Pagine

25 novembre 2014

The Newsroom - Stagione 1

Quando i film si fanno ad episodi.

Quando ero relativamente più giovane avevo parecchi sogni nel cassetto, e man mano che i miei studi avanzano, alcuni abbandonavano la scrivania per finire nel cestino, altri lì rimanevano, fissi come ideali e come speranze sempre più alimentate.
E' stata una sera di non so quale anno, di certo era estate e di certo all'università ci andavo da un po', che decisi: sì, scriverò di cinema. Questo è quello che voglio fare.
In questa mattina in cui mi ritrovo ad avere 26 anni mi ritrovo anche a scrivere di cinema, sì, ma non come lo avevo sognato, non in una frenetica redazione, vuoi perchè di frenetiche redazioni non è così pieno il mondo, vuoi perchè per prima non ho voluto impegnarmi o semplicemente spostarmi da affetti e famiglia per cercarla, questa redazione, vuoi perchè, in fondo, il piccolo schermo che ho davanti, il silenzio che ho attorno, mi bastano.
Non la sento una disfatta, quindi, non mi sento non realizzata ora che l'ostacolo dei 25, ora che i musei in giro per l'Europa dovrò pagarli.
Però, però...


Però vedere The Newsroom mi fa capire come quello sarebbe un lavoro e un luogo di lavoro dove mi sentirei ancor più realizzata, dove le notizie si rincorrono, e poco importa se di cinema non si parla.
Sono le persone, sono i loro mezzi e i loro credi a rendere quelle scrivanie ingombre, ancora più piene di vita.
Il recupero di questo ennesimo successo marcato HBO e come sempre dovuto alla sua imminente conclusione, con i pochi episodi di una terza e conclusiva stagione al momento in onda.
Oltre a questo fatto che come noto (vedasi Sons of Anarchy, Mad Men, Breaking Bad tra le altre) fa scattare il mio allarme, anche quegli Emmy conquistati, in particolare quello a Jeff Daniels che un paio d'anni fa riuscì a battere un certo Bryan Craston, avevano mosso il mio interesse.
E quindi, via, si viene immersi in quella che è la realizzazione di un notiziario che non vuole più essere accomodante, che se ne frega di star e starlette, di gattini e cuccioli, di omicidi e storie che suscitano ascolti, sì, ma a discapito delle vittime e della loro dignità.
Un'utopia?
Quasi.
Ma non se a gestire il tutto è un pezzo da novanta come MacKenzie McCale, P.E. con le palle, che tornata dai suoi reportage ritrova nell'ex fidanzato Will McAvoy la persona da salvare, e con lui il suo notiziario. Insieme i due rivoluzioneranno temi e modi di porsi allo spettatore, facendo della gioventù del resto dei collaboratori il loro punto di forza.
Ma The Newsroom non è solo il racconto di fatti e avvenimenti fondamentali accaduti -almeno in questa prima stagione- dal 2010 al 2011, è anche e forse soprattutto l'intrecciarsi di storie personali, con l'amore in ballo non solo tra i due protagonisti, ma anche tra il pericoloso triangolo Maggie-Don-Jim a cui si unisce ben presto Lisa.
Non mancano infine tutte le potenzialità del web e dei social che attraverso Neal crescono, diventando fonte di notizie e di smentite, e i meccanismi pubblicitari e produttivi che ci vengono svelati.


La redazione dell'ACN diventa in pochi episodi il luogo di lavoro ideale, dove se hai una parlantina hai una marcia in più, dove già ti sei affezionato a ogni membro della redazione.
Il merito non è solo di interpreti che dopo un'iniziale tentennamento diventano un tutt'uno con i loro personaggi, ma di uno sceneggiatore e produttore come Aaron Sorkin che fa dei dialoghi veloci e serrati, dei tempi e dei ritmi senza pause il suo marchio di fabbrica.
La costruzione di ogni singola puntata è poi ineccepibile, andando avanti e indietro nel tempo, scoprendo man mano nuovi tratti delle personalità coinvolte, che sia attraverso una seduta dallo psicologo che in una riunione di lavoro.
Non mancano, certo, discorsi patriottici che altrove potrebbero risultare un po' patetici, soprattutto per come vengono sottolineati dalla colonna sonora, ma il risultato, soprattutto per quanto si professa e per come il News Night diventa il telegiornale con cui non cambieresti canale, è più che promuovibile.
In conclusione, ti trovi nel giorno in cui i tuoi 26 anni si compiono, ad aggiungere un nuovo sogno in quel cassetto, in cui realtà e finzione si mescolano, in cui passato e futuro si incontrano ancora una volta.


4 commenti:

  1. Molto bello, con una scrittura impressionante, tanto che, come dici tu, pur essendo fin troppo americano e in alcuni momenti il patriottismo sia limpido, è tutto così ben inquadrato e giustificato da questi dialoghi-fiume che quasi non me ne sono accorto.

    E' appena partita la terza stagione, sono curiosissimo :)

    RispondiElimina
  2. auguri pure qua!

    in effetti sarebbe bello lavorare in una redazione come quella di the newsroom, però mi sa che di posti del genere ormai ne esistono solo nella fantasia dell'ottimo aaron sorkin :)

    RispondiElimina
  3. La terza stagione sta procedendo molto bene, ricordo che quando vidi il discorso di Will che fa nei primi 10 minuti del pilot ne rimasi fulminata e poi sì sarebbe anche bello che ne esistessero di redazioni così, però i nostri punti di vista sono diversi, io ora ne ho 19 perciò sono ancora in tempo per realizzare il mio sogno (ed in parte l'ho realizzato) quindi non vedo the newsroom come nostalgia semmai come possibilità

    RispondiElimina
  4. Finora si è dimostrata una serie molto intelligente, dopotutto la rete di provenienza è di per stessa una garanzia di qualità .

    RispondiElimina