12 agosto 2018

La Domenica Scrivo - Aida (una Serata all'Opera)

Lo scorso martedì sono andata all'Opera.
Per la prima volta nella mia vita.
Non solo, lo scorso martedì sono stata all'arena di Verona.
Per la prima volta nella mia vita.
Due affermazioni che ci si aspetterebbe di fare da una parte a un'età avanzata -per colpa di quella radicata convinzione che la musica classica e lirica siano da anziani- dall'altra molto prima, perché avendo Verona a un'ora di distanza da casa, avendola visitata più volte e avendoci pure lavorato per una settimana intera ai tempi del liceo e degli stage obbligatori, l'Arena avrei dovuto visitarla ben prima dei miei 29 anni.
Sta di fatto che sono andata all'Opera, all'Arena di Verona, e mi è piaciuto un sacco.



Era uno dei buoni propositi di quest'anno per me e per il giovine, e sdoganato il teatro e il musical a Broadway, restava da decidere che cosa vedere, e dove. 
In attesa di essere più ricchi per La Fenice di Venezia, Verona e il suo Festival lirico ci sono venuti incontro con prezzi più che abbordabili, che uno pensa che la lirica e la musica classica siano un'esclusiva degli anziani non solo per la dose di cultura e preparazione che richiede, ma pure per certi costi piuttosto elitari che non invogliano giovani scapestrati e impoveriti. Invece, alla modica cifra di 25 euro, all'Arena di Verona ci si entra, bisogna certo armarsi di pazienza (e cuscini da casa) per posti non propriamente comodi, e se ci si va in pieno agosto con giornate da caldo africano, stare seduti su pietre bollenti che rilasciano e continuano a rilasciare calore come termosifoni non è propriamente una passeggiata.
Ma ne varrà la pena, credetemi.


Scelto il dove, restava il cosa, e costringendo -ma neanche troppo- il giovine a quest'impresa, a lui ho lasciato la scelta. Niente Carmen (io che quell'aria sbarazzina la adoro usata a casaccio nei film, e che Bizet ho voluto chiamare uno dei nuovi micetti), ma l'Aida, Verdi alla composizione, Zeffirelli alla regia dell'allestimento hanno avuto la meglio.
E anche se la scelta è andata per l'opera più lunga i cartellone (3h15' intervalli compresi), devo dire che ha scelto bene.
Ora, vi chiedete, ok ma com'è andata?
È andata prima di tutto che come sempre mi sono lasciata prendere dal panico, di come funzionava l'Arena ho voluto sapere tutto, preparandomi a file infinite, a corse a capicollo per prendere i posti migliori, con la possibilità di finire in coni sordi o ciechi, leggendo forum, consigli, piccole guide, costringendo il giovine a trangugiare in fretta la sua cena e la sua birra per poi arrivare ad un'Arena quasi sgombra, prendendo e perdendo tempo in giro per la città un altro po', tornando e conquistando senza alcuna fatica posti centrali, dall'ottima visuale, dall'acustica accettabile.


Tutta questa preparazione pratica (parcheggio gratuito, negozi in cui fare acquisti, cuscini, binocolo, cibo e acqua a volontà compresi), ma pensare di prepararmi all'Aida non mi aveva sfiorato.
Col senno di poi, mi vien da dire, meglio così.
Già, non conoscere niente (ma proprio niente, tanto che da ignorante mi continuavo a chiedere se era in quest'opera di Verdi il Va, pensiero -ovviamente no, è nel Nabucco mi ha rimbrottato il più acculturato giovine) mi ha permesso di godere dell'opera al meglio, seguendo con pathos decisioni e guerre, vendette e raggiri, lunghi soliloqui sentimentali e un animo diviso fra l'amore e la patria, fra la famiglia distante e l'amore impossibile che è vicino.
Hanno aiutato, per fortuna, i sottotitoli, ché le parole si disperdevano nel vento e nei gorgheggi.
Ha aiutato un silenzio tombale che non ti aspetti da migliaia di persone ammassate da almeno un'ora tutte assieme.
A colpirmi e affascinarmi, poi, proprio quella regia di Zeffirelli, quella scenografia capace di ruotare e cambiare, quella geometria quasi eccessiva ma per questo così bella ai miei occhi. Tutto speculare, tutto altamente sincronizzato. Uno Spettacolo con la S maiuscola.
Incantata e affascinata da quello che vedevo, da quello che sentivo, da abiti sfarzosi, da una lunghissima serie di comparse, da arie che mi hanno stretto il cuore e dalla voce di soprano di Aida che a più riprese quel cuore me l'ha spezzato, ho dimenticato il caldo che mi attanagliava, la fame che voleva essere placata, il vicino che si annoiava e stava su facebook, il giovine che quel caldo lo pativa di più, e mi sono lasciata prendere, andare a una storia di amore e di guerra, di patria che manca ma che non riesce a superare l'amore vero, fatto di sacrificio e martirio in nome dell'altro, dello stare insieme.
Ho goduto di tutto questo, di una storia shakespeariana, e di una sua realizzazione da applausi sinceri, assieme a turisti stranieri, perlopiù, a tedeschi e inglesi, a bambini che prestavano attenzione più di certi adulti.
Sono stata per la prima volta all'Opera, e me ne sono innamorata.

