scoprire e ristoranti da provare.
Ho combattuto il senso di colpa con quella piccola fortuna che mi assiste e che sembra un segno dall'alto, ho messo da parte l'agitazione lasciando anche agli altri il timone di comando, e quindi, a poche ore dalla partenza, l'ansia c'è, ma la felicità la batte.
Perché New York è quella dei caffè e delle chiacchiere infinite di Ross, Rachel, Joey, Monica, Chandler e Phoebe, i miei amici, è quella in cui Hannah e le sue Girls Frances costruiscono il loro futuro, è quella assaggiata a piccoli morsi con il romantico Dev.
È quella resa magica da Woody Allen, un palcoscenico su cui Tony e Maria ballano e cantano, è quella di cui Scorsese ha raccontato la costruzione, Spike Lee le ipocrisie, quella in cui Kevin McCallister si perdeva per la seconda volta, quella in cui le mie commedie romaniche del cuore trovano il loro ambiente perfetto, in cui Harry ha conosciuto Sally, Buddy l'elfo il padre, quella vista e rivista in cartoline, in film, in serie TV, in scorci.
Quella che il cinema ha reso un sogno solo all'apparenza distante, ma in realtà a portata di 9 ore di volo e qualche centinaio di euro.
E mi fermo qui, per ora, lasciando resoconti, riflessioni, esperienze fatte ad altre domeniche, continuando ad alimentare quel sogno e a mettere a dieta la mia ansia.
Nel frattempo, se avete qualche dritta, qualche consiglio, qualcosa che inevitabilmente devo vedere/provare/assaggiare, fatemelo sapere. Ho fame di esperienze, di consigli.
Nel mentre, il blog non andrà in vacanza, ma si trasferirà pure lui, per la prossima settimana, nella Grande Mela.

7 commenti:

  1. Grande! comunque noi vogliamo le foto eh? ;)

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  2. In Central Perk a Central Park è la realizzazione di un sogno, la chiusura di un cerchio.
    Un po' come se io scrivessi il mio blog dalla cella di isolamento di Hannibal the Cannibal Lecter. Oddio, più o meno... :)

    Certo che adesso entrano in gioco tutte le aspettative enormi che una città così mitica e cinematografica porta con sè. Riuscirà a soddisfarle come ad esempio ha saputo fare La La Land, o sarà The Big Delusione, per dirla con le tue parole?

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  3. Ma che magia.
    Il sogno di New York che si realizza, finalmente, e i post che si programmano. :)

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  4. Beh che dire..anche io sono ansioso e i viaggi metterebbero a dura prova la mia ansia..però dai, lascia agli altri "le redini" e goditi questo viaggio.

    Per me New York sarebbe la New York di Kevin McAllister: mi ci perderei!

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  5. Nemmeno per me New York è la mia mèta da sogno, ma perchè temerla? :) In fin dei conti è un bel viaggio come tanti altri che, se si ha la compagnia "giusta", può diventare pure bellissimo... non escludo nemmeno io di poterci andare prima o poi (anche se gli anni e la pigrizia aumentano in modo esponenziale). Se non ci sono (ancora) andato è perchè la mia idea di America è quella dei grandi spazi, dei paesaggi a perdifiato, dei pionieri, l' America "western", insomma. New York me la figuro come snob, infighettata, cosmopolita ma sottilmente razzista, una specie di magnifico luna-park per occidentali. Però sono sicuro che quando ci andrò mi rimangerò tutto! ;D

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  6. Wow|doppio|wow! *_* New York è uno dei miei sogni!
    non vedo l'ora di leggere del tuo viaggio, intanto da' un bel morso alla Grande Mela anche da parte mia xD

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