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9 luglio 2018

Il Lunedì Leggo - Shotgun Lovesongs di Nickolas Butler

Quattro matrimoni e un divorzio, potrebbe essere il sottotitolo del libro.
Quattro matrimoni snocciolati nel giro di un anno, con un divorzio nel mezzo.
Ma Shotgun Lovesongs ha quel sapore secco e giusto, invece, il sapore di parole che si ritrova in un album scritto quasi di getto, che l'amore racconta, e che sa d'inverno.
C'è Henry dalla vita semplice, legato alla sua terra da sempre, che coltiva, che si spezza la schiena, che rischia ogni anno la bancarotta ma felice, con le mani sporche e il cuore grande, torna sempre felice dalla sua famiglia, da Beth.
C'è Beth, sua moglie, sua compagna fidata, che lo ama e ne è fiera, ma sotto sotto si chiede come poteva essere la sua vita al fianco di Lee, se Lee ogni tanto a lei ci pensa.



C'è Kip, che ha fatto i soldi a Chicago ma ha voluto tornare a Little Wing portandosi dietro la fidanzata, per smuovere un po' le acque, per pavoneggiarsi forse, per cercare l'eroica impresa di rimettere in piedi quella fabbrica da sempre abbandonata che potrebbe aiutare l'economia del paese.
C'è Ronny, vecchia star del rodeo, ubriacone del paese, mascotte pure, ora però rallentato da una commozione celebrale, tenuto un po' troppo d'occhio dagli amici di sempre.
E infine c'è lui, Lee, la star mondiale, il compositore e cantante che di Little Wing scrive e racconta, che ancora ci vive, tra una tournée e l'altra, con la sua aria triste, svuotata, nonostante i soldi, nonostante le starlette che si porta a letto.
Sono le loro voci a raccontarci la loro storia, sono le loro voci che si alternano capitolo dopo capitolo a far luce su presente e passato, su decisioni e sentimenti, soprattutto, su un'amicizia che li lega da sempre e che da sempre vede una piccola cittadina del Wisconsin a fare da sfondo, a richiamarli a sé.
Quattro, appunto, i matrimoni che si succedono nel racconto, in mezzo un divorzio annunciato, e un salto nel passato che sa come esigere lacrime.

La polvere, la terra, la fatica e l'angoscia, le si sentono tutte, si sente quell'America profonda e rurale, si cammina per quelle strade che non portano a niente e si capisce Beth, che soddisfatta si concede ancora qualche sogno, si capisce Henry, che poteva essere altro, ma sa quel che è, si capisce la frustrazione di Ronny nell'essere trattato con sufficienza, si capiscono i risentimenti di Kip, che sempre si sente messo da parte, e si capisce soprattutto Lee e la sua sindrome da successo, quella malinconia simile alla depressione che porta al sabotaggio à la Bojack, quelle radici difficili da ignorare, da spiegare.
È un racconto secco quello dell'esordiente Butler, un racconto che spesso sembra già un film, sembra una di quelle pellicole fordiane fatte di grandi bevute e di grandi amicizie.
Lo si legge, lo si beve, tutto d'un fiato, con la leggerezza ma pure con la profondità che certe storie nostalgiche hanno, con la sensazione di conoscerli davvero da sempre questi tipi così diversi, così simili tra loro, neanche fosse il club dei losers cresciuto, che le sue paure ancora se le porta addosso.
Sembra una storia come tante, una storia magari già raccontata, ma non così, in modo corale, non in questo modo, che cattura lo stomaco, il cuore, e fa versare lacrime per fantasmi dalle fattezze di cowboy che inquadrano subito la situazione, per padri che non hanno bisogno di amici e di altri che invece non possono farne a meno, a costo pure di rubare un vaso di uova in salamoia, lasciando il segno tra la polvere.

"Quando non ho nessun posto dove andare, torno qui. Torno qui e ritrovo la mia voce come qualcosa che mi è scivolato dalle tasche. Qui riesco a sentire le cose, il mondo pulsa in maniera diversa, il silenzio vibra come una corda pizzicata milioni di anni fa. Come fai a spiegarlo a qualcuno che ami? Cosa succede, se poi non capisce?"

6 commenti:

  1. Butler ha qualcosa che mi commuove sempre, sempre, sempre. Nonostante io ne sappia poco di country, di amicizie al maschile, di paeselli sperduti. Più bello ancora, più complesso, il successivo Il cuore degli uomini.
    In attesa che il postino mi porto l'ultimo uscito, Sotto il falò, proprio in questi giorni.

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    1. Non so se lo avevo appuntato grazie a te e grazie proprio a Il cuore degli uomini -che conto di leggere il prossimo anno ormai-, ma sì, commuove con semplicità, in modo inaspettato. Mi ci voleva un libro così!

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  2. Libro che avevo vinto in un giveaway del generoso Mr Ink qui sopra!
    Nonostante i toni e le atmosfere parecchio fordiane, mi era piaciuto parecchio. E di ciò non so se esserne contento o meno... :)

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    1. Questa sì che è una sorpresa, libro fordianissimo ma sotto sotto Lee è anche un personaggio cannibale, quindi posso capire :)

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  3. ROmanzo super fordiano che ovviamente avevo adorato, ritrovandomi in quasi tutti i personaggi. Ottima lettura! :)

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