8 commenti:

  1. Dicevo proprio l'altro giorno, passando da quel conservatorio che faceva prove bellissime a porte (anzi, a finestre!) aperte, che mi piacerebbe tanto andare all'opera. E so che, come nel tuo caso, il colpo di fulmine sarebbe naturale. Di Verdi avevo studiato Rigoletto in un noiosissimo esame di Storia della musica al primo anno, ma l'interesse resta; soprattutto per l'Aida, appunto, che poco conosco. Se potessi scegliere, però, andrei con la Traviata di Ozpetek.

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    1. La curiosità me l'aveva fatta venire qualche anno fa Baricco in dei reportage su 4 Festival lirici in giro per l'Europa. Scoprirne le differenze, le bellezze e la passione che può far nascere mi ha messo ora la voglia di scoprire poco a poco altre grandi opere, dal vivo. Ne ho di che appuntarmi ;)

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  2. Stupendo, la lirica è uno spettacolo unico per atmosfera e maestosità: è un perfetto connubio tra teatro e musica, e non è assolutamente vero che è "per vecchi"... basta avere il coraggio di avvicinarcisi, con semplicità e senza paura. All'Arena, poi, dev'essere pura gioia per gli occhi.

    Posso darti un consiglio, Lisa?
    Semmai una volta, nei mesi di luglio e agosto, tu e il giovine aveste voglia di passare un weekend in Toscana, fate un salto al Festival Pucciniano: è una rassegna che si svolge ogni anno a Torre del Lago (Viareggio, provincia di Lucca) e che mette in scena tutte le opere di Puccini (La Bohème, Tosca, Turandot, Madama Butterfly) in contesto ambientale unico come l'Arena di Verona. Gli spettacoli si svolgono in un teatro all'aperto con il palco che guarda il lago, proprio dove il Maestro componeva le sue opere, ed è uno scenario incantevole, suggestivo. Penso che vi piacerebbe tantissimo! :)

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    1. Accetto più che volentieri l'invito! Ormai si andrà al prossimo anno, ma sembra tutto così magnifico che sì, voglio scoprirlo, grazie :)

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  3. Contento per te di queste tue esperienze, esperienze che tuttavia non mi attirano, ma che belle sono da scoprire ;)

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    1. L'opera fino allo scorso anno non mi attirava per niente, il bello è che si cambia, e che a volte porta a fare bellissime scoperte su di sé e sui propri gusti :)

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  4. Io all’arena ci son stato forse 15 anni fa .E proprio a veder l’Aida.
    Era estate ma ha piovuto prima durante e anche dopo.
    Non ricordo lo spettacolo....l’ho vissuto molto superficialmente.
    Credo di esserci andato per fan contenta la morosa.
    L’opera e la lirica devi studiarla per capirla.
    Se te sei riuscita anche ad innamorartene ,il primo passo l’hai fatto e tutto dopo verrà in discesa.
    Hai scritto: grazie ai sottotitoli , ma avevi l’opuscolo o c’erano i maxi schermo?
    Perché solo distogliere lo sguardo dallo spettacolo per leggere quello che dicono è na rottura...non da poco.
    Ripeto mi piacerebbe tornarci con lo spirito giusto a seguire un opera ( quello che ho adesso , son molto più propositivo e aperto) non necessariamente l’Aida .
    Però devo studiare , lo ammetto!
    Ciao

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    1. Pur avendo sostenuto qualche esame ai tempi dell'università e letto articoli di appassionati negli anni, ho voluto approcciarmi alla lirica senza filtri, senza -come scritto- nemmeno sapere la storia di Aida, e direi che l'esperimento ha funzionato.

      I sottotitoli erano su degli schermi laterali al palco, non disturbavano la visione, e visti i gorgheggi dei cantanti li si leggeva prima che questi finissero la frase. Di certo aiutano visto che l'acustica non sempre è delle migliori, e le parole -e quindi la storia- si potrebbero perdere.
      Torna a scoprirla, magari non in una giornata di caldo infuocato, ne vale di sicuro la pena vista anche la predisposizione che sembri avere.

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