Pagine

17 settembre 2016

Alla Ricerca di Dory

Andiamo al Cinema

La ricordo ancora la sera di 13 anni fa passata al cinema andando alla ricerca di Nemo.
Gli anni erano già 15 per me, e l'attenzione non era al massimo, ma le avventure del piccolo pesce pagliaccio mi avevano conquistato per l'umorismo dilagante, per i personaggi di contorno, per la maestria degli animatori Pixar nel ricreare l'oceano e la vita sottomarina così bene da essere costretti a sporcare quella perfezione per far capire che si trattava comunque di animazione.
Nonostante ormai lo sappia a memoria, Alla ricerca di Nemo non è nel mio personale podio Pixar (Up, Inside Out, Ratatouille/Monsters & Co.ex aequo) proprio per quei tanti personaggi di contorno e per una trama che evita il bellissimo e tipico segno caratteristico del cambio di punto di vista, a favore di animali parlanti.
Un suo seguito, per quanto non necessario, lo attendevo comunque con ansia, con tutte le paure annesse che un sequel comporta.
Il punto di forza, sembrava quello di puntare tutto sulla pesciolina Dory, la fiducia, la si conquistava nell'aver saputo aspettare quei 13 anni, senza sfruttare la scia del successo o dell'entusiasmo, prendendosi il tempo necessario per trovare e costruire la storia giusta.
Oggi, dopo aver girato per Festival ed essere già uscito nella maggior parte del mondo, Dory arriva anche da noi.
E quella speranza, quella fiducia, si infrangono.




Non sembra infatti reggere la pesciolina smemorata al passaggio da spalla comica a protagonista principale, non sembra esserci stata, soprattutto, troppa attenzione nella costruzione di una storia, di una sceneggiatura.
Il soggetto, in soldoni e in semplicità, è che Dory dopo anni di smemoratezza torna a ricordarsi dei genitori, e decide con l'aiuto della sua nuova famiglia (Marlin e Nemo) di andare alla loro ricerca, dall'Australia alla California.
Il viaggio di per sé non richiede troppe peripezie come il primo capitolo, sfruttando da subito l'amicizia con la tartaruga Scorza, per spostare così tutta l'azione all'interno e all'esterno del parco Oceanografico di Morro Bay.
Va da sé che una serie di personaggi buffi ci vengono presentati, da una coppia di leoni marini stanchi a un beluga con il radar non funzionante, da uno squalo balena miope al mimetizzante polpo Hank. Ed è solo quest'ultimo a funzionare davvero, a prendere il posto ora vacante di spalla comica e con la sua ritrosia ma con il suo cuore -pardon, tre cuori- d'oro, conquistarci.
Le altre new entry, purtroppo, peccano di scarsa profondità, di un umorismo adatto solo ai più piccoli e soprattutto di un doppiaggio piuttosto irritante in cui però si sorride per sentire Licia Colò nei panni di Licia Colò.


Messe da parte le critiche sui personaggi, passiamo alla storia, che altro non è che un passagio da un obiettivo a un altro, da dover andare da A a B e poi a C e poi a D, perdendo ogni volta per strada qualcuno, dovendo salvarlo, e proseguendo così. Vero è che una simile costruzione si adatta perfettamente a come la pesciolina Dory pensa, andando d'istinto, non potendo contare sulla memoria o sulla possibilità di attuare un piano a cui poi attenersi, ma tutto sembra sviluppato velocemente, senza profondità, giustificando scelte, passaggi, presenze, in modo sbrigativo.
L'unica vera emozione, arriva così nel pre-finale (che non può non far pensare al finale pieno di poesia e romanticismo di On the milky way di Kusturica, a chi l'ha visto), ma anche qui attraverso spiegoni che parlano soprattutto al pubblico dei più piccoli, la magia viene rovinata.
Tutto da buttare allora?
Ovviamente no, perchè qualche risata, soprattutto grazie al burbero Hank viene strappata, ovviamente no perchè l'animazione e la ricostruzione dell'oceano e dei suoi abitanti, ha dell'incredibile, e lascia a bocca aperta, e nel vero finale, l'emozione e la commozione tornano a bussare.
Ma in 13 anni probabilmente di meglio si poteva fare, e anche se gli insegnamenti, la morale, sono così importanti e belli, ad essere tagliato fuori è quel pubblico di adulti che alla Pixar si è sempre affidato, e che ora, proprio come con Il viaggio di Arlo e quasi per gli stessi motivi, si ritrova a bocciare il suo punto di riferimento.


Regia Andrew Stanton, Angus McLane
Sceneggiatura Andrew Stanton, Victoria Strouse
Musiche Thomas Newman
Cast Ellen DeGeneres, Albert Brooks, Ed O'Neill, Diane Keaton
Se ti è piaciuto guarda anche
Alla ricerca di Nemo, Il viaggio di Arlo, Il re Leone



Come sempre, il film è preceduto da un corto.
Piper riesce in pochi minuti ad emozionare e riempire di tenerezza, con un'animazione così simile al reale da lasciare di stucco.

10 commenti:

  1. Pensa che io il primo l'ho visto anche mezza volta...
    Arlo l'ho trovato davvero pessimo e scopiazzato a destra e a manca. Questo chissà.
    Magari, rivedo prima Nemo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sa che un ripasso di Nemo è obbligatorio, e di certo è meglio di questo sequel che come Arlo scopiazza di qua e di là, butta in pasto personaggi macchietta e emoziona solo sul finale. Che amarezza.

      Elimina
  2. Lo vedrò perché comunque sono curioso. Arlo però nonostante la semplicità l'ho trovato veramente un gioiellino per quel che ti fa provare. Mi ha emozionato non poco, e stupito perché sono andato a vederlo senza aspettarmi nulla.

    CervelloBacato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Arlo era un perfetto prodotto Disney (non a caso, prendeva pari passo Il re leone), ma tra i film Pixar sfigura per una mancanza totale di originalità. Stessa cosa con Dory, dove si ripete lo stesso schema di ricerca all'infinito, che tocca poco le corde dei più grandi.

      Elimina
  3. A me Arlo era piaciuto molto, a Nemo voglio bene anche se è lontano dal mio podio Pixar (Up, Inside Out e Monsters&Co.): sei la prima comunque a parlarne male, io confido quantomeno in un buon intrattenimento, dovremmo andare domani con tutta la tribù. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarà che le aspettative quando si parla di Pixar si impennano, ma pur non essendo da bocciare, Dory delude e irrita per la sua ripetitività e per una sceneggiatura così mal costruita.
      I fordini si divertiranno sicuramente, ma siamo lontani dal primo Nemo e soprattutto da quel podio (che è praticamente uguale al mio, Ratatouille a parte).

      Elimina
  4. Io nel gruppo ci metterei anche The Incredibles! Sinceramente Finding Dory l'ho snobbato alla grande, e a quanto pare ho fatto bene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, gli Incredibili sta nel fondo della mia classifica assieme a Cars, troppo maschili o troppo poco romantici, forse.
      Dory malvagio non è, certo è che siamo ad altri livelli, e che in sala solo i bimbi erano felici.

      Elimina
  5. Alla ricerca di Nemo l'avevo trovato carino, però io nei confronti della Pixar parto già sempre prevenuto, quindi le mie aspettative non sono altissime e il rischio diludendo per quanto mi riguarda è abbastanza basso...
    Detto ciò, potrei rimanere deluso comunque. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pur non essendo completamente da buttare, e con un polpo Hank in area idolesca, non sarà certo Dory a farti far pace con il mondo dell'animazione.

      Elimina