Abbiamo dovuto aspettare quasi due anni, e ci toccherà aspettarne almeno un altro per scoprire la prossima stagione.
Ma nel frattempo, Steven Moffat non c'ha voluto lasciare a bocca asciutta, e ha preferito lasciarci a bocca aperta.
Questo speciale di Capodanno, con le foto di Sherlock e Watson in tenuta di fine Ottocento, faceva pensare a un episodio estemporaneo, un divertente prenditempo per godere ancora una volta della mente brillante e geniale di un investigatore sopra le righe, e del suo assistente dal cuore d'oro.
E invece, la sorpresa, con tutto che si ricollega, con quel passato che passato non è.
Ma andiamo con ordine, partendo dal caso di quella sposa abominevole che coinvolge i due: una sposa, per l'appunto, tale Emelia Ricoretti, ha minacciato numerosi passanti a colpi di pistola, si è poi suicidata, per poi, a qualche ora di distanza, ricomparire di fronte al marito e ucciderlo a colpi di fucile.
Com'è possibile?
Cos'è successo?
E come spiegare tutti quegli assassini di mariti, dalle dinamiche identiche, di cui ora la città si sta riempiendo?
In questo passato in cui poco cambia, in cui i personaggi sono sempre loro, pur ingrassando, pur camuffandosi, c'è tempo affinché Sherlock arrivi a una soluzione, che possa spiegare anche quanto sta avvenendo nel nostro presente, con il ritorno in grande stile di Moriarty, con quel Did you miss me? che ancora risuona nelle nostre menti.
E allora si scopre la genialità, si plaudono un Moffat e un Gatiss che non tralasciano nulla, nemmeno il più piccolo particolare, nemmeno il più piccolo dialogo, con una sceneggiatura che come sempre lascia incantati per ritmo, ironia, profondità di frasi simbolo.
Benedict Cumberbatch gigioneggia come sempre alla grande, esaltando, e facendo dei riferimenti alle storie di Watson, alle storie di Conan Doyle che mandano in brodo di giuggiole gli appassionati.
Il vero problema di questo episodio, perchè sì, ce n'è uno, è che è un solo episodio, che per la stagione 4 già sappiamo si dovrà pazientare tanto, troppo, e così questo assaggio, lungo, per carità, gustosissimo, lascia anche quel retrogusto amaro delle occasioni speciali che finiscono troppo in fretta.
In un passato che passato semplicemente non è, in un presente che forse è futuro, forse è sogno, forse è realtà, Sherlock continua a conquistare, continua ad essere quella droga a cui attaccarsi, anche se solo al 7% di soluzione.
Domanda per te. Io che Sherlock non l'ho mai seguito - in realtà ho visto più di qualche episodio in tivù, ma con scarsa continuità - posso godermelo ugualmente?
RispondiEliminaCi sono riferimenti più o meno importanti al finale della terza stagione, a cui alla fine si ricollega, ma lo si può godere ugualmente. Il mio consiglio é comunque di andarti a recuperare in v.o. le tre stagioni, e capirai perché Benedict pur non essendo bellissimo piace così tanto ;)
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