Ultimo film in concorso del Festival, ultimo film da vedere e di cui scrivere del Festival.
E di solito, i sadici programmatori, lasciano le briciole meno succose alla fine.
Sembra il solito copione anche quest'anno, con il dramma di una famiglia in fase di separazione, un padre prepotente, una madre che se ne allontana e allontana i figli, il figlio più piccolo messo in mezzo, la più grande alle prese con una gravidanza non desiderata.
Tra silenzi corrucciati, pianti e tentativi di capire da che parte sta la verità, se quel giudice in fase di accordo ha fatto bene a costringere il piccolo Julien a far visita al padre ogni due settimane, il film avanza lentamente, e si vorrebbe per primi dire basta, registrare e mostrare la verità, ma niente.
Perchè si lavora in modo sottile sulla psicologia di quella madre succube e su quel padre violento, su scoppi d'ira, e sensi di colpa.
Finchè il tutto non esplode.
Non in una festa in cui le prime tensioni si avvertono, ma in una notte, al buio, scossa da campanelli e colpi alla porta. Ed è qui il film prende un'altra piega, prende allo stomaco soprattutto, creando una tensione difficile da smaltire.
E' il dramma della violenza sulle donne che non ha fine, che continua ad essere materiale da dover raccontare e che in rare occasioni, merita di essere raccontato al di là del tema.
Xavier Legrand dosa male le parti, e se non fosse per quel finale, la sufficienza non arriverebbe.
Ma si è buoni, si è toccati dalla vicenda, e certi brividi non vanno dimenticati, anche se lui per primo sembra dimenticarsi di certe vicende, di certi personaggi, lasciati in sospeso.
Da Venezia è tutto, appuntamento per domani per scoprire il Leone d'Oro ma soprattutto, immancabile, il mio personale Leone di Caffè.
lo so che dovrei leggermi tutti i tuoi post diligentemente, ma devo chiederti una cosa...
RispondiEliminaun post dei film assolutamente imperdibili di Venezia?
me lo scriveresti?
Certo che sì, a breve pubblico il mio Leone di Caffè e la mia classifica di questa Venezia 74 ;)
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