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30 aprile 2018

Il Lunedì Leggo - L'Isola in fondo al mare di Margaret Mitchell

Succede che a volte è più interessante la storia dietro un libro, del libro stesso.
Succede che la storia in questione ha colpi di scena, rivelazioni e scoperte, più sorprendenti e appassionanti del libro stesso.
È il caso, ovviamente, de L'isola in fondo al mare, secondo romanzo pubblicato da Margaret Mitchell, ma pubblicato a quasi 50 anni dalla sua morte.
Il primo, ovviamente, è quel Via col vento che le ha dato notorietà, fama e aspettative, improvvise.
Quel Via col vento diventato un classico, amato da generazioni di lettori.
Poi più niente.
Una devota astinenza dallo scrivere romanzi.
Poi l'incidente stradale che la portò prima al coma, poi alla morte, con le sue volontà che parlavano chiaro: bruciare tutto, tutto quanto, carteggi lettere, liste della spesa (se mai ce ne fossero state), idee e storie, tutto quello che aveva scritto e deciso di non pubblicare, andava messo al rogo.
Com'è allora che quest'Isola si è salvata?



Si è salvata perchè scritta nel 1916 (vent'anni prima di Via col vento), è stata spedita e regalata all'amico Henry Love Angel, che assieme alla lunga corrispondenza con Margaret, lo ha protetto, lo ha poi lasciato in eredità alla famiglia, arrivando a quel figlio, che trovati i quaderni, li ha portati al Museo dedicato all'autrice ad Atlanta, che ne ha deciso per la pubblicazione.
Così, infrangendo ma forse solo in parte una legge, si arriva nel Sud Pacifico, in cui una donna piena di coraggio, di spirito di iniziativa, decide di vivere, fuggendo da una famiglia snob, da pretendenti altrettanto snob. Sulla nave che a Laysen la porta, incontra il burbero marinaio dal cuore d'oro Billy Duncan, che questa storia narra, e che di lei si innamora, giurando di proteggerla dai musi gialli che l'hanno adocchiata, e la vorrebbero
La situazione, ovviamente, tra risse e sotterfugi, degenererà presto.
È il mondo visto da una giovane donna nei primi anni del '900, un mondo di avventure facili, di personaggi che sono quasi dei cliché -tranne lei, Courtenay Ross, prototipo dell'eroina moderna e forte-, del razzismo, pure, verso quei giapponesi contro cui poi si andrà in guerra.
Semplice e velocissimo, questo romanzo breve, questo racconto, sa comunque appassionare e commuovere, con quel finale che non ti aspetti, in cui ad andare a fuoco non sono solo gli scritti della Mitchell, ma pure un'isola, che si inabissa così, mantenendo nascosto il suo segreto.
Chiamale, se vuoi, coincidenze.

2 commenti:

  1. L'autrice di Via col vento?
    Via da me! :)

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    1. E se dicessi che per il 2019 conto di inserire il film ne #LaPromessa? Questo era un brevissimo preparativo ;)

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