Angels in America rappresenta appieno il titolo della rubrica: quando i film si fanno ad episodi, o meglio, a capitoli. La miniserie dell' HBO si articola infatti in 6 capitoli ma, durata a parte, potrebbe benissimo essere stata presentata al cinema.
La realtà è poi più complessa se si pensa che è stata tratta dalla pièce teatrale di Tony Kushner Angels in America-Fantasia gay su temi nazionali.
Andata in onda nel 2003 rappresenta forse un vertice per quanto riguarda messa in scena e contenuti per la tv. La trama racconta infatti l'intrecciarsi delle vicende di due omosessuali e delle loro rispettive famiglie e amici nella New York di metà anni '80 in piena epoca Regan e nel pieno del diffondersi dell'AIDS.
Politica e costume, religione e malattia si alternano per dare una mordace analisi e visione di un'America razzista e corrotta. La storia di Prior Walter, giovane affetto dall'HIV abbandonato dal fidanzato va' a scontrarsi con quella di Joe, nuovo compagno dell'ex, combattuto però tra il rispetto della sua fede mormone e la sua natura. Attorno a loro pilastri della recitazione: Meryl Streep, Al Pacino (il ricco ed insolente Roy Cohn), Emma Thompson e Mary-Louise Parker che si sdoppiano e si travestono in più ruoli, anche minori, per rispettare le origini teatrali della storia che grazie all'uso di effetti speciali vira verso il sovrannaturale con profezie e un vero e proprio processo a Dio e agli angeli per i mali della società.
Ironico, sfrontato, eccessivo ma mai volgare, Angels in America rappresenta davvero l'esempio perfetto di un cinema che si fa e si adatta alla tv, gli attori non ne sono sminuiti, la trama si può concedere pause e meno condensazione, i contenuti si fanno più profondi. La questione religiosa (sia ebrea che mormone), la politica dal caso Rosenberg ai repubblicani, il diffondersi dell'AIDS e la questione dei gay ne fanno una serie forte e particolare e forse anche per questo degna di essere vista e amata.
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