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2 aprile 2017

La Domenica Scrivo - Domande #2

Continuo a farmi domande, di domenica e non solo, e continuo a cercare risposte.

Mi chiedo, ad esempio, come ci si sente ad un casting mirato.
Mi spiego meglio, se servono comparse, di qualche tipo, di solito gli addetti ai casting rilasciano comunicati e richieste: servono donne, magari specificano qualche caratteristica, solo dai capelli neri, solo magre, solo giovani. Ma se chiedono: solo persone brutte, tu, che vuoi diventare attrice, come ti presenti? Sei cosciente della tua bruttezza, la accetti, e ti va bene essere etichettata così, che la tua caratteristica fondamentale sia proprio quella, la bruttezza?
Come ci si sente, insomma, ad avere una tale consapevolezza di sé, accettarla, pure, presentarsi al casting senza troppi problemi e sperare di essere abbastanza brutta, brutta il giusto per essere accettata?



Che poi, si dice sempre che l'apparenza non conta, che un libro non va giudicato dalla copertina, ma io vorrei vedermi almeno una volta come mi vedono gli altri, senza soffermarsi sui difetti -si spera- e senza quell'immagine mentale che di me mi sono fatta.
E ora, allora, cerco di capire cos'è che mi identifica, quel tratto particolare che mi rende riconoscibile.
"La ragazza lì, quella riccia", così mi hanno indicato una volta, pur non essendo riccia-riccia ma di certo la più riccia della stanza. Da quella volta, vago alla ricerca di quella caratteristica davvero mia.

Torniamo al mondo del cinema, se i musical sono un genere a sé, un genere che mette in canto e ballo le emozioni dei suoi protagonisti, cosa succede davvero, nella realtà, a questi protagonisti? Il loro dimenarsi, struggersi, fra le note senza badare al resto del mondo, come si traduce nella vita vera? E c'è davvero qualcuno che così si esprime, mentalmente parlando?
Geniale e una mezza risposta, quella puntata di Scrubs con l'inserviente protagonista e voce narrante, che mostrava finalmente il dietro le quinte, pardon, il vero palcoscenico, dei tanti momenti-pensiero di J.D.
Qui, insomma, una risposta l'ho avuta.

Facciamo un salto indietro nel tempo, ma sempre di emozioni si parla.
Siamo nella preistoria, siamo in una comunità di primitivi, e si cerca il cibo.
Come si saranno sentiti, loro, ad essere i primi a scoprire la bontà del cibo, a sperimentare, nel bene e nel male, qualcosa di nuovo? Di certo, con frutta, bacche e carne avariata, non sempre tutto può essere andato bene, di certo, però, qualche sorpresa, qualche papilla gustativa in subbuglio, deve esserci stata. Ed è lì, che vorrei essere, lì nello scoprire che sì, la carne cotta sul fuoco è migliore, sì, quel mais, messo sul fuoco si trasforma e diventa una nuvola gustosissima, lì, vorrei essere, nella sorpresa più autentica, nella sperimentazione unica e irripetibile, in cui la stessa vita era messa in gioco, a ben guardare.

Chi l'ha inventato l'alfabeto? Chi ha deciso che una data parola, con quelle lettere, quei simboli, andava indicata?
Sì, insomma, c'è qualcuno che ha il merito di aver inventato in tutto e per tutto l'A-B-C?

Magari una risposta c'è, magari la scienza mi prenderà per una cretina, ma ogni volta che si cerca di andare su Marte, che si scopre un nuovo pianeta, e in quel pianeta si cerca l'acqua, io mi chiedo, ma davvero c'è bisogno dell'acqua per la vita? Davvero ci crediamo così egocentrici e speciali da pensare che in un universo infinito e di cui conosciamo pochissimo, non possano esserci forme di vita in grado di vivere, appunto, senza acqua?

Infine, la domanda più importante:
cosa fare nel caso di un trasloco imminente, ma con un cambio dell'armadio che prende il sopravvento?
Che io voglio bene a questa primavera inoltrata, a quest'anticipo d'estate, ma davvero devo togliere dagli scatoloni magliettine e vestiti, per poi fra un mese e mezzo ri-inscatolarli?
Devo davvero rimettermi a questo supplizio? Cosa vuole dirmi il karma?

2 commenti:

  1. ti fai domande bizzarre però...
    anche io sono un tipetto cervellotico che si fa mille domande, ma di solito vado sull'esistenziale andante

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    1. Quello sull'esistenziale me le faccio lo stesso, ma me le tngo che per che bastano queste, da condividere, no?

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