Ne sono stupita tanto io quanto voi, quindi lo dico subito, senza troppi giri di parole: Creed mi è piaciuto.
Meglio, mi è piaciuto un sacco.
Ma davvero tanto!
Ma come, direte voi -e dico io- storci il naso per Revenant, lo promuovi ma in realtà lo bocci e di certo non lo esalti perchè la trama, il suo sviluppo, la sua sceneggiatura non ti hanno convinto alla faccia delle grandi prove di DiCaprio e Iñárritu, e ora sei qui a parlare entusiasticamente di un film con Sylvester Stallone spin-off o sequel della saga di Rocky?
Che è successo, bloggerianamente parlando sono passata dal radicalchicchismo del Cannibale al pane e salame di Mr. Ford?
Ebbene sì.
Almeno per questa volta.
Perchè diamo a Cesare quel che è di Cesare, anzi, diamo a Sly quel che è di Sly: in Creed ha saputo emozionarmi, ha saputo commuovermi perfino (e in più punti), ha saputo esaltarmi e farmi appassionare, non solo all'incontro finale, quello a cui tutto o non tutto ruota attorno, ma anche e soprattutto alla vicenda di per sé.
Lacrime asciugate e pronte a tornar fuori, pugni stretti, occhi che si chiudono per i colpi, per il sangue, interrogare il giovine per capire se il colpo è andato a segno, se davvero si è K.O....
Ma andiamo con ordine, partiamo dicendo che la sottoscritta ha gran vaghi ricordi del primo Rocky e dei successivi 5 capitoli ancora meno. Ricordi dati da visioni televisive sul divano di casa, lasciando poi quel divano all'euforia di un padre o degli avventori del bar di famiglia di certo più appassionati, ricordi di un inizio visto di sfuggita e poi prontamente cambiato nell'appartamento di oggi, alla ricerca o con l'agenda già piena di nuove visioni.
Però... però la leggenda di Rocky volente o nolente l'ho assimilata, il suo urlo disperato verso Adriana, quella tartaruga che viaggiava su una scatola, la bravura di Apollo Creed... ricordi vaghi, si diceva, ma cementati nella memoria.
Che li si abbia o meno, Creed si regge lo stesso, si regge perchè come già il nuovo episodio di Star Wars gioca la carta della nostalgia verso chi alla saga è affezionato, ma racconta anche qualcosa di nuovo per i nuovi spettatori, non lasciandoli indietro, ma accompagnandoli(ci) a capire che certi nomi, certi oggetti, certe stanze hanno e hanno avuto il loro peso.
Quello che si racconta è però una nuova storia, e non è quella dell'immigrato che si barcamena tra lavori e lavoretti cercando nella boxe la sua rinascita, o la sua nascita, è quella di un giovane ricco (cresciuto nientemeno che dall'ex signora Robinson), che dalla strada però viene, che cerca nella boxe un'identità, molla le comodità, si fa un mazzo così affidandosi a chi quel padre che mai ha conosciuto lo ha invece conosciuto bene, e lo fa perchè in ogni pugno c'è la rabbia e la speranza di non essere un errore.
In questo, mi si potrà dire, non c'è davvero nulla di nuovo, perchè al di là delle origine non certo basse di Adonis, la strada verso il finale è quella in salita fatta di allenamenti frustranti che a poco a poco danno i loro frutti, attorniata da un rapporto teso ma profondo con l'allenatore d'eccezione Rocky Balboa che solo per lui torna in palestra, e la nascita di un amore nuovo con la vicina di casa musicista.
Niente di nuovo, vero, ma è come tutto questo si racconta, con quali parole a fare la differenza.
A differenza, per esempio, di Southpaw, dove non mancavano questi cliché, sono dialoghi scarni, parole pesanti e significative a impreziosire il tutto, pure il finale.
Sono parole, sguardi, che arrivano, e che non possono che commuovere quando si vede la gloria arrivare, la gloria retrocedere, l'amore nascere.
Tutto ben calibrato, tutto ben orchestrato, anche grazie a una colonna sonora che mescola nuovo e vecchio, a rendere onore al regista Ryan Coogler che già si era fatto apprezzare con l'intenso Fruitvale Station da cui si è portato dietro il bravo Michael B. Jordan, vero protagonista, i cui muscoli lievitano a vista d'occhio.
Ma è ovviamente lui, Sylvester Stallone, a rubargli la scena.
