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27 marzo 2015

Girls - Stagione 4

Quando i film si fanno ad episodi.

Inutile nasconderlo, con le Girls è stato un rapporto molto altalenante.
Dalla scintilla scoccata con le prime stagione, l'amore profondo e la venerazione si è presto tramutato in un leggero fastidio, con episodi non sempre all'altezza e con le ragazze intente a mostrarci tutti i loro difetti, rendendole non poco antipatiche.
Ma come ho avuto modo di ricredermi e di capire, in questi difetti sta il loro essere vere, il loro rappresentare senza troppi fronzoli tutte le sfaccettature di una generazione francamente egoista, piena di ansie e di problemi.
E poi, verità per verità, tra ragazze, nelle amicizie al femminile, non incappare in gelosie, in sparlate dietro le spalle e in difficili sopportazioni, è impossibile.


Questa nuova stagione sembra però, fortunatamente, rimettere in carreggiata quanto costruito, dividendo le quattro e mostrandocele alle prese con problemi più grandi.
Hannah si avvia ai promettenti studi in Iowa, abitando sola, capendo fin da subito di essere un pesce fuor d'acqua di certo non pronta alle critiche o al dover far fronte alle pressioni a cui uno scrittore è chiamato a confrontarsi.
Marnie avvia invece la sua carriera di cantante, in coppia -inizialmente clandestina, poi fissa- con Desi, non vedendo i segnali di gelosia, non vedendo il poco spessore di chi le sta affianco.
Shoshanna, finita l'università, si scontra con il difficile mondo del lavoro, collezionando colloqui a vuoto, vedendo le proprie convinzioni  sgretolarsi.
Infine, Jessa, mina vagante, senza uno scopo, senza un uomo, senza un lavoro.
Ovviamente ampio spazio è dedicato anche ai maschietti, tra un Adam che sembra aver perso la bussola ma non tutta la sua intensa fisicità, e un sorprendente Ray, il più maturo -e non solo per una questione anagrafica-, il più coerente, che si fa portavoce della verità e della saggezza.


Nel quadro che i ragazzi compongono, sono parecchie le sfumature e anche le sbandate, con episodi che non sembrano portare da nessuna parte, con altri che invece si fanno iconici.
L'iniziale Iowa è però solo uno specchietto per le allodole, perchè nulla sembra cambiare, e mentre la scrittura -che la Dunham non si riserva in esclusiva per nessun episodio- si fa più concreta, non possono che essere applauditi dialoghi sempre attenti e misurati, mai banali, come dimostra  il confronto con una nuova realtà per Hannah in Sit-In (4x05).
Al quarto anno, quindi, non ci si è ancora stancati di questa New York vista dal piccolo, di questi problemi di ventenni allo sbando che mollato un sogno ne realizzano -anche se provvisoriamente- già un altro.
E anche se il finale, con quel sei mesi dopo, non è il massimo in quanto ad originalità e coerenza del racconto, fa aumentare l'attesa per la prossima stagione, per le nuove avventure della vita da affrontare.


2 commenti:

  1. Serie sempre ottima, anche se questa stagione mi è sembrata un po' più discontinua rispetto alle precedenti...
    non so, è mancato qualcosina...

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    1. Sulla discontinuità mi trovi d'accordo, un'ottima partenza in Iowa e poi un brusco ritorno con un finale altrettanto appiccicato. Ma alemno le ragazze sono tornate ad essere simpatiche e frizzanti, cosa che la scorsa stagione avevo faticato a vedere.

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