Pagine

29 aprile 2014

Locke

Andiamo al Cinema

Le unità aristoteliche sono le basi di ogni racconto, anche quando queste vengono infrante.
Il film di Steven Knight, vera sorpresa veneziana in cui era -chissà perchè- fuori concorso, le rispetta invece appieno:

unità di luogo: un auto, o meglio, l'auto del protagonista
unità di tempo: 85 minuti precisi di viaggio, gli stessi della durata del film
unità di azione: fondamentalmente, guidare e telefonare


La trama è infatti questa: Ivan Locke, ingegnere edile, sposato e padre di famiglia, si ritrova a dover affrontare in un viaggio d'auto lungo 85 minuti più crisi, che finiranno, ne sono certa, per cambiargli la vita.
Nella sua descrizione abbiamo infatti tutti i punti in cui la sua vita può cambiare:
- lavorativamente, con la più grossa gettata di calcestruzzo d'Europa in procinto di avvenire nel suo cantiere e con molte beghe da affrontare, soprattutto se all'altro capo del telefono c'è un collega che non brilla per cooperazione, e un capo furioso;
- sentimentalmente, con la moglie a cui confessare un unico e fatale tradimento, cercando la sua comprensione e il suo perdono nel momento forse peggiore;
- moralmente, con l'amante occasionale in un ospedale sempre più vicino, pronta a partorire il loro figlio.
Per cercare di risolvere, di sistemare, di poter fare la cosa più giusta, Ivan all'interno del suo abitacolo chiama in continuazione, dimostrando di essere un uomo pragmatico, forse anche troppo, cedendo poco a poco a una tensione sempre più palpabile e con i nervi che -con una moglie ferita e un lavoro a rischio- si fanno sempre più fragili.


Applicare alla lettera le unità aristoteliche, limitando l'intero spazio e l'intera azione allo stretto interno di un automobile che si muove lentamente nel traffico londinese, potrebbe non essere la base per un film d'effetto, soprattutto se l'azione non prevede inseguimenti o colpi di scena come nei più classici film action.
E invece, la maestria di Knight alla regia ma soprattutto alla sceneggiatura, riesce non solo a mantenere alta l'attenzione dello spettatore, ma a farlo aderire ad ogni sfaccettatura del carattere di Ivan, che poco a poco viene sbucciato, rendendo interessante e cruciale perfino una gettata di calcestruzzo!
Il merito non è solo del regista, però, visto che l'intero film si regge sulle spalle di un protagonista superbo, un Tom Hardy conosciuto principalmente per il suo Bane in The Dark Knight Rises che qui nasconde i muscoli per far spazio a una voce affascinante e carismatica come poche (che per il suo accento very british consiglio di gustare in versione originale).
Girato in tempo reale e in soli 4 giorni, Locke è un viaggio lungo 85 minuti tra le strade inglesi e all'interno della vita di un uomo, la cui meta darà un senso al tutto.
Da domani al cinema, non lasciatevelo perdere!


21 commenti:

  1. Pare roba tosta, come piace a me.
    Spero di recuperarlo presto.

    RispondiElimina
  2. Non vedo l'ora di vederlo. E lo voglio rigorosamente in inglese: British accent is the way ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come lo ha Tom Hardy, poi... :)

      Elimina
    2. Visto e piaciuto. Anche in italiano.
      Mi aspettavo un thriller, un drammone tesissimo, invece è un film che sfocia, nella scena finale, in una pace immensa.
      Significativo, metaforico. Potrei avere un po' di cose da dire e infrangere la promessa di scrivere, per Mr Ciak, solo robe brevi. Dilemma.

      Elimina
  3. Lo vedrò, mi piacciono particolarmente i film con le tre unità sopra-elencate ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E qui le tre unità sono davvero usate al loro meglio!

      Elimina
  4. è da quando ne ho sentito parlare che lo aspetto. lo voglio vederissimo! :)

    RispondiElimina
  5. Davvero interessante!
    Adoro questo tipo di film...
    Anche se li devo vedere da solo, o con qualcuno che abbia la mia stessa voglia.
    Altrimenti non me lo gusterei per nulla

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Armati di un compagno silenzioso, o parti in solitaria, ma non lasciartelo sfuggire :)!

      Elimina
  6. Questa recensione l'abbiamo pubblicata quasi in contemporanea... :)
    Gran film, la dimostrazione lampante di come per fare ottimo cinema non servono ingenti capitali e mezzi, ma solo idee e talento da vendere. Tom Hardy strepitoso, fosse stato in concorso la Coppa Volpi non gliela toglieva nessuno... Adesso aspettiamoci almeno una nomination all'oscar: è un po' presto, ma per ora non ho visto interpretazioni migliori in giro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pur essendo presto, la nomination non gliela toglierei di certo, sceneggiatura compresa!
      A questo punto spero solo che il doppiaggio non sia stato troppo impietoso con lui.

      Elimina
  7. Sembra interessante, quasi quasi un'occasione gliela si può dare.

    RispondiElimina
  8. molto curiosa anche io di questo film!

    RispondiElimina
  9. Ti invidio per la lingua originale, io avevo due proiezioni ma ho scelto quella sbagliata.
    In realtà l'identità tra tempo filmico e reale non c'è, a metà film credevo anche io ma non è così.
    Le motivazioni le ho scritte da Kelvin su Solaris.
    Azz, non ho pensato ad Aristotele ma forse perchè non solo le sue unitàerano rispettate ma addirittura se possibile superate (2 ore anzichè un giorno, un unico luogo che più che un luogo è un sedile....)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vado a leggere da Kelvin allora, la mia memoria potrebbe aver giocato brutti scherzi :)

      Elimina