Se di Shonda ci si può sempre fidare in caso di guilty pleasure, di Shonda non ci si può sempre fidare nel tempo.
L'idee di partenza, sempre originali, sempre accattivanti, vengono poi allungate fino al ridicolo, e se con Grey's Anatomy la cosa continua da ben 12 stagioni iniziando solo ora a stancare anche i fan più accaniti, con How to get away with murder è bastato il secondo anno di vita.
La colpa è fondamentalmente di una serie che si basava su un omicidio e sulla sua soluzione, e l'aver risolto non uno, ma ben due casi, lasciava tentennanti di fronte a una nuova stagione.
La colpa, per quel che mi riguarda, è anche di un cast non ben assortito, di personaggi scritti quasi goffamente, come se la Annalise Keating che ha permesso a Viola Davis di vincere lo scorso anno l'Emmy per la sua interpretazione, dovesse prendersi il peso dell'intera serie sulle spalle.
Già il mid-season finale aveva lasciato piuttosto delusi con la creazione di un nuovo caso in cui mancava l'appeal e con la discesa in campo di espedienti -vedi alla voce tradimenti, scambi di coppia, passato scabroso- che gridava a gran voce BRODO ALLUNGATO!
Sullo stesso schema prosegue ora la seconda parte di questa stagione, che ai flashback di un futuro prossimo, alterna invece quelli di un passato lontano che inquadra meglio la figura di Wes e il suo ascendente su una professoressa Keating sempre più allo sbando, dedita all'alcool e alle allucinazioni.
Non mancano nemmeno gli scambi di coppia, decisamente impensabili e decisamente studiati male, con scene hot che si fanno praticamente gratuite, come se ad ogni episodio debba per forza starci quel paio di bottarelle a giustificare i feels dei fan.
Insomma, sbattendo di qua e di là, perdendo di vista il vero caso che si dovrebbe risolvere, creando aspettative e colpi di scena che sono in realtà colpi bassi, How to get away with murder più che un guilty pleasure diventa un'accozzaglia di idee che si scontrano, con personaggi che non hanno né il mordente né la forza degli altri creati nel tempo da Shonda, con interpretazioni che di certo non aiutano: togliete quell'arida da insopportabile a Asher, quell'aria contrita da Wes e fate tacere i piagnistei di Laurel.
Se non esiste il delitto perfetto, non esiste nemmeno la formula perfetta per continuare una serie, e onestamente, l'idea di una nuova stagione, con un Frank probabilmente al centro della scena, mi fa così rabbrividire da abbandonare qui, senza nemmeno un senso di colpa.
per me questa volta sei stata un po' troppo severa...
RispondiEliminapersonalmente non l'ho trovata poi così pessima come l'hai descritta tu