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6 settembre 2015
Venezia 72 - Janis
Janis Joplin.
E' uno di quei nomi che hai sempre sentito, di cui, magari anche conoscendo poco della sua musica, hai pensato di sapere il necessario: voce incredibile e potente, faro femminile negli anni della rivoluzione sessuale e musicale americana, morte tragica, e decisamente prematura.
Ma come sempre, c'è dell'altro, dell'altro che ovviamente i veri fan conoscono, ma dell'altro privato rimasto in disparte finora.
Amy Berg ce lo mostra, attingendo a materiali privati, a filmati originali, raccontando la storia di Janis con le sue parole, quelle scritte in inchiostro e mandate poi ai suoi genitori in una corrispondenza lunga una vita.
E' lei che ci racconta i traumatici anni dell'adolescenza, il suo sentirsi inadeguata, brutta, il suo essere al centro del mirino dei bulli, la decisione di fregarsene, di rispondere ribellandosi. E' lei, sì, ma sono anche gli amici che l'hanno conosciuta davvero, il fratello e la sorella, i musicisti e gli amori che ha avuto.
E' la storia di una piccola ragazza blues che si compone, una ragazza con un grande talento, esploso all'improvviso a 17 anni, scoperto solo dopo dal produttore giusto, e poi quel successo incredibile, tanto cercato perchè capace di darle quello di cui tanto aveva bisogno: accettazione, amore.
Ma ovviamente non bastava, ovviamente in quegli anni travagliati, di uso e abuso di alcool e droghe, una ragazza sensibile come Jonis ci casca con facilità, se ne esce, e ci ritorna, al pari passo di una carriera che non è solista, che si compone di una band che la deve accompagnare, e che può influire e fare la differenza.
Si conosce così soprattutto la sua sfera personale, e quelle lettere diventano la testimonianza di uno spirito triste ma forte, innamorato della vita e della sua musica, che gioisce sinceramente, senza nascondersi, anche a pochi giorni dal suo 27esimo compleanno.
Janis è quindi un documentario che finisce per emozionare, che scivola giusto sui titoli di coda, con le brevissime parole di cantanti fuori luogo (Pink? davero?), che nella semplicità della sua struttura arriva al cuore.
Niente di rivoluzionario, niente di irripetibile, ma quando hai una voce e un personaggio come Janis Joplin da raccontare, quando hai la sua musica da poter utilizzare, basta poco per fare centro. Per incuriosire.
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