Pagine

17 gennaio 2015

The Imitation Game

Andiamo al Cinema

La prima regola per fare un film biografico come si deve è quella di raccontare di un personaggio, di una storia, di cui si sa poco, di cui si deve approfondire, di cui si può provare interesse.
The Imitation Game questa regola la rispetta alla perfezione, raccontandoci non solo di un uomo che poco si conosce, ma anche di anni rimasti sepolti tra i segreti di Stato, di anni condivisi e mai divulgati da un manipolo di persone, scienziati.
Cos'hanno fatto questi scienziati? Cosa fino al 1974 il Regno Unito ha tenuto nascosto?
Un piano, un lungo progetto, che ha permesso di finire la II Guerra Mondiale 2 anni prima, di salvare circa 14 milioni di persone e soprattutto di sconfiggere Hitler.
A capo di questi scienziati, c'era un certo Alan Turing.


Mente brillante, laureato a 21 anni con il massimo dei voti, a 27 professore a Cambridge, con pubblicazioni a seguito che definire geniali è dir poco, Alan Turing decide di collaborare e di aiutare l'esercito della corona non tanto per patriottismo, no, non tanto per senso civico, ma per sfidare se stesso in quello che è a tutti gli effetti l'enigma più intricato di quel tempo: la decriptazione di Enigma, il codice tedesco, di cui gli inglesi sono entrati in possesso, che informa ogni plotone dell'asse delle mosse da fare e degli attacchi da sferrare.
Decriptarlo significherebbe conoscere in anticipo ogni spostamento, ogni piano tedesco. Ma il farlo non è assolutamente semplice, e anche se a provarci sono le menti più brillanti del Paese (tra matematici, linguisti e scacchisti), ci vorranno anni di lavoro.
The Imitation Game ci racconta questi anni, ci racconta del duro lavoro nascosto all'interno di una fabbrica di radio in cui Alan Turing non era certo il capo ideale e amato, ma che con i suoi modi di fare sbruffoni (ma a ragione) e poco amichevoli, riuscì a creare una macchina, Christopher, capace di entrare nel cuore di Enigma.


Morten Tyldum ci mostra questi anni, i dissidi interiori ed esteriori, nel modo migliore possibile, facendo delle basi di un biopic perfetto le sue basi.
Ma non si creda basti una qualche formula, una qualche regola scritta e non scritta e poi applicata, per fare di una biografia un film perfetto.
No, ci vuole quel pizzico di genio, ci vuole calibrazione, ci vuole un'anima.
E The imitation game un'anima, un genio, un equilibrio ce l'ha.
Merito prima di tutto di un Benedict Cumberbatch straordinario, la cui voce (e mi dispiace per il doppiaggio italiano) guida e incanta, la cui interpretazione, sentita e mai sopra le righe, ammalia.
Merito poi di una sceneggiatura (finita nel 2011 nella black list di Hollywood) in cui non si calca la mano sugli aspetti più morbosi di Alan Turing, non si mostra, non si sfrutta il suo essere omosessuale per creare pietà, non lo si vede baciare, stare con un uomo, non si vede il suicidio, non si vedono gli anni più disperati se non per pochi minuti, lasciando spazio invece al suo genio al lavoro, al suo passato tormentato che dà un senso al presente, al suo cercare di stare al mondo.
La calibrazione della pellicola sta anche in questo, in flashback che danno un nome alla macchina di Turing, che danno una spiegazione alla sua mania per la crittografia, che permettono di fare luce sulla personalità difficile di un uomo difficile.
Affiancato da attori inglesi doc (Matthew Good, Allen Leech di Downton Abbey e una Keira Knightley per me un po' imbruttita, sì, ma comunque convincente), Benedict rende omaggio a un uomo che solo lo scorso anno ha visto perdonata la sua colpa di essere omosessuale, un uomo che con il suo genio ha salvato milioni di vite, e che questo film, prima di raccontarcelo, di farcelo conoscere, sembra volergli chiedere nuovamente scusa.
E nel farlo, rende tutti noi, pubblico, suoi devoti studenti.


20 commenti:

  1. una delle poche persone con cui finalmente mi trovo d'accordo! bella recensione per un film che pochi, pochissimo hanno saputo (o voluto) capire fino in fondo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Partivo con molte paure, per quanto leggiucchiato qui e là, sono stata sorpresa invece che si trovasse un film come questo quasi preconfezionato, quando in realtà molto è volutamente lasciato fuori per far emergere solo il genio di un uomo complicato.
      Ne sono entusiasta, e spero si porti a casa qualcosa il 22 febbraio :)

      Elimina
  2. Mi ha emozionato tantissimo. Poi, come dici tu, è molto trattenuto: la vera mazzata la sferrano le didascalie prima dei titoli di coda. Per me che non conoscevo la storia fino alla fine, davvero un brutto colpo. Lui bravissimo, ma secondo me non quanto l'impressionante Redmayne. Il colloquio finale tra lui e la Knightley, sì, più bruttina del solito, è veramente denso e intenso. Sapevo ti sarebbe piaciuto. Poi - saranno i flashback? - ho pensato un po' a Philomena, non so. Ottimi anche i comprimari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Philomena è un altro bel film che è stato sottovalutato e malinterpretato, ovviamente nella mia personalissima opinione :(

      Elimina
    2. Meno male che a Philomena vogliamo bene noi, dai! :
      :)

      Elimina
    3. Io ero incappata per caso nella sua pagina wikipedia qualche anno fa e ne ero rimasta coinvolta. Il sapere che ne facessero un film mi aveva fatto tremare, ma fortunatamente ne è uscito un prodotto serio e calibrato come questo.
      Come in Philomena, si tratta il dolore senza marciarci sopra.. l'ho mai detto che gli inglesi hanno una marcia in più :)?

