E’ stata la serie rivelazione dell’anno, non solo ai Golden Globe ma pure qui, da queste parti.
Se pensate che non ci sia nulla di nuovo nel raccontare di intrighi e tradimenti, di due amanti che si conoscono, iniziano a “frequentarsi” rovinando le loro vite e quelle di chi sta loro attorno, allora sappiate che la novità sta soprattutto nella struttura di questo racconto carico, se volete, di cliché. Una struttura che prevede una divisione netta del racconto in due punti di vista, quello di lei e quello di lui, cambiano alcuni particolari, cambiano dettagli, e a volte cambiano completamente i fatti.
La prima stagione avvinceva, con quella passione irrefrenabile che scoppiava tra Noah e Alison, con un omicidio, quello di Scott Lockhart per il quale venivano interrogati, e per il quale a noi, spettatori, mancavano parecchi tasselli.
Questi li possiamo ricomporre ora, grazie a una seconda stagione decisamente più avvincente, ancora più intrigante perché ai due punti di vista già esistenti se ne aggiungono altri due, quelli dei traditi, dei lasciati, Cole e Helen. La vera sorpresa è quest’ultima, grazie a una Maura Tierney in formissima, che pur rimanendo da me odiata già ai tempi di E.R., si dimostra una grande, nelle cadute come nelle risalite, con le parti a lei dedicate ad essere decisamente le migliori.
La positività e un po’ di luce le vediamo invece solo grazie a Cole, a quel Joshua Jackson che non smette di affascinare una fangirl d’annata come me, la cui storyline è senza dubbio più romantica.
Come sono messi invece Noah e Alison?
Non bene, nella fiera della menzogna con cui imbastiscono il loro rapporto, con cui allargano e stabilizzano solo in parte la loro situazione, c’è spazio con ogni probabilità per un altro libro che possa essere affiancato a quel Descendent che ha fatto di Noah una star, una star elettrizzata e eccitata.
Se intriga questo scambio, questo ampliare gli orizzonti di un racconto ora a quattro voci, intriga ancor più quanto succede nel presente, in un'aula di tribunale dove proprio Noah deve affrontare l’accusa di omicidio. Gli spezzoni pochi e frammentari spingono a macinare un episodio dietro l’altro, arrivando a una fine che non ti aspetti, a un mistero che si risolve ma che lascia tutto ancora sospeso.
Con una seconda stagione che anche se è andata veloce con il passare del tempo ha dato una spinta aggiuntiva a quanto già creato, con un cast di quelli granitici e solidi, The Affair fa breccia anche quest’anno, e il merito, va sicuramente a un’attenzione particolare per la scrittura, con sceneggiature splendide, basterebbe la parte di Noah dell’episodio 10 (protagonisti: lui e la sua psicoterapeuta) a far scattare gli applausi.
Non c’è che dire, si attende con ansia di essere ancora indaffarati e intrigati da questo Affair!
Questa volta torniamo a essere d'accordo! ;)
RispondiEliminaGrandiosa Maura Tierney, che pure io non avevo mai sopportato molto, ma che in questa stagione domina!
E la seduta dalla strizzacervelli di Noah è roba da conservare nella memoria forever.
Qui l'entusiasmo é ancora più giustificato, li ho divorati questi episodi!
EliminaSono indietro di tre, quattro episodi, ma recupero prima dei listoni.
RispondiEliminaThe Affair ha già un posto tutto suo. Maura Tierney quant'è brava. Nella stagione precedente, avevano più scene il sedere del tipo che lei; che spreco!
Ha recuperato alla grande, e pure il suo culo si prende i suoi spazi adesso ;)
EliminaIo nello stordimento generale non mi ero nemmeno accorta che era uscita la seconda stagione, ma ora recupererò, anche se faccio una certa fatica, dai tempi di 300, a tollerare West, trovo incomprensibile preferirlo a JJ!
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