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15 febbraio 2017

A Man Called Ove

E' Già Ieri -2015-

C'è sempre un vecchietto burbero.
C'è sempre un vecchietto così burbero da voler comandare sugli altri, che spia questi altri, che si crede -ancora- in dovere di monitorare e fare in modo che le regole del suo quartiere vengano rispettate.
Per questo vecchietto burbero, ovviamente, c'è sempre un passato.
E per ogni vecchietto burbero che si rispetti, c'è un passato doloroso, di traumi e drammi, che lo hanno portato ad essere, per l'appunto, burbero.
E, infine, ogni vecchietto burbero che si rispetti, nasconde in realtà un gran cuore.
Ove, vecchietto e burbero lo è, e un cuore grande ce l'ha davvero, letteralmente anche.



Ove passa la sua giornata a spiare e fare in modo che i suoi vicini di casa rispettino le numerose regole che regolano il quartiere/condominio in cui abita solo. La moglie, non c'è più, figli non sembrano essercene, con gli altri vicini che come lui hanno una certa età, i rapporti sono deteriorati.
Come in ogni film che si rispetti con un vecchietto burbero protagonista, è l'arrivo di nuovi vicini a cambiare la burberità, nel caso di Ove, una famiglia interrazziale, con lui sempliciotto e goffo, lei dalle origini persiane, incinta del terzo figlio e particolarmente volitiva.
Ad Ove, si affezionerà subito, e Ove, con il suo cuore grande, lascerà aprire sempre più spiragli nei confronti di questi nuovi vicini, anche quando l'obiettivo della sua giornata è riuscire a suicidarsi.
Ci prova, Ove, e ci riprova ancora e ancora, ma ogni volta qualcosa va storto, e ogni volta noi conosciamo un pezzo in più del suo passato, conosciamo le sue gioie e i suoi dolori, conosciamo genitori che se ne sono andati troppo presto, una moglie altrettanto volitiva e solare, che compensava la sua semplicità, la sua timidezza.


E lo so, cosa state pensando, l'ho pensato anch'io: cos'ha di diverso A Man Called Ove rispetto ai già tanti film e libri con un vecchietto burbero e il suo cambiamento protagonista?
Di diverso, poco, vero, forse il fatto che provenga dalla Svezia che già c'ha regalato quel Centenario che scappò dalla finestra. Ma per fortuna, nonostante quel senso di già visto, quella trama che già si può intuire, A Man Called Ove il cuore ce l'ha davvero grande.
Nella sua semplicità, nella sua leggerezza solo apparente, conquista, e porta alla commozione, alle lacrime.
Merito di un incastro di flashback ben calibrato, merito di una colonna sonora che sa sdrammatizzare, merito di un protagonista burbero quanto basta.
La regia, poi, è di quelle indie, che privilegia la simmetria, i colori pastello.
E finisce che A Man Called Ove ti sorprende, non solo perché ha sbaragliato una concorrenza di tutto rispetto (il Neruda di Larraì, o il È solo la fine del mondo di Dolan) agli Oscar come miglior film straniero, ma perché sa essere originale, sa essere diverso e farsi ricordare, tra una Saab, un colletto bianco e un gatto che sì, sa farsi voler bene anche al più burbero degli spettatori.


Regia Hannes Holm
Sceneggiatura Hannes Holm
Musiche Gaute Storaas
Cast Rolf Lassgård, Bahar Pars, Filip Berg, Ida Engvoll
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Qualcosa è cambiato, A proposito di Schmidt, Non è mai troppo tardi, Up

4 commenti:

  1. Mi ha emozionato molto. Leggero ma non senza peso, sta bene dove sta. Perché i film stranieri devono essere così pesanti? Quello dell'anno scorso, per esempio, io mica l'ho visto...
    Ove mi ha ricordato un po' il Cesare di un romanzo intitolato La tentazione di essere felice. Arriva il film anche di quello, con un cambio di titolo: La tenerezza (adattissimo, tra l'altro). :)

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    1. Quello dell'anno scorso era pesantino, sì, ma indimenticabile per come affronta in modo crudo e diretto l'Olocausto. Qui, siamo dalla parte della leggerezza e dei buoni sentimenti, di cui c'è forse più bisogno. Segno La tentazione di essere felice, che i vecchini li apprezzo di più su carta, e già ispira tantissimo :)

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  2. Un vecchietto burbero?
    Cos'è, la storia di Mr. James Ford?

    XD

    Al burbero (ma non vecchietto) che è in me potrebbe anche piacere. Non so se ce la farò in tempo per la notte degli Oscar, ma cercherò di recuperarlo...

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    1. Il burbero che è in te potrebbe apprezzarlo più del previsto, nonostante sembri sempre la stessa storia, c'è di che commuoversi :)

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