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29 luglio 2015

Get Low

E' già Ieri. -2009-

Cosa fa di un funerale un funerale?
I fiori, l'elogio funebre, la partecipazione?
No, a fare di un funerale un funerale è colui o colei di cui si celebra la vita, e si onora la morte.
Che succede allora se un funerale quel morto non ce l'ha, se colui a cui sono indirizzati quei fiori, a cui sono dedicate quelle parole e per cui la gente si è riunita, è vivo, e in mezzo a loro?
Succede che è una delle tante stranezze a cui il signor Felix Bush ha abituato i suoi concittadini, che lo hanno mitizzato e stigmatizzato, vedendo nel suo silenzio e nel suo volontario isolamento in una casa nel mezzo del bosco che lui stesso si è costruito, un qualcosa sì di strano, e quindi di temibile.


Nel corso di questi 40 anni, tante storie, storielle e fatti sono andati a sostituire la verità, creando un alone di mistero che lo stesso Bush vuole ora scoperchiare.
Per questo ha deciso di partecipare al suo stesso funerale, di essere lì per ascoltare tutto quello che questi sconosciuti hanno da dire sul suo conto. E se il prete del Paese non accetta i suoi soldi senza quel perdono mai chiesto agli occhi di Dio, li accetta più che volentieri il signor -, proprietario delle pompe funebri che si prende così cura di ogni aspetto dell'organizzazione, dal cambiare l'aria trasandata di Felix a garantire la pubblicità necessaria affinchè il maggior numero di persone partecipi, cosa non troppo difficile quando Felix stesso promuove una lotteria che lascerà al casuale vincitore tutte le sue terre e le sue proprietà al momento della morte.
Quella che inizia come una goliardata per farsi valere, prende presto, però, la piega del dramma, laddove il passato torna a bussare e la verità viene finalmente rivelata.


Per quanto è vero che a fare il funerale è la persona che si celebra e si ricorda, è tanto vero che a farlo siamo noi che rimaniamo, che ricordiamo e celebriamo.
E quindi tutta quella gente accorsa al funerale da vivo di Felix che niente sa di lui, della sua vita e della sua morte, niente può celebrare davvero.
Quelli che sanno, quelli che si sono presi la briga di scavalcare tra leggende e bugie, sono gli unici ad essergli affianco, nel cambiamento, capendo il suo stato d'animo.
Get Low ha quindi l'aspetto classico di una commedia che volge al dramma, costruita sapientemente tra primo, secondo e terzo atto, con protagonisti in forma che vestono bene i panni del primo del '900: dal burbero dal cuore d'oro Robert Duvall che sovrasta inevitabilmente la scena, al mascalzone gentile di Bill Murray fino ai teneri Bill Cobs e Sissy Spacek a fare da aiutanti buoni.
Il risultato è quindi uno di quei film che nella sua classicità tocca il cuore, fa versare più di una lacrima e si fa amare, diviso com'è tra l'anima country e l'anima più sfacciata del suo protagonista.
Un protagonista che infondo da morto ha vissuto i suoi ultimi anni, mettendosi volontariamente in prigione, e trovando solo nel suo funerale, la pace tanto agognata.


5 commenti:

  1. oh, quanto mi era piaciuto questo film, visto ad un Torino Film Festival di parecchi anni fa...
    Duvall è un grande, come sempre.
    Un gran peccato che non l'abbiano mai distribuito!

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    1. Ancora non ne capisco il motivo, la storia è bella, gli attori conosciuti e bravi.. va a capire la distribuzione italiana!

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  2. Mai sentito, ma mi ispira tanto.
    Segno.

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    1. Ci sono vecchietti, ci sono belle storie da sentire... c'è tutto per fartelo adorare!

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  3. Consigliato e conosciuto, un peccato non sia mai arrivato in sala, io l'ho scoperto per caso navigando qua e là, e sono molto felice di averlo visto.

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