Durante queste vacanze di Natale ho ricominciato a vedere tutto Game of Thrones.
Un modo per arrivare preparata ad Aprile e al gran finale della serie (ché 8 anni dalla prima puntata son lunghi per ricordare svolte, nomi, intrighi), un modo per far conoscere Ned Stark anche al giovine, che GoT ha iniziato a seguirlo solo dalla quarta stagione.
Direte voi, che c'entra questo con Bodyguard, la serie più vista negli UK degli ultimi 10 anni, la bomba che ha piazzato Netflix qualche settimana fa facendola conoscere anche in Italia?
C'entra perché con questo recupero la cotta per il fu Robb Stark è tornata a farsi sentire, e quindi ritrovarmelo protagonista assoluto di una serie, in vesti moderne e pure fresco fresco vincitore di Golden Globe doveva fare la mia felicità.
Doveva, perché diciamolo subito che Richard Madden sbarbato di tutto punto perde almeno metà del suo fascino e il pesantissimo accento scozzese fa dimenticare quella sua parlata piena di pathos come King of the North.
Ma, la serie, com'è la serie?
È davvero quella bomba di cui leggevo qua e là?
È davvero piena di colpi di scena pazzeschi che ti fanno fare le le piccole pur di finirla.
No.
E no ancora.
Oddio, non è certo malvagia, il suo appeal ce l'ha, ma è più dalle parti del guilty pleasure, del ridicolo involontario per quel che mi riguarda vista la tanta carne al fuoco che mette, vista la politica alla Scandal che mostra.
Già il fatto che David Budd, addetto alla sicurezza si ritrovi al centro di ogni attentato su suolo londinese la dice lunga sulla veridicità del tutto, mettici poi una ministra salviniana che cade improvvisamente fra le sue braccia garantendo l'ormai immancabile lato B di Madden con tanto di sentimenti che entrano in gioco e allora, no, l'ago pende molto più verso il guilty che non verso il pleasure.
In ogni caso, tu te lo aspetti il colpo di scena, speri quasi che c'abbia ragione la polizia a voler vedere in David il colpevole, il venduto a causa di tutti questi attentati. Invece è il momento per un'assurda soluzione che minaccia l'intera Londra, che mette in scena il buon cuore di David e della sua ex moglie.
Insomma, questa serie che si lascia guardare pur con tanti punti di domanda che aleggiano nella logica del genere, resta un successo di cui non mi capacito.
Sia per la serie in sé, visto quanto di bello c'è un giro, sia per Richard Madden, tanto affascinante quanto qui privo di espressioni. La ragione del globo di ieri sera -a parte la scarica di ormoni che sa suscitare- la spiego allora come una sua impassibilità dovuta alla non certa espressività nota fra le guardie del corpo, capito Kevin Costner?
P.s.: Che poi, è confermata un'altra stagione o il suo inserimento fra le Serie TV Drama e non fra le miniserie è giustificato da altro? Che volevo vederlo Madden contro Benedict e Hugh e Darren!
Voto: ☕☕/5
Che il Golden Globe sia immeritato lo immagino (stessa faccia in tutte e due le foto che ha inserito nella recensione, guarda un po'), però una serie più guilty che pleasure quasi quasi potrei recuperarla, io che sono sempre atterrito dalla serietà esagerata di casa BBC. ;)
RispondiEliminaPer farsi guardare si lascia guardare, ma ci sono serie strutturate meglio e che i colpi di scena ce li hanno davvero. E quell'espressione credimi che è l'unica che ha, a parte qualche sorriso marpione che sì, mi ha fatto sciogliere pure da sbarbato...
EliminaHo visto Gianni Morandi ne L'isola di Pietro recitare meglio di Richard Madden in Bodyguard. A questo punto pure lui può sperare in un Golden Globe. :)
RispondiEliminaAncora non me ne capacito, va, e per essere buoni non se ne capacitava nemmeno lui che si è trasformato in un tenerone mostrando finalmente qualche espressione in più!
EliminaCerto, Robb viene dopo Ned e dopo Arya nella mia classifica degli Stark, ma al suo fascino cedo con piacere. Non qui, in un ruolo che ha quasi del ridicolo, in una serie "per il grande pubblico" ma a quanto pare non per me.
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