      Elimina
  3. Io l'ho trovato molto bello, ma avrei preferito un po' di coraggio in più... Cumberbatch bravissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho trovato nella scelta di lasciare fuori certi temi, un senso di dignità, per non relegare Turing solo al suo orientamento sessuale. Benedict, come sempre, un grande.

      Elimina
  4. Sono curioso di vederlo, anche perchè, sulla carta, mi pare la classica oscarata: staremo a vedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla carta potrebbe esserlo, ma per me non lo è. Spero comunque che vinca qualche statuetta, sarebbero meritate (in attesa di vedere tutti gli altri candidati).

      Elimina
  5. Bel film.
    Però l'ho trovato un po' troppo perfettino e freddino per restare davvero impresso fino in fondo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il solito bastian contrario :) L'ho visto a inizio settimana e ancora me lo sento vicino, una storia e una vita intensa, raccontate in modo molto british.

      Elimina
  6. Condivido pienamente la tua recensione. E' stato fatto a dovere prima di tutto, ma in secondo luogo Benedict è stato incredibilmente bravo. Mi piacerebbe, infatti, riguardarlo in lingua originale perché in questo modo perde moltissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho voluto aspettare la lingua originale perchè vederlo doppiato sarebbe stato un affronto. Adoro la voce di Benedict, non potevo privarmene :)

      Elimina
  7. a me è sembrato il classico film furbetto, costruito a tavolino per vincere gli Oscar, una storia che appiana come solo Hollywood sa fare i lati meno accattivanti del personaggio di Turing creando un'icona perfetta, un veicolo promozionale efficiente per la bravura, fuori discussione di Cumberbatch...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al contrario penso che quella su Hawking sia una biografia molto più ruffiana. Qui si esalta il genio, vero, ma si lasciano da parte altri lati e altre possibili trame che avrebbero reso meno coinvolgente e meno riuscito il film. Gli inglesi hanno dosato, concentrandosi sul lavoro e non sul privato, per me una scelta vincente.

      Elimina
  8. Io ancora non l'ho visto, ma ho sentito pareri discordanti. C'è chi lo trova un film piacevole sopra la media e chi invece si aspettava molto di più.
    Lo vedrò sicuramente comunque, e ammetto che questo tuo commento mi abbia ridato un po' di fiducia perché adoro Benedict Cumberbatch (nonostante l'ostico nome e il fatto di averlo appena dovuto riscrivere tre volte).
    A parte questo, credo che a molte persone non vada mai bene niente, e critichino solo per il gusto di farlo. Se non è la regia sono gli attori, se non sono gli attori è la sceneggiatura... insomma, io penso solo che un film debba essere coerente e piacevole. E poi, ci sono sempre i gusti che entrano in ballo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se cerchi un film coerente e piacevole, è proprio questo, che ti cattura fin dall'inizio e non ti molla più, rimanendo fedele al suo intento di fare luce su anni bui e sul lavoro di un genio come Turing.

      Elimina
  9. Mi è piaciuto molto quanto hai scritto sulla calibrazione del film. E' una pellicola molto contenuta in determinanti aspetti chiave e certamente è una scelta (quella di non far vedere il suicidio, non calcare la mano sull'omosessualità etc etc...). Benedict ormai che gli vuoi dire?! Intenso, molto a fuoco sia come Alan Turing sia come Alan Turing in The Imitation Game. E' riuscito ad essere equilibrato ma al contempo profondo. Eppure a me non ha colpito particolarmente e ci sono rimasta parecchio male. Ancor prima di vederlo avevo riservato moltissime aspettative a The Imitation Game, pensavo fosse un filmone della madonna invece alla fine mi è rimasto pochetto. Bello ma un film che non mi viene voglia di rivedere subito.

    Poi c'è Keira Knightley che io non sopporto. E la sua faccia da schiffi non aiuta.

    Strappa la sufficienza per me ma non va oltre e mi dispiace molto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi spiace, sia io che il giovine siamo rimasti avvinti e affascinati. Vero che, leggendo qua e là prima della visione, avevo paura di una ruffianata, ma trovare questo equilibrio e questa onestà molto british mi ha rincuorato. Io lo rivedrei subito, e la Keira, per una volta, non mi ha infastidito troppo, strano.. sarà che dopo Begin Again non posso più dirle niente.

      Benedict, santo subito. Dategli tutto a quell'uomo e alla sua voce.

      Elimina