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30 aprile 2013

The Following

Quando i film si fanno ad episodi.


Chi ben comincia... è a metà dell'opera?
Circa.
Dopo un sorprendente pilot che per la prima volta mi aveva fatto scrivere a caldo su una serie tv visto l'entusiasmo e l'adrenalina ancora in corpo, i toni per The following hanno subito un lento ma inesorabile calo.
La lotta tra bene e male, tra Ryan Hardy e Joe Carroll che scorre via come tra le pagine di un romanzo, pecca infatti nella lunga durata data alla stagione. Nei 15 episodi si assiste così a una serie di colpi che non sempre lasciano a sorpresa e con cambi di trama non poi così efficaci.
La prima parte che si concentra sul rapimento del figlio Joey appare più unita e corposa, unità e corposità che si andranno a perdere nella seconda parte ambientata per lo più nella casa/comune di Joe dove gli episodi proseguiranno con l'unico scopo di veder crollare l'eroe Ryan e lasceranno da parte anche immagini/icona degne di un horror viste in precedenza. I due protagonisti hanno comunque le spalle coperte interpretati come sono dai grandi e affascinanti Kevin Bacon e James Purefoy (con il suo bell'accento inglese), e nonostante alcuni cliché forse evitabili (vedi la sequela di morti di cui la vita dell'agente dell'FBI è infestata) reggono il gioco grazie al loro carisma e la graniticità dei loro caratteri. Anche i personaggi secondari non sono da meno, anche se l'ago della bilancia pende più verso i cattivi, su tutti un merito va all'inquietante Emma/Valorie Curry capace di fragilità e devozione come pochi adepti della setta.


A farne le spese in questo scontro è però l'FBI che più e più volte viene presa per i fondelli da giovincelli deviati mentali. Va bene far evadere Joe una volta, la seconda sarebbe già troppo, lasciar a un serial killer numerose e ripetute visite, non trovare una comunità di una trentina e più di ragazzi che vive isolata in un paesello dopo un po' appare veramente poco credibile visti i mezzi tecnologici a disposizione e la sicurezza americana sotto il loro controllo.
Nonostante tutti questi difetti la serie si lascia vedere senza troppe pretese, il prodotto USA è infatti ben girato senza eccellere in qualche lato tecnico particolare se non nella colonna sonora, sempre azzeccata.
I colpi di scena non mancano e nemmeno quelli al cardiopalma con sequenze terrorifiche che raggiungono l'apice nel prefinale.
Arrivati al finale, però, nuovi dubbi sorgono. La seconda stagione è infatti già confermata e senza spoilerare troppo ci si chiede cosa potrà mai succedere, chi sarà il cattivo, chi sopravviverà o resusciterà ora, creando inevitabili e ulteriori abbassamenti di tono.


6 commenti:

  1. Io l'ho abbandonata, come dicevo ieri, da qualche puntata..come sottolinei tu la sceneggiatura in alcuni punti fa un pò acqua: i cattivi troppo furbi, gli sbirri troppo stupidi
    Il fatto che ci sia un sequel già pronto, avvalora la mia scelta di abbandono :D

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    1. Io me lo guarderò per capire cosa ancora potranno inventarsi. Tirando le somme, non è da buttare ma neanche da lodare.

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  2. serie partita molto bene, poi si è spenta un pochino, però tutto sommato si è dimostrata a suo modo divertente.
    il finale di stagione però no, non mi è proprio piaciuto...

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    1. Il prefinale mi aveva fatto sperare ed esaltare e invece tanta confusione e troppo sangue. Voglio proprio vedere cosa succederà...

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  3. Ma quanta ragione hai quando dici che il pilot era entusiasmante e poi il proseguo ti frega? Concordo assolutamente! Io si sa, sono un pochetto sadica con le serie tv quindi l'ho finita (ma che fatica!). Cioè era diventata in realtà la mia comedy preferita, tutte quelle assurdità palesate per thriller in un telefilm solo non mi erano mai capitate!

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    1. Io ho continuato a vederlo solo per Bacon (sbav) e per capire cos'altro potevano fare. Forse la sua forza sta proprio nel catturare nel trash e nell'imprevedibile scontatezza della trama lo spettatore. Che delusione.

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