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16 ottobre 2015

La vita è facile ad occhi chiusi

Andiamo al Cinema

Miglior film.
Miglior regista.
Miglior attore.
Miglior attrice rivelazione.
Miglior sceneggiatura.
Miglior colonna sonora.
Film che rappresenterà la Spagna ai prossimi premi Oscar.
Tutto questo è in patria  La vita è facile ad occhi chiusi, e questa volta i titolisti italiani non hanno sbagliato, Living is easy with eyes closed è un verso di John Lennon in Stawberry Fields Forever, scelto non a caso visto che John Lennon stesso è fondamentale in questo film che altro non è che un on the road alla ricerca del Beatles, impegnato in Almerìa nelle riprese del film Come ho vinto la guerra.


Il protagonista è però Antonio, professore di inglese, appassionato beatlesiano, che usa proprio le canzoni dei Fab Four per insegnare ai propri studenti la lingua, e che decide di partire con la sua auto da Albacete, direzione Almerìa, per poter incontrare e parlare con John Lennon.
Ma non è una semplice follia da fan(atico).
Lungo il tragitto, accoglierà e darà un passaggio una ragazza in fuga da un peso ingombrante e alla ricerca di un futuro più sicuro, e un giovane in fuga da un padre severo e alla ricerca di una sua sicurezza.
Insieme, i tre attraverseranno la costa spagnola, con quel professore che si scopre un logorroico conversatore, saccente ma soprattutto con un cuore d'oro, che si prodiga in tutti i modi per aiutarli.
Questo road movie, ad un certo punto, però, si ferma.
Si ferma una volta giunti in Almerìa, ma si ferma solo apparentemente perchè è lì che ognuno dei protagonisti si troverà ad affrontare i suoi problemi, con Belen che oscilla tra una sicurezza famigliare e la passione, con Juanjo che trova un lavoro e una protezione, con Antonio che cerca un modo per avvicinarsi a Lennon.
Non sarà facile, ma sarà avventuroso, sarà appassionante soprattutto perchè questo avvicinamento poco ha di fan(atico), molto invece del maestro che Antonio si dimostra essere molto più fuori dalle mura scolastiche, senza quella cattedra, che ne fa un maestro di vita.


Peccato però che, vuoi per il doppiaggio italiano, vuoi per la fisicità di Javier Càmara, Antonio sembra più viscido di quello che effettivamente è, e che la sua parlantina instancabile, bè, stanca.
Certo, il film si riscatta alla grande nel finale, si riscatta una volta che il mito viene incontrato, che il destino per ognuno si delinea, e tolta quella patina di dubbio, anche Antonio conquista.
Non conoscendo gli altri film usciti in Spagna quest'anno, La vita è facile ad occhi chiusi è comunque un film piacevole, scorrevole, emozionante ed appassionante, in cui però non mancano lacune, non mancano piccoli difetti.
Il primo è sicuramente musicale: da un film dedicato a un Beatles, incentrato su un appassionato dei Beatles, ti aspetti la musica dei Beatles, e invece a parte una Help fraseggiata inizialmente e più volte richiamata all'appello, e la Stawberry Fields Forever del titolo che accompagna le lacrime del finale, non c'è altro. C'è la chitarra di Pat Metheny che dolce e melodiosa sottolinea quest'avventura, ma diciamocelo, per quanto bella non basta.
Il sole, la luce che illuminano una fotografia ben studiata, i frammenti documentaristici di quegli anni e di quel film in preparazione, la caratterizzazione dei personaggi fanno il resto, creando un microcosmo stralunato a cui nonostante le iniziali diffidenze ci si affeziona, aggiunte catalane comprese.
Probabilmente alla notte degli Oscar, il film di David Trueba non vincerà né sarà incluso nella cinquina finale, ma si presta perfettamente per emozionarsi con semplicità, per sorridere e commuoversi, di una bontà genuina e senza riserve che sembra troppo bella per essere vera.


9 commenti:

  1. Premi un po' telefonati, però mi è piaciuto davvero moltissimo.
    Ad avercene, di film così.

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    1. Io questo l'ho amato molto, ma se ami il cinema spagnolo vedi il film che ha sbancato nel 2015, La isla minima, altro genere proprio, molto, ma molto bello!

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  2. ciao, a me non è piaciuto molto, l'ho trovato un classico "acchiappa Goya" denso di situazioni costruite ad hoc per incantare lo spettatore sensibile, e non ho trovato la profondità storico politica che cercavo, cosa che andava fatta in un prodotto del genere considerando la storia spagnola...

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  3. A quanto pare gli spagnoli si esaltano un po' troppo facilmente. :)
    Una possibilità però mi sa che potrei anche dargliela...

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  4. Quanto alla colonna sonora, non so se sia una scelta voluta o meno, però tieni presente che i diritti per inserire le canzoni dei Beatles credo costino non poco...

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  5. Ciao, mi permetto di aggiungere qualcosa visto che conosco questo film a memoria, e l'ho rivisto volentieri anche nella versione doppiata. Il film è del 2013, ha infatti vinto ai Goya nell'edizione 2014, nell'edizione 2015 ha vinto La isla minima che non so se e quando vedremo in Italia, e che è spettacolare. Purtroppo non hanno ottenuto i diritti per le canzoni dei Beatles, per questo non ci sono, ma la colonna sonora è comunque stata curata da uno dei più grandi musicisti del mondo. Non è candidato all'Oscar, la Spagna lo aveva selezionato per rappresentarla lo scorso anno, ma purtroppo non è entrato neppure nella short list. Per il 2016 hanno selezionato Loreak, un film in lingua basca. Detto questo io ho adorato il film, da buona amante e conoscitrice della Spagna e non ho trovato Antonio quasi viscido, anzi, ma forse questo dipende dal doppiaggio, nella versione originale è indubbiamente più simpatico. Se c'è una cosa che si perde nel doppiaggio è il contrasto tra la Spagna del centro e l'Andalucia purtroppo. In ogni caso per me un ottimo film.

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    1. Grazie Nancy per le correzioni, per una volta ho dato per scontato che i distributori italiani non si fossero presi così in ritardo, almeno c'ho preso con il fatto che alla Notte degli Oscar non c'è arrivato.
      Sulle musiche immaginavo fosse un problema di diritti, e pur essendo cresciuta a Pat Metheny e apprezzando la sua colonna sonora qui, resta il fatto che se fai un film in cui i Beatles sono così centrali, ti aspetti qualche loro canzone in più.
      Il doppiaggio infine lo ha di certo penalizzato, sia per come ti si presenta Antonio che per l'impossibilità di capire i problemi di comunicazioni tra regioni diverse... comunque resta un bel film, godibile e toccante, che merita di essere visto.

      ps: cercherò la La isla minima, magari senza quei due anni di ritardo.

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    2. La Isla Minima è tutto altro genere, bello davvero! Se ti è piaciuto True Detective ti piacerà, ma non ha copiato lo script, era stato scritto prima. Coincidenze :) Fammi sapere

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