Gli anni sono passati, la mascella si è fatta cadente e gli interventi non aiutano di certo, ma c'è sincerità, nella sua voce, nei suoi gesti, nel ritrovarsi ancora una volta nei panni di quel suo amico immaginario che tanto gli ha dato. Sono ovviamente suoi i momenti più toccanti e intensi di una pellicola che anche quando rischia, non scade nel buonismo, nell'opportunismo, mantenendosi in perfetto equilibrio tra nostalgia e rinascita.
Si arriva ad un finale carico di epicità, che regala quanto sperato a tutti i fan della prima e dell'ultim'ora: uno scontro che dimostra la passione, l'amore e i duri colpi di uno sport, della vita, che si segue tra il pubblico, urlante, si segue appena al di fuori di quel ring, speranzosi, si segue dal divano di casa, pieni di paura e di orgoglio.
E finisce che Creed stende al tappeto, che esalta anche chi era convinto di vedere tutto questo per dovere, più che per convinzione.
E non può che essere la migliore delle sorprese.
Regia Ryan Coogler
Sceneggiatura Ryan Coogler, Aaron Covington
Musiche Ludwig Göransson
Cast Sylvester Stallone, Michael B. Jordan,
Tessa Thompson, Phylicia Rashad
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Anche tu ne parli bene, pare sia la rivelazione del momento. Dovrei andare nel fine settimana...saprò dire..
RispondiEliminaSe ne parlo bene io, da non appassionata, puoi andare sul sicuro: una vera rivelazione!
EliminaA me non è spiaciuto, ma da qui a esaltarmi ne passa...
RispondiEliminaMolto meglio Southpaw.
Lisa, ormai sei una delusione continua. Che ti è successo, eh, che ti è successo? Hai battuto la testa? :)
Mi sono infordianizzata troppo? Mi spavento anch'io, credimi, ma di fronte alla lacrime che ci posso fare? Southpaw invece é stato tutto uno sbuffo:)
EliminaAnche per me meglio Southpaw, ma sono felice che ti sia piaciuto. Sly è inaspettatamente tenero e intenso. In mancanza del piccolo Jacob di Room tra i nomi papabili - e lui è meraviglioso sì, altro che DiCaprio, vedrai -, tifo per lui ;)
RispondiEliminaAnche il mio tifo va per Sly anche se i concorrenti sono bravo e agguerriti, ma con dialoghi scarni ma toccanti mi ha conquistato, altro che la solita minestra di Southpaw...
EliminaA me è piaciuto molto più di Southpaw, che pure avevo molto apprezzato. Un film semplice (e poi nemmeno così tanto...) ma dal cuore enorme.
RispondiEliminaEsattamente! Con parole e gesti ha saputo conquistare, dimostrando poi di essere un'operazione nostalgia genuina.
EliminaAbbiamo scritto la recensione quasi in contemporanea! E stavolta siamo in sintonia: "Creed" è una perfetta operazione-nostalgia, un film che ti restituisce esattamente quello che cerchi. Una pellicola classica ma riveduta e corretta per i nostri tempi, bella, appassionante e riuscita anche dal punto di vista sportivo. Michael B. Jordan ha il fisico giusto, ma gli occhi sono tutti per il vecchio Sly...
RispondiEliminaMai avrei pensato che Sly potesse commuovermi e convincermi, e invece per merito di uno script davvero intenso, ce l'ha fatta!
Eliminadomani sera vado a vedere Leo, ma per come ne parlano tutti, so già che sarà un'agonia non poterlo esaltare alla grande... ciò posto, Sly lo vedrò, perché uno come lui una possibilità, dopo l'incanto dei Mercenari, la merita alla grandissima
RispondiEliminaIo dai mercenari mi sono sempre tenuta a distanza non essendo nelle mie corde, per questo sono ancora più stupita di come questo Sly ni ha rubato il cuore... Vedrai come lo apprezzerai!
EliminaSono felicemente sorpreso di riscoprirti così pane e salame.
RispondiEliminaInutile dire che concordo in pieno.
E ti dico: ora che hai apprezzato Creed, devi rispolverare l'intera saga. ;)
Eh, nonostante questa improvvisa svolta pane e salame ce ne vuole ancora per farmi affrontare tutta la saga, con i suoi ultimi scivoloni... Magari finito Harry Potter, chissà :)
EliminaRocky 4 resta il migliore :) Non mi è dispiaciuto Creed molto meglio di Rocky Balboa (5); però forse di poco ho preferito The Revenant...
RispondiEliminaRevenant ha la perfezione stilistica, qui pero c'è tutta l'emozione inattesa e che esalta. Film diversi, ovvio.
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