Ah, quelle cene americane dove in realtà mai si cucina!
Quelle cene fra amici e colleghi, in cui sempre ci si guarda dall'alto in basso, si giudica quanto si veste, come lo si veste, misurando così se stessi e gli altri, quelle cene in cui gli uomini parlano d'affari, le donne della casa e delle "faccende da donne", tra urletti, curiosità, sospiri. Quelle cene in cui a preparare la cena è un catering, a servirla dei domestici dalla pelle più scura, in cui prima di sedersi a tavola si sorseggia un aperitivo, poi ci si sposta in un'altra sala ancora per il whisky d'ordinanza.
Insomma, quelle cene d'alta classe, tra famiglie d'alta classe, in ville d'alta classe.
E che ci fa ad una di queste cene Beatrix?
Beatrix, di origine messicana, che fa la massaggiatrice in un centro di recupero, ma pure per la padrona di casa, Beatrix che crede al potere dei segni, dei sensi, delle parole.
Beatrix che è animalista, spiritista, e che si ritrova lei, in tenuta da lavoro, lei, diversa da quegli uomini orgogliosi, da quelle donne false, ad una cena in mezzo ad affaristi corrotti e cacciatori e distruttori di natura.
E si prova pena per lei, si vorrebbe che ascoltasse i consigli di quella padrona di casa premurosa, che a tavola con loro la vuole, che potrebbe pure prestarle un suo vestito, nel caso, che la presenta e la loda di fronte agli altri. Poco a poco, però, Beatrix si fa sempre più strana, non chiude la bocca di fronte a trofei, di fronte a truffe, di fronte a uomini e coppie tristi dentro e che stanno rovinando anche il suo mondo. E ha ragione, anche se quella sensazione di "ospite di troppo", di fuori luogo, non ci abbandona facendoci sentire in colpa per lei, per noi, soprattutto.
La paura, poi, che tutto possa degenerare, che il sangue possa scorrere, è alta. Tifare per lei, in questo caso?
Ovvio.
Ma solo se il piano è ben studiato.
Invece, dopo essere stati chiusi in quella villa, seduti a quella tavola, si finisce in mezzo al mare, e a osservare il cielo, in modo enigmatico, sospeso, di certo metaforico.
È un film piccolo e breve, Beatrix at Dinner, uno di quei film da camera che graffia a modo suo, preferendo discorsi alti e sociali, forse da cliché, a quelli più personali.
Il cast cerca di fare la differenza, con una Salma Hayek protagonista finalmente normale e potente, irriconoscibili e non così in parte Chloë Sevigny, e Jay Duplass, e il solito John Lithgow che con quella faccia da psicopatico chissà come ha potuto nascondere Big Foot.
Questi, all'apparenza, i pregi di un film che vuole scardinare l'apparenza, ma resta pure chiuso in una regia anonima, in una fotografia piatta, in una sceneggiatura che decolla a fatica e che lascia non del tutto soddisfatti.
Regia Miguel Arteta
Sceneggiatura Mike White
Musiche Mark Mothersbaugh
Cast Salma Hayek, Chloë Sevigny,
Connie Britton, Jay Duplass, John Lithgow
Voto: ☕☕/5
Visto sotto Natale, non mi era dispiaciuto neanche un po', anzi.
RispondiEliminaPiccolo, politico, amarissimo, con una Hayer sorprendente (non a caso qualche nomination, nel circuito indipendente, l'ha presa).
Non mi è dispiaciuto, ma non ha lasciato i graffi che speravo. Post riesumato, mi sono accorta che è rimasto poco, se non una certa caratterizzazione di troppo. Una cena non indigesta, ma passabile.
EliminaNon sembra nemmeno troppo malvagio, però la voglia di recuperarlo non è troppo alta. Sarà che i film da camera non sono proprio i miei preferiti e mi metto una certa claustrofobia. Anche se questo non è un horror. :9
RispondiEliminaNon è un horror, c'è una Beatrix molto agguerrita e politica, e potrebbe convincerti. Certo, per me resta un piccolo film riuscito in parte, ma come visione non è da scartare, e poi con una villa così enorme, la claustrofobia non si sente ;)
EliminaBuona idea ma non realizzata benissimo, giusto? Posso chiedere delucidazioni anche spoileresche sull'aspetto politico-sociale del film :P, sono curioso..
RispondiEliminaTieni conto che Beatrix è messicana, mentre l'invitato principale una copia di Trump o di un suo elettore tipo. Mettici che come miliardario ha fatto i soldi distruggendo paesi poveri, falde acquifere e parchi naturali, e la naturalistica ed ex protestante (non in senso religioso) Beatrix che vive con le sue capre in casa, ne ha da ridire!
EliminaL'idea è buona ma non troppo originale, e soprattutto sì, non sviluppata al meglio. Si vede, ma non graffia abbastanza.