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24 giugno 2012

The Killing - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi

Repetita iuvant? No, non sempre.
Se la prima stagione di The Killing aveva appassionato il pubblico per i continui colpi di scena, per i nuovi sospetti e gli intrighi politici, nella seconda questo schema viene a stancare, concedendo puntata dopo puntata probabili colpevoli sempre più improbabili. Le carte da giocare scarseggiano e man mano che la rosa dei sospettati diminuisce, la concentrazione si sposta su Linden, vedendone la discesa verso l'inferno dell'ossessione dove anche il ruolo di madre viene meno.
Chi ha ucciso Rosie Larsen, quindi? Solo al ventiseiesimo giorno (che corrisponde appunto alla puntata numero 26) lo scopriremo, con amarezza e anche del scontento, con un assassino filologicamente non corretto, purtroppo. Il finale è comunque commovente, con Rosie finalmente in scena e un po' di sole che entra nella vita dei protagonisti ma non basta, né a Linden stessa né a noi come pubblico.
Ci si aspettava tanto da questa serie, remake dell'omonima danese, ma non si può ripetere il successo, nonostante l'atmosfera cupa e grigia di Seattle e gli intrighi politici ricalchino quelli della prima stagione.
Ora si parla già di rinnovo, con un nuovo caso ovviamente, staremo a vedere se si sapranno risollevare le sorti di quello che, a prima vista, sembrava un nuovo Twin Peaks. Ma Lynch è tutta un'altra cosa.



2 commenti:

  1. A me non è tanto dispiaciuta la seconda serie, o almeno in linea di massima siamo sullo stesso livello della prima. E' un serial tutto fatto di rallentamenti, ostacoli, vicoli ciechi, ma per me ha fatto comunque bene il suo lavoro. Il paragone con Twin Peaks lo sento ovunque e ancora non l'ho capito...

    Bel blog, a proposito ;)

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  2. Io mi ero lasciata prendere molto dalla prima stagione, con il suo finale a sorpresa aveva lasciato aperti dubbi ma questa seconda invece non ha fatto altro che ripercorrere la stessa strada fatta appunto di vicoli ciechi e di nuovi sospetti che duravano il tempo di una puntata. Il finale poi mi ha delusa, se da una parte c'era quella drammatica sorpresa, dall'altra c'era un colpevole che era sì insospettabile ma poco credibile visto come si era costruito il personaggio.
    Riguardo a Twin Peaks i riferimenti sarebbero molti (il paese cupo e solitario, una ragazza misteriosa che porta a galla segreti torbidi delle persone che le stanno accanto, il casinò che rappresenta la sua doppia vita...) ma manca quello centrale su spiriti e forze sovrannaturali, per fortuna!

    Ah, e grazie :) !

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