Quando i film si fanno a episodi
In questo blog si è sempre sostenuto che "English do it better". Ora si può aggiungere anche un "Les Français font mieux".
Già, abituati a sceneggiati di dubbia qualità, polizieschi che giusto Rete 4 trasmette, i nostri cugini sorprendono con quella che per molti è stata la serie rivelazione dello scorso anno.
Paesaggi cupi, fotografia geometrica e da togliere il fiato, temi scottanti che pongono più di qualche domanda, senza tralasciare un'atmosfera vagamente lynchiana e d'oltremanica.
Les Revenants, come il titolo già dice, ha per protagonisti delle persone che ritornano.
In una piccola cittadina di montagna, sovrastata da una grande diga che racchiude il vecchio Paese ora sommerso, all'improvviso ricompaiono, o meglio, resuscitano, dei morti. Chi da 4 anni in un tragico incidente d'autobus scolastico, chi da 10, suicida, chi assassinato... ognuno di loro torna, senza avere memoria di quanto accaduto e del tempo trascorso, mettendo in agitazione le famiglie e la città stessa. Dapprima tenuti nascosti e isolati, questi non più morti, portano con sé serie questioni, tra credenti che accettano il miracolo e parenti che faticano a credere.
Ma questo è solo il primo dei cambiamenti inspiegabili che man mano arrivano, mentre la diga inizia inspiegabilmente a svuotarsi, infatti, diventa impossibile uscire dalla città e i ritorni non così isolati come si pensava in un climax finale che lascia parecchie domande in sospeso e una tensione palpabile.
Niente zombie, niente apocalisse, quindi, l'inizio de Les Revenants è quanto mai distante da cliché americani, mostrando invece la sconvolgente reazione delle famiglie prima, e della difficile convivenza e accettazione poi.
Su tutti si staglia quindi la vicenda di Camille, la cui gemella è nel frattempo cresciuta -bene- e fatica a empatizzare, e quella di Simon, prossimo marito e padre che torna proprio quando la sua ormai ex si sta per risposare. Non mancano poi i personaggi misteriosi, dal bambino silenzioso Victor, al serial killer cannibale Serge, che vanno a comporre un quadro complesso che sicuramente troverà sviluppo nella già annunciata seconda stagione.
Visti gli elementi dipanati negli 8 episodi, e quei cambiamenti finali che prospettano sconvolgimenti ad alto tasso di inquietudine, l'attesa è già alta.
E se non bastasse la trama, a conquistare basterebbe solo la sapiente e meravigliosa messa in scena, impreziosita da una colonna sonora impeccabile e da quella fotografia perfetta.
Una piacevole scoperta. Peccato però per quel finale del tutto inconcludente.
RispondiEliminaUn finale aperto per una -spero- altrettanto piacevole seconda stagione!
EliminaIncrocio le dita!
non so come si dice capolavoro in francese, ma se lo sapessi lo scriverei qui... :)
RispondiEliminaChef-d'œuvre, credo.
EliminaE lo scrivo tranquillamente anch'io :)
Sicuramente un grandissimo prodotto, speriamo che la seconda stagione confermi il buono della prima.
RispondiEliminaLo spero tanto anch'io, se i francesi ne sanno quanto quelli dell'oltremanica, saranno scintille!
Eliminagrandissima serie con un finale all'americana che mi ha lasciato un po' d'amaro in bocca ma non vedo l'ora che arrivi la seconda stagione...
RispondiEliminaCosì tante armi effettivamente fanno strano lì tra le montagne, ma chissà cosa succederà prossimamente..
EliminaMeraviglia. Assolutamente una meraviglia.
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo!
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