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19 febbraio 2016

Il Bambino che Scoprì il Mondo

E' già Ieri -2014-

Giovedì 15 ottobre
Esce nei cinema italiani il film di animazione Il bambino che scoprì il mondo.
Esce è però un eufemismo, visto che le sale che proiettano questo piccolo film brasiliano si possono contare sulle dita di una mano.
Giovedì 14 gennaio
A sorpresa, Il bambino che scoprì il mondo, viene incluso dall'Academy nella cinquina finalista dei migliori film di animazione andandosi a scontrare con il colosso Pixar e il suo Inside Out, con il genio di Charlie Kaufman e il suo Anomalisa, con l'ultimo Ghibli Quando c'era Marnie, con l'altro outsider irlandese Shaun the Sheep.
Domenica 24 gennaio
Un piccolo cinema, inerpicato per le colline della mia Marostica, proietta a sorpresa Il bambino che scoprì il mondo.



E così, con il fido giovine, mi inerpico anch'io per quelle colline in cui vorrei tanto vivere e in cui godiamo di un tramonto che toglie il fiato, e torno in quella sala frequentata da bambina, ora digitalizzata, ma rimasta piccola, genuina, in tutto e per tutto: il Micropolis (da non confondere con il Metropolis, il multisala commerciale della zona) è infatti uno di quei cinema in cui ancora ci si parla, in cui il film viene presentato e introdotto, senza pretese da fumosi cineforum d'essai, in cui finito il film ci si scambiano opinioni, in cui ci si conosce tutti, uno ad uno, in cui io e il giovine, i forestieri, i nuovi arrivati, siamo accolti con gioia e affetto.
La visione de Il bambino che scoprì il mondo si fa quindi un'esperienza nell'esperienza, resa ancora più profonda dal riscoprire la forza del cinema, la bellezza di un cinema che è condivisione, è visione d'insieme, in un cinema che, come una volta, come dovrebbe essere, culla i suoi frequentatori, li accompagna, li emoziona.
Spente le luci, tra sgranocchi di popcorn e voci di bambini, lo schermo bianco si riempie di righe, di colori, di musica.
E tutto tace.
Inizia la magia.


La magia di un film piccolo, in cui i dialoghi sono praticamente assenti, in cui i disegni a mano, i collage, il bianco dello sfondo, si animano, accompagnati da note dolci e incantevoli.
Disegni semplici, naif, quasi infantili, ma pieni di quella magia che incanta, vuoti o pieni, esplosivi o silenziosi, con quella musica brasiliana di percussioni e flauti che accompagna ogni scena, arricchendola, con quel leitmotiv che emoziona, commuove, ad ogni suo ritorno.
E poi, c'è la storia.
Che è una storia solo all'apparenza piccola, ma che racconta -come da titolo- la scoperta del mondo da parte di un bambino.
Un mondo grigio, però, un mondo fatto di bruttura e di compromessi.
Quel bambino felice che vediamo correre tra foreste e giardini, inseguire note e animali, vede anche il padre partire verso la grande città, alla ricerca di un lavoro che possa sostenere la famiglia. Il treno lo inghiotte, e non lo riporta più indietro.
Seguirlo, cercarlo, trovarlo.
Tra le piantagioni dove uomini stanchi colgono il cotone, lo scaricano e ricominciano la loro giornata di routine, in fabbriche dove quel cotone si lavora, incessantemente, fino all'urlo della sirena, che riporta in case minuscole, tristi e grigi, dove ci si stordisce davanti a uno schermo acceso... Lo spazio per il colore, dov'è finito?
È nascosto, in ripostigli segreti, ai margini di quella città, represso nel sangue, nella povertà.
Quel bambino pieno di vita, di colore, conosce tutta la tristezza di un mondo dove il lavoro è vita, dove il guadagno ha più importanza, del singolo, dell'uomo, del suo mondo.
Che ne viene distrutto.
Quel bambino che torna a casa, cambiato e cresciuto per sempre, non ha però perso le speranze, e il suo viaggio, la sua scoperta, acquista un senso in più, in un finale che -tra sorpresa e malinconia- fa salire le lacrime agli occhi.
E quando vedi tutta questa magia uscire da uno schermo inizialmente bianco, quando vieni invaso da un messaggio tanto potente, raccontato con così tanta semplicità, quando ti ritrovi assieme a chi con te ha condiviso la visione, toccati e commossi, sai che la speranza non muore davvero mai, che piccole realtà, piccoli film, piccoli cinema, sono il vero colore del mondo.
E che è tutto da scoprire.


Regia Alê Abreu
Sceneggiatura Alê Abreu
Musiche Ruben Feffer, Gustavo Kurlat
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