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19 marzo 2016

Perfetti Sconosciuti

Andiamo al Cinema

Lo so, lo so, arrivo dopo di tutti.
Arrivo con un ritardo pazzesco perchè, non so, qualcosa non mi convinceva.
Non mi convinceva inizialmente, non tanto per un'idea che trovavo decisamente interessante, quanto per la paura di come si sviluppasse poi. Non mi convinceva quel cast di soliti noti, di solite facce al cinema, anche se queste sono comunque le facce migliori, al momento, in circolazione, e non mi convinceva la stampa in delirio, il pubblico in delirio, che il film lo ha premiato e lo continua a premiare con un incasso da record.
E invece.
E invece quanto è bello scoprire di avere torto?
Mettere a tacere tutti quei dubbi, e godersi una pellicola ben fatta, ben recitata e soprattutto ben scritta. Una pellicola come si deve, chiusa in un appartamento romano da invidiare, chiusa in case che si stanno per lasciare, in auto che ci stanno portando a quell'appartamento.


La trama la sapete già, lo so, ed è quasi inutile ricapitolare il gioco pericolosissimo che questi 7 amici (3 coppie, e uno scoppiato timoroso) fanno: per una sera, per la durata della cena, visto che tanto si conoscono, ogni messaggio, mail, whatsapp, chiamata, verrà resa pubblica agli altri.
Ovvio che ne scaturiscano drammi a non finire, rivelazioni pericolose, e il gioco si fa dramma: no, nemmeno il migliore amico da una vita si conosce così bene, e no, se il gioco lo vuoi truccare, finisce anche peggio.
Ma ovviamente c'è molto più di questo, c'è molto più delle battutine che arricchiscono il trailer: la prima parte è fatta infatti di amici che si confrontano sui grandi come sui piccoli temi della vita, sui figli che stanno crescendo o che forse arriveranno, sulla necessità dell'analisi o dell'accettare il proprio corpo, sul lavoro e sul futuro, il tutto condito sì da battutine, ma davvero intelligenti, davvero centrate.
Il lavoro di scrittura, una volta che quel gioco ha inizio e non si può più fermare, si fa forse più inverosimile, ma ugualmente efficace, mettendo a nudo ipocrisie e segreti, mettendo ognuno di fronte alle proprie debolezze, ai propri sbagli, con un lampo di luce e commozione che si ha nella conversazione di un padre che molto più della moglie analista sa capire la figlia, sa starle vicino, sa consigliarla nel migliore dei modi.
Tutto precipita, quindi in modo irreparabile, mostrando solo a noi colpi di scena che non si credevano. E quando da quell'appartamento si esce, quando finalmente si respira, Paolo Genovese si concede un colpo di coda, che fa sorridere, amaramente, ma sorridere, soprattutto per quella citazione d'alta classe.


È la struttura del film stessa quindi, che colpisce, che cattura e che convince, sono dialoghi pieni di verità e studiati al millesimo, con gli attori che fanno a gara di bravura, con Mastandrea comico malinconico, con Giallini marito premuroso, con la Rohrwacher dolce e timica, con Leo anche troppo burino, con la Smutniak e la Foglietta eleganti e pungenti, e infine con Giuseppe Battiston che colpisce più degli altri.
Ovvio quindi che a dare la marcia in più ad un copione teatrale (nella mia mente, già c'è un adattamento) è questo cast affiatato, che non sbava né eccede. Ma è il copione stesso, la sceneggiatura, ad essere perfetta, a non sbagliare mai, nemmeno quando esagera, quando fa apparire così inverosimile la vita di questi amici.
Che ne sappiamo noi cosa nascondono gli altri, cosa si chiude dietro quel pin, dietro quel telefono a faccia in giù sul tavolo?
Meglio lasciarlo lì, scatola nera inviolabile, meglio guardare il cielo, abbracciati ignari su un terrazzo, con quella Luna grande, quasi doppia, che ci guarda a sua volta.


Regia Paolo Genovese
Sceneggiatura Paolo Genovese, Filippo Bologna, 
Paolo Costella, Paola Mammini, Rolando Ravello
Cast Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, 
Marco Giallini, Kasia Smutniak, 
Alba Rohrwacher, Edoardo Leo
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6 commenti:

  1. Pezzo bellissimo, ed ero sicuro che avrei apprezzato.
    Al cinema, sarà che la risata è contagiosa, ho riso ma tanto tanto e, davanti agli stravolgimenti finali, quanta amarezza. Mastandrea e Battiston i più bravi. La questione Lucio/Lucilla, in particolare, "punge"...
    Del filone, anche se in chiave noir, ti consiglio I nostri ragazzi. Gran cast, finale agghiacciante, ben distribuito anche all'estero pare.

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    1. I dubbi potevano starci, ma sono ben felice di essermi ricreduta subito. Segno I nostri ragazzi, e ora anche Il nome del figlio a suo tempo messo da parte, mi stuzzica un po' di più...

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  2. E' il nostro "Carnage", un'autentica, graditissima, sorpresa: insieme a "Jeeg Robot" è la dimostrazione che anche in Italia si può fare un ottimo cinema "medio", non necessariamente autoriale, eppure in grado di arrivare al pubblico in maniera intelligente. E sono felicissimo, per una volta, anche degli incredibili incassi che sta registrando. E mi trovo d'accordo, naturalmente, con il tuo ottimo pezzo :)

    p.s. certo che quest'anno la Medusa, con questo film e Zalone, ha proprio fatto il pieno... diavolo d'un Berlusca! ;)

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  3. La curiosità cresce.
    E io a questo giro arriverò più in ritardo di te... ;)

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  4. Gran bella sorpresa, e concordo con Kris, il Carnage italiano, anche migliore di quello di Polanski.
    E gran bel pezzo.

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