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9 settembre 2016
Venezia 73 - On The Milky Road
Kusturica è un mondo a parte, lo si sa.
Un mondo colorato, caotico, folle.
Ed è sempre un piacere tornarci.
L'inizio di The Milky Way è così come ce lo aspettiamo, tanti animali, ognuno con le sue strane abitudini (asini-sveglia, galline narcisiste, cani che attaccano rami, serpenti che bevono latte), e personaggi al limite del normale.
Kosta, che con un asino si sveglia, che nel pieno della guerra dei Balcani è il rifornitore ufficiale dell'esercito con il suo asino percorrendo la "via del latte", normale non è, non dopo che ha visto morire nel peggiore dei modi il padre. Unico amico, un falco che si appoggia sulla sua spalla e lo accompagna ovunque, anche a suonare.
Di Kosta, è però innamorata una campionessa di ginnastica artistica altrettanto folle, che piroetta e giravolta nella sua fattoria, che lo incastra in un doppio matrimonio ora che anche per il fratello di lei si è trovato la sposa perfetta: un'italiana, ospite del campo ONU, bellissima e misteriosa. Su di lei, infatti, vige una non riconosciuta taglia, dopo che ha rifiutato e denunciato un soldato inglese.
Va da sè che Kosta si innamora di lei, lei di lui, e quello che doveva essere un matrimonio da favola, diventa un incubo di fiamme, e i due si trovano in fuga con soldati stranieri alle calcagna.
E tutto cambia, tutto il colore, il disincanto, la confusa gioia dei tempi di guerra, ha ora il colore rosso del sangue, rosso del fuoco.
Attimi di pace, qua e là, ma la tragedia, è in agguato.
E' un Kusturica diverso quello che troviamo a Venezia, un Kusturica che è anche davanti la macchina da presa nel ruolo da protagonista, mentre ad affiancarlo è una sorprendente Monica Bellucci, che in serbo funziona più che in italiano.
La prima parte è un piacere roboante, diverte e fa sorridere tra le sue canzoni gitane, le sue feste a base di alcool, la seconda, così sanguinolenta e quasi assurda, un po' meno.
Ma c'è un finale che aspetta dietro l'angolo, un finale pieno di poesia e romanticismo.
"Tra il nulla e il dolore, scelgo il dolore", diceva Faulkner, e Kosta fa lo stesso, dedicando il tempo rimasto a un'opera impensabile e bellissima, un'opera di espiazione, di umanità, che sa commuovere. Proprio come The Milky Way.
Regista che conosco poco, a dirti la verità, ma del film sento parlare da anni (se non sbaglio, ha avuto una gestazione lunghissima). E se da un lato mi spaventa il surreale, dall'altro questo conflitto mi ha sempre interessato - se ne parla pochissimo ogni volta - e la Bellucci che parla serbo non è cosa da tutti giorni. Pare stia piacendo moltissimo. Speriamo che vinca qualcosa, così magari subito lo portano da noi (ma, Monica, ti doppi tu? No, eh). :)
RispondiEliminaCome anche nello 007 visto in originale, forse la Monica é solo in italiano che risulta insopportabile. Qui, storia dolce e folle, che secondo me anche se non vince arriva in sala, e proprio per la Monica ;)
EliminaE allora me lo vedrò per sentire Monica nazionale parlare in serbo. :)
RispondiEliminaMonica nazionale in serbo è finalmente un gran bel sentire, incredibile!
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