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29 settembre 2018

Mary Shelley

Andiamo al Cinema

Diciamo la verità: il bello dei film biografici è che insegnano la storia senza fatica e in modo - si spera- appassionante. Fosse per me, infatti, le lezioni a scuola sarebbero solo film da vedere, che poi la curiosità cresce e wikipedia aiuta ad aggiustare quanto di romanzato, quanto di tagliato.
Diciamo la verità: un biopic per funzionare davvero deve trattare di un personaggio che poco si conosce, che molto ha ancora da dire.
Prendere Mary Shelley come esempio.
Sì, lei, la moglie del poeta Percy Bysshe Shelley, lei, l'autrice di Frankenstein, nato quasi come una sfida, un gioco fra poeti. Oltre questo, pur avendo studiato, letto e visto in varie versioni il suo Moderno Prometeo, che sapevo di lei?
Poco, diciamo pure niente.


Per rendersi accattivante, il film di Haifaa al-Mansour ha la giusta idea di raccontarci Mary Shelley quando ancora era Mary Wollstonecraft Godwin, appassionata lettrice, che nonostante genitori colti e ribelli, sognava e divorava romanzi gotici e popolari. Quella ribellione però è nel suo sangue, e così si innamora di un uomo sposato, con lui scappa, portandosi dietro la sorellastra, creando scandalo, facendo partire una convivenza non facile, fatta di gelosie e rapporti aperti, di debiti e fughe, di depressione e alcolismo.
Il tutto, senza ancora aver compiuto 18 anni, il tutto che confluirà poi in quel Frankenstein che una donna non poteva certo aver scritto, figuriamoci pubblicare, e che pur raccontando di un mostro, parla di solitudine, di dolore e fragilità.


Un materiale di partenza decisamente importante, con le poesie di Shelley e il loro carteggio a fare da stralcio per la sceneggiatura, e la loro tormentosa relazione sforbiciata di parti e viaggi importanti.
Un materiale che onestamente non è così ben gestito, forse si sta troppo nel classico, forse non si osa abbastanza, dilungandosi in alcuni punti e angolazioni della storia (la gelosia verso quella sorellastra e di quella sorellastra) e affrettandosi in altri (il viaggio in Scozia), con comprimari che appaiono esagerati, tra un Byron odioso e un Polidori sacrificato.
A suo modo, però, come lezione di storia e di letteratura Mary Shelley funziona.
Anche quando cavalca vistosamente il femminismo di oggi, mostrando una modernità nella figura di Mary che sembra tuttora un'utopia.
Funziona come film per quel romanticismo di fondo (edulcorato) che fa sempre sognare, funziona per l'ennesima buona prova di Elle Fanning, capace di incantare ogni volta lo schermo e lo sguardo, oscurando comprimari (Bel Powley e Douglas Booth) che perdono ogni fascino al suo confronto.

Voto: ☕☕½/5


10 commenti:

  1. I film non insegnano solo la storia.
    Per chi vive solo i pensieri sono sempre gli stessi e si rincorrono
    in un vortice senza fine.
    Il non comunicare con gli altri è angoscioso.
    Ma c'è qualcosa che riesce a distrarmi, a volte piacevolmente.
    E' il film buono che ti pone domande continuamente e tu devi rispondere.
    E' un dialogo atipico ma affascinante.
    Il Cinema ha delle potenzialità enormi.
    Una grande forza di convincimento.
    E' uno strumento con cui anche a scuola si può insegnare molto.
    Ai corsi per fidanzati molti parroci facevano vedere Casomai .
    A volte i ragazzi capiscono meglio certe cose con un film
    che con tanti discorsi.

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    1. Ringrazio infatti la mia professoressa di inglese, che nell'ultimo anno con film degni di nota (Apocalypse now, il Frankestein di Branagh e pure il Romeo+Giulietta di Luhrman) ha fatto scattare l'amore per i classici anche ai più restii.

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  2. Classicissimo, romanzatissimo, romanticissimo, eppure mi aveva stupito, a scatola chiusa. Sarà che non mi aveva fatto appisolare come sospettavo all'inizio, e dire che a Torino non so perché mi aveva fatto compagnia anche mio fratello, insofferente di natura. Sarà che nella Fanning, bravissima, avevo visto un po' del fuoco della Shelley, di cui si parla in un certo dialogo.

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    1. Fuoco e luce, la Fanning sa davvero come illuminare la scena e come farti innamorare del personaggio.

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  3. Non sapevo niente dell'autrice, e devo dire che non ho nemmeno mai letto Frankenstein.
    Vedendo questo film mi è però venuta voglia di recuperarlo...
    Sarà anche un lavoro classico e a tratti si dilunga troopo, ma è molto sentito e quindi pure per me funziona. Al di là di quanto potessi prevedere.

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    1. Se ti ha fatto venir voglia di leggere un classicone come Frankenstein, ha funzionato eccome ;)

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  4. Spero di recuperarlo prima di "rivederla" in Genius 3, perché di lei conosco zero ;)

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    1. Non sapevo che la terza di Genius sarà dedicata alla Shelley, mi manca ancora di scoprire Picasso, tra l'altro... Qui si raccontano pochi anni, la serie farà il resto :)

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  5. Voglio comunque vederlo e devo dire che me lo aspetto come dici... un po' classico e romantichevole, e mi sta bene così per quel che cerco al momento :D

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    1. Avrai pane per i tuoi denti, allora, e anche qualcosa di più visto come nella sua classicità ha saputo stupire.

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