Pagine

6 marzo 2017

Il Lunedì Leggo - La Trama del Matrimonio di Jeffrey Eugenides

Divorato Middlesex dovevo avere un'altra dose di Eugenides.
Non potevo attingere alla sua altra pietra miliare, quel Giardino delle Vergini Suicide diventato un film che ho amato e che per questo non potevo leggere (l'ho detto, no, che se amo un film, non voglio leggerne il libro, dogma numero uno della me lettrice?).
L'unica mia altra possibilità era allora scovare La Trama del Matrimonio, romanzo minore, il terzo e ultimo, in attesa -da ben 6 anni- di una nuova opera.
E quale delusione scoprire che questo romanzo non aveva la stessa forza dell'epopea della famiglia Stephanides, la stessa vena malinconica e critica verso la borghesia della famiglia Lisbon.
Non si può dire che non sia bello, il triangolo amoroso esposto ne La trama del matrimonio, ma non è appassionante, non è sentito come gli altri.



È la storia, prima di tutto, a non avermi avvinta, quel guardare all'anno, il 1982, dopo la laurea di tre giovani diversi e uniti dall'amore, con lei, Hannah al centro.
Lei che è stata con Mitchell, giovane semplice, per niente facoltoso, ma più amico che amante, più confidente che non complice, ruota di scorta sofferente di quelle belle e impossibili che non sanno di esserlo, e non si rendono conto dei danni delle loro confidenze.
Lei, che all'accessibilità di Mitchell, preferisce il mistero e i problemi di Leonard, irriverente, geniale, anticonformista che è l'opposto di quello che i genitori vorrebbero per lei.
Leonard è il classico diverso che sceglie di essere diverso, che ha dalla sua il fascino dell'ignoto, dei problemi, che partono dal sua passato, dalla sua famiglia. E infatti, problemi ne ha, e tanti. Non solo una vita sregolata in cui abbondano le droghe e le polemiche contro tutto e tutti, ma soprattutto un problema, quel problema, che si fa insanabile: la depressione.
Come abbandonarlo, allora, Leonard quando Leonard si rivela in ogni sua forma, ora che ha più bisogno, come dirgli che ci si è sbagliati, che l'amore sembra essere sparito, che non si è pronti al sacrificio, quando Leonard viene ricoverato, viene rilasciato, non si alza dal letto per giorni, si abbuffa di cibo.
Ci si prova, per tenacia più che per amore, per continuare ad illudersi e non darla vinta a quei genitori ricchi e benestanti che remano contro. Ci si sposa, pure, si cerca un lavoro, mentre quell'altro nostro amore se ne va, cerca se stesso lontano miglia e miglia, nell'Europa piena di sorprese, tra i poveri dell'India, cercando di essere liberi ed anticonformismi, ritrovandosi invece imprigionati in un cliché di cui non si era capita la portata.
È un anno, quello che ci racconta Eugenides, che sembra già un film, che sembra il prequel di quell'Animali Notturni portato al cinema da Tom Ford, in cui la protagonista, che non vuole essere la madre, la madre borghese e snob in realtà è. Manca Tony Hastings, manca il Gyllenhaal più texano, ma ci sono personaggi maschili difficili da incasellare, in cui in tanti, in Leonard, hanno visto lo spettro del depresso David Foster Wallace.
E lo si legge, La Trama del Matrimonio, invischiati in quell'America di buone speranze, che cerca nella proprietà, nel lavoro, la propria salvezza, dimenticandosi dei sentimenti in gioco.
Lo si legge, e lo si apprezza, ma manca il guizzo, la scintilla, il personaggio giusto, pur tra episodi che non possono che rivivere ancora e ancora nella mente, pur tra personaggi per quanto poco profondi, reali.
Manca allora il graffio più profondo, la delicatezza più lieve, anche in quel finale, che rimanda al titolo, alla ricerca di una nuova trama per un matrimonio mai vista in letteratura, né in Henry James né in Jane Austen, in cui a sacrificarsi è l'amore della vita, a favore della libertà, dell'equilibrio che ancora non si può raggiungere.

8 commenti:

  1. Il giardino delle vergini suicide te lo consiglio comunque. Io l'ho letto dopo aver adorato il film, e devo dire che non mi ha deluso.

    Questo se dici che è un Eugenides minore mi sa che me lo posso risparmiare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Uhm, resto titubante all'idea di infrangere il mio dogma, ma se Eugenides non sforna a breve dell'altro, potrei valutare l'idea.
      Qui, lo stile è il solito, la storia invece coinvolge fin là, colpa di personaggi non proprio -e volutamente- simpatici..

      Elimina
  2. In lista anche questo, che tra l'altro incrocio sempre sulle bancarelle della stazione a metà prezzo, ma partirò dall'Eugenides migliore. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che io ho dovuto ordinarlo in libreria perchè non l'avevano proprio, e da anni... Meglio sì partire da Middlesex o dalle Vergini Suicide :)

      Elimina
  3. io non ho letto altri libri di Eugenides ma solo questo, in lingua originale,che ho comprato usato a New York per pochi dollari. Mi era piaciuto molto, anche se appunto ti lascia addosso una certa amarezza.. devo recuperare Middlesex, però, assolutamente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ho avuto grosse difficoltà con Hannah in primis, e poi anche con gli altri personaggi, troppo indolenti, o sarà che mi aspettavo un piccolo capolavoro come Middlesex, che ovviamente devi recuperare ;)

      Elimina
  4. l'ho approcciato, ma nemmeno io ho trovato la medesima verve di "Middlesex"...
    e questo proprio è un punto di partenza che è dura da eguagliare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il paragone viene spontaneo e sì, da eguagliare sarà difficile. Ho letto che a breve uscirà una raccolta di racconti di Eugenides, incrociamo le dita dopo tutti questi anni di attesa :)

      Elimina