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23 febbraio 2013

Re della Terra Selvaggia

Andiamo al Cinema.

Nello spietato mondo di Hollywood può succedere che un piccolo film, con una piccola, grande attrice e un regista esordiente arrivi alla notte degli Oscar. Può succedere perché quel film racchiude in sé tanti piccoli elementi che lo rendono delizioso e che lo fanno entrare nel cuore di chi lo guarda: una storia surreale e originale, una protagonista splendida, una colonna sonora emozionante, una fotografia bellissima e degli effetti speciali tutt'altro che banali che si inseriscono alla perfezione nella trama.
Questo film è Re della terra selvaggia, in corsa con ben 4 nomination agli Oscar che si terranno finalmente domenica e che riporta a quel cinema indipendente e casereccio, girato in 16mm e con attori non professionisti.


Il film è una sorpresa e vede al suo esordio Benh Zeitlin che trae dall'opera teatrale Juicy and Delicious il materiale per costruire attorno all'attrice di 9 anni Quvenzhané Wallis il suo lavoro.
Protagonista assoluta è infatti Hushpuppy, bambina in una baraccopoli sulle coste della Lousiana, dove l'apparente povertà è sopperita dallo spirito unico della sua popolazione: festosa e unita più che mai. Il padre, irascibile ma dal cuore d'oro al tempo stesso, la educa fin da subito al cavarsela da sola, e quando un uragano spazzerà via gran parte degli abitanti mettendo a repentaglio la vita stessa a Bathtub, Hushpuppy dovrà mettere in pratica quanto imparato. Il suo coraggio, la sua determinazione sapranno accompagnarla nella ricerca della madre e nell'affrontare in modo superbo la perdita del padre, malato di cuore.
Accanto a questa storia, come una metafora, si intreccia la lunga corsa, dal disgelo alle prateria, di alcuni Aurochs, cinghiali preistorici, animali giganti, che aumentano la magia del film e che fanno emozionare quando, inaspettato, incontrano Hushpuppy.
La magia in Re della terra selvaggia si incontra però ad ogni scena: il disordine, la sporcizia e la precarietà delle case di Bathtub creano un'ambiente unico che produce un sentimento tutt'altro che diffidente e restio nei suoi confronti. Così come la scena dell'incontro con la madre, che avviene in un atmosfera sognante e luminosa, e fa vedere come la costruzione delle inquadrature non sia mai banale o lasciata a se stessa, ma riesce a provocare un piccolo tuffo al cuore per la bellezza che sa emanare.


Ma c'è poco su cui discutere, il centro incontrastato del film è Hushpuppy/Quvenzhané Wallis.
E' lei la vera regina del film. La sua naturalezza, la sua bellezza e la sua simpatia conquistano al primo sguardo, la sua voce che accompagna fin dall'inizio il film, scandisce tempi e riflessioni. E sarebbe davvero un sogno vederla, lei, la più giovane mai candidata, vincere l'ambita statuetta domani notte!




17 commenti:

  1. Film stupendo, e lei fenomenale.
    Domani notte tiferò spudoratamente per loro!

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    1. Il mio cuore è diviso, questo, Amour, Argo... In ogni caso la piccola Q. la statuetta se la meriterebbe!

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  2. bomba totale, un capolavoro delizioso

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  3. Hushpuppy for president...io alle politiche voterò per lei!

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  4. grande film, grande hushpuppy, ma la statuetta è solo per jessica o jennifer! :)

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    1. Per Jessica ci sta... Jennifer preferirei vederla premiata per un altro film vista la concorrenza migliore!

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  5. Uffi uffi uffi...mi sto perdendo troppo per colpa di tutti i miei impegni! Ciao Lisa, grazie per la dritta :)

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    1. L'ho recuperato giusto per l'Oscar perchè è stato distribuito in pochissime copie... Se riesci, meglio la versione originale che il doppiaggio italiano non è un granchè!

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  6. A quanto vedo sei rimasta incantata ... andrò a vederlo mercoledì.

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    1. Eh sì! Hushpuppy è diventata la mia eroina :)

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  7. speriamo,allora.Anche se un bis della mia Kathryn...

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    1. La Kathryn ha ottime possibilità anche quest'anno! E mi sa che la Jessica la spunterà...

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  8. boh, bel film, ma più che altro mi è sembrato una mezza furbata alla "Into the wild".

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    1. Into the wild era tutt'altra cosa, qui si parla di una piccola produzione con esordienti e non professionisti che passando per il Sundance è riuscito a sfondare grazie alla magia e alla poesia che racchiude!

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    2. Il mio riferimento alla pellicola di Penn era una questione più ideologica che altro. Molto belle le frecciatine sull'occidente civilizzato e iperindustrializzato, ma sinceramente credo che a un certo punto la realtà stia nel mezzo.

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