45 anni di matrimonio, pronti per essere festeggiati, pronti per essere celebrati.
45 anni passati ad amarsi, a sopportarsi, appoggiandosi l’uno nelle spalle dell’altra, Kate e Geoff, una vita passata assieme, senza figli, con pastori tedeschi che si sono succeduti, prima Tessa, ora Max, che in quella casa in mezzo alla campagna fanno i veri inglesi, tra the, passeggiate mattutine, la pensione da insegnante e da responsabile in uno stabilimento, i tanti libri che li circondano.
45 anni.
Che possono sgretolarsi di fronte al passato.
Non un segreto, quello no, ma un passato non condiviso che bussa all’improvviso alla loro porta nella settimana del loro anniversario.
Katia, il suo corpo, rimasto per 50 anni sotto la neve e il ghiaccio di una montagna svizzera è stata ritrovata.
E la memoria, per lui, non può che andare a quei giorni condivisi con una fidanzata che amava e voleva sposare, a quel rifugio in mezzo al nulla che in un mondo in preda al caos degli anni ’60 stava esplodendo si erano trovati, al futuro roseo che li aspettava, a quelle montagne così benefiche. Tutto perduto, tutto andato in un grido soffocato, in un buco senza fine.
E il presente, di lei, Kate, non può che essere scosso, le sue scelte, ma quelle di lui soprattutto, essere rimesse in discussione di fronte a quel futuro che si immaginava e che ha trovato in lei un’altra strada. Una strada che mai avrebbe percorso.
E non basta parlarne, anzi, parlarne fa male, chiudersi in segreti, nel silenzio, fa peggio, non basta continuare a preparare i festeggiamenti, a festeggiare, qualcosa si è incrinato. Per sempre.
A volte ci vuole un attimo per aprire gli occhi, a volte, servono 45 anni per togliersi il fumo dagli occhi, anche rispetto al compagno di una vita.
I romantici non hanno vita facile di fronte al film di Andrew Haigh, la sintonia, l’armonia di una coppia anziana, che si ama e si rispetta, vengono messe in discussione, in un lungo processo di analisi interiore che si svolge negli 85 minuti di 45 anni.
Seguiamo Kate e Geoff da lunedì a sabato, dal giorno infausto in cui quella lettera arriva, al giorno della loro celebrazione, e tra silenzi, confronti, uscite e confidenze tra amiche, il tutto scorre lentamente.
Il tempo si distende, lasciando il tempo per depositare certe notizie ma anche per far riaprire vecchie ferite, in realtà mai rimarginate, e a contare è una sceneggiatura calibrata al minimo dettaglio.
Se il ritmo lento può sconfiggere qualcuno, se il punto di vista è più femminile che maschile, da tenere d’occhio, o d’orecchi è una colonna sonora DOC, con le canzoni scelte per quella festa, quella celebrazione, da rubare alla coppia.
Non solo le parole fanno però di 45 anni un film di quelli forti, che sanno scavare nell’animo e nella mente, le parole non sarebbero nulla se a dargli voce non ci fossero un’immensa Charlotte Rampling, glaciale, fragile, e un tenero Tom Courtenay, sperduto, romantico. Entrambi sono stati giustamente premiati all’ultimo Festival di Berlino, e si fanno colonne portanti per un regista a cui piace mettere a fuoco i rapporti e le dinamiche di coppia, puntare la sua macchina da presa su protagonisti e sui loro sentimenti, segnati dalla vita e dal passato, come già nell’intenso Weekend.
Qui i toni si alzano, il tema si fa più profondo, a rimettere in discussione tutta una vita, tutto il passato, tutto quello che sta dietro a una scelta avvenuta 45 anni fa.
E che oggi porta a fissare il vuoto, mentre cala il buio, mentre sfuma la musica, mentre le domande non smettono di rincorrerci.
Questo non vedo davvero l'ora di vederlo. ;)
RispondiEliminaNonostante la lentezza e il punto di vista femminile, é molto nelle tue corde, non perderlo!
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