Me lo avevano detto: quei primi 7 episodi erano solo l'antipasto.
Ero stata avvertita, preparata, che andando avanti con Scandal non sarebbero mancati i colpi di scena, non sarebbero mancate le rivelazioni e le svolte.
Ma non pronta abbastanza, a quanto sembra, viste le volte che mi sono ritrovata a bocca aperta, viste le volte che mi sono trovata ad applaudire a quelle filippiche di Olivia o di Cyrus o di Fitz o di Mellie.
Shonda Rhimes ha fatto centro nel mio cuore pieno di pregiudizi, abbattendoli uno per uno, allungando questa seconda stagione a 22 episodi, dividendoli in due parti, con sviluppi diversi ma coerenti.
Il successo sta in uno sviluppo tanto orizzontale quanto verticale, nel fare di Olivia Pope e dei suoi intrighi con la Casa Bianca il centro senza però offuscare i lati, con i suoi soci quanto mai protagonisti.
Ci si concentra infatti su Quinn, sul suo passato ora rivelato, ci si concentra su Huck, su un passato tremendo, difficile da dimenticare, e ci si concentra su Abby, su un amore travagliato ma romantico.
Ovviamente è Olivia che attira la nostra attenzione, il suo rapporto con Fitz che ricomincia, si interrompe, viene bruscamente riportato a galla cattura più del resto, e in questa stagione tra rivelazioni, attentati e tentativi di manipolare il destino i due giocano duro, soprattutto dopo l'entrata in scena dell'enigmatico Jake Ballard.
Questa seconda stagione si arricchisce poi di nuovi flashback rivelatori, che non solo riguardano i vari componenti del teamPope (quello della puntata Seven Fifty-Two spezza il cuore), ma soprattutto si concentrano ancora una volta sul periodo pre-elezioni, sul gioco di potere che Cyrus, Mellie, Hollis Doyle e la stessa Olivia hanno deciso di portare avanti.
Alternando casi singoli a questi lunghi fil rouge che assestano colpi a non finire, i sentimenti dei protagonisti vengono esposti e smembrati, con particolare attenzione, va da sé, alle parole.
Se c'è una cosa che Shonda sa fare è costruire dialoghi e monologhi efficaci, che come fucilate colpiscono tanto lo spettatore quanto l'interlocutore: lì dove ad Olivia basta uno sguardo per farsi capire, altrove usa al suo meglio la sua proprietà di linguaggio, facendosi beffe di chi le è davanti.
Impossibile resisterle, impossibile non frenare le palpitazioni agli stati di shock che si alternano (tutti altamente credibili a differenza del collega Grey's Anatomy).
I fatti salienti di questa stagione (un attentato al presidente, brogli elettorali, attentati e omicidi di copertura) sono quindi il primo piatto che soddisfa dopo quell'ottimo antipasto, e mi fa correre subito, con ancora l'acquolina in bocca, al secondo.
Anche perchè, dopo quel presunto lieto fine e quell'ultima stoccata, vorrei vedere la vostra resistenza.
Seconda stagione a dir poco grandiosa!
RispondiEliminaOlivia Pope sempre più for President! :)
Boh..io l'ho mollato dopo la prima stagione..
RispondiEliminaPer me, anzi, per noi visto che anche il giovine la segue, è diventata una droga... come ci sei riuscita a mollarla